Sport paralimpico. La Coppa dei Vichinghi del baskin
I Vichinghi di Fermignano (Pesaro) dopo la conquista della Coppa Italia di baskin, la pallacanestro che fa giocare insieme persone normodotate e persone disabili
«Porterò avanti la squadra dei “Vichinghi” baskin fino a che riesco». È questa l’ultima promessa che mamma Stefania fece nel 2014 a suo figlio Elia Cleri, morto a soli 19 anni per una grave disabilità. E lo scorso 21 maggio la squadra di baskin del piccolo comune di Fermignano, in provincia di Pesaro, è salita sul tetto d’Italia. Ma per capire questa straordinaria vicenda d’amore occorre riavvolgere il nastro di dieci anni. «A 14 mesi di vita – spiega mamma Stefania Salciccia Ottoni - mio figlio è andato in coma a causa di una infezione virale, risvegliandosi con una grave disabilità a livello motorio e del linguaggio, forse dovuta ad una leuconcefalite acuta emorragica. Per i primi cinque anni abbiamo vissuto un difficile andirivieni dalla struttura “La nostra famiglia” a Bosisio Parini, in provincia di Lecco. Poi nel 2001 la svolta. Elia si era stabilizzato: comunicava con il software Clicker 5 attraverso il computer e, poiché era appassionato di basket e di Valentino Rossi, sognavo di trovare per lui uno sport che potesse praticare». Nel 2013 Stefania si imbatte casualmente nel baskin. Il suo nome significa Basket Integrato, ed è una attività sportiva capace di testimoniare il valore dell’inclusione e dell’integrazione nella pratica sportiva, facendo giocare insieme uomini e donne, persone normodotate e persone con disabilità. Stefania coinvolge il Comune, la Polisportiva, l’Anffas.
«All’inizio ci siamo messe in gioco noi mamme – prosegue – perché le regole prevedono la partecipazione di almeno due donne. Poi mano a mano si è creata la formazione». Elia purtroppo riesce a giocare in squadra solo un anno, prima che nel luglio 2014 una polmonite ne causi la morte. Stefania tiene fede alla promessa fatta e prosegue il percorso nel ricordo di Elia per gli altri ragazzi disabili, coadiuvata da due “angeli custodi”: Doriano Marchionni e Mirko Matteucci. Nel 2020 arriva la pandemia da Covid-19. La squadra si trova dimezzata ma non molla. Si unisce alla società “Doubleface” di Urbania e nasce una sintonia perfetta. Lo scorso 23 aprile dopo aver vinto il titolo di Campioni regionali di baskin, i “Vichinghi” ottengono il pass per le finali nello spareggio interregionale battendo la forte squadra degli “Onions” di Sant’Arcangelo di Romagna. Si arriva così alle Final Four della Coppa Italia, in programma a Monte di Procida in Campania, dove i “Vichinghi” battono l’Oleggio 92 a 67.
«Per la parrocchia della Cattedrale di Fermignano è una festa immensa – dice il parroco don Davide Tonti – non solo perché ne fanno parte Stefania, Doriano e tanti campioni della squadra, ma soprattutto perché questa vittoria testimonia la visione cristiana della vita. La compagnia di Cristo si svolge attraverso la compagnia di esseri umani veri ed autentici. Gioia e sfida stanno insieme e il baskin ce lo insegna. Questo sport nasce per sfuggire i pietismi e per dare a tutti il diritto di esprimersi al meglio, con l’idea che solo così si può realizzare la vera integrazione. Ciascun giocatore è fondamentale per la squadra e l’agonismo mette in moto le capacità di tutti, rendendo il baskin uno sport a tutti gli effetti». Oltre 400 persone hanno aspettato il rientro dell’autobus dalla Campania con in testa i sindaci di Fermignano, Emanuele Feduzi e di Urbania, Marco Ciccolini. Lacrime, fuochi d’artificio e festeggiamenti nel corso della settimana hanno incorniciato l’evento. Durante la Messa dell’Ascensione il parroco ha impostato una catechesi sul tema, mentre tutti i giocatori sono andati uno ad uno ad abbracciare Stefania; un sussurro all’orecchio, in ricordo della promessa: «tutto questo è grazie ad Elia».