Calcio. La Carrarese perde, Buffon la manda in ritiro
Un presidente che manda in ritiro la squadra dopo una sconfitta non fa più notizia. La "segregazione" punitiva ormai è prassi consolidata. E che non ci sia un mezzo migliore per stimolare la grinta dei giocatori deve essere proprio vero se a infliggere la severa punizione è un presidente che come mestiere fa proprio il calciatore. Così, Gigi Buffon, il "dottor Jekyll" del pallone nostrano, appena riposta la maglia numero 1 della Juventus nell'armadietto ha indossato la cravatta da presidente della Carrarese (Lega Pro) e ha ordinato il coprifuoco ai suoi atleti. A scatenare l'impeto punitivo del presidente è stata la sconfitta casalinga (2-1) contro la Spal che ha lasciato la squadra nella parte bassa della classifica. «Abbiamo seriamente messo in crisi il percorso fin qui svolto e si rischia di vanificare quanto di buono è stato fatto nei primi mesi del campionato», ha tuonato "mister Hyde" attraverso una lettera pubblicata sul sito internet del club. Rivela anche di avere «esternato tutto il mio disappunto e la mia delusione al direttore generale Sandro Turotti» prima di confermare il provvedimento «da mercoledì ad almeno fino al prossimo impegno di campionato». A volte occorre davvero serrare il pugno sbatterlo fragorosamente sul campo sperando che sortisca qualche effetto: «Auspico vivamente che la squadra, l'allenatore e l'area sportiva, possano ritrovare - anche grazie al ritiro stesso - la concentrazione necessaria per poter affrontare e concludere al meglio i prossimi impegni». Un gesto legittimo, ci mancherebbe, nessuno meglio di un giocatore - e di così lunga esperienza - sa quali siano i mezzi migliori per pungolare i colleghi. Poco importa, poi, se nella penombra del ritiro coatto i calciatori della Carrarese sussurreranno qualche commento fra il perplesso e il divertito sul provvedimento, arrivato proprio il giorno dopo la sconfitta della Juve - con capitan Buffon in porta - nel burrascoso derby con il Torino.