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Il direttore della Euyo. L’impegno di Fischer: «La musica per la pace»

Pierachille Dolfini venerdì 9 agosto 2024

L'ungherese Iván Fischer, direttore della Euyo

La prima parola è quella di cui oggi sente maggiormente l’urgenza. «Pace». Detta in musica. Ugualmente carica di significato. Ed è conseguenza, ma anche premessa, delle altre due parole. «Comprensione e tolleranza». È racchiuso in queste tre parole, «pace, comprensione e tolleranza» appunto, il messaggio che Iván Fischer vuole lanciare con i ragazzi della “sua” Euyo, l’Orchestra giovanile dell’Unione europea che lo ha scelto come suo nuovo direttore musicale.

Fischer, ungherese di Budapest, classe 1951, fondatore e guida indiscussa (e imprescindibile vista la perfetta simbiosi di suono e intenti con i musicisti) della Budapest festival orchestra, raccoglie il testimone di Vasily Petrenko che ha guidato per dieci anni la Euyo. «Un incarico che accolgo con grande gioia perché mi permette di lavorare con giovani musicisti eccellenti per fare insieme quello che ci piace, la musica, appunto. Ma non solo, perché guidare una formazione come la Euyo è anche una sfida e un’opportunità che mi viene offerta, quella di guidare questi giovani di talento a diventare musicisti onesti e responsabili, leader di un futuro artistico, ma non solo, che possono costruire già da ora» racconta Fischer, già in tournée con i ragazzi della Euyo. Grafenegg, in Austria, New York e Bolzano, dove Fischer e l’Orchestra giovanile dell’Unione europea approdano domani sera, per l’annuale appuntamento al Bolzano festival Bozen – un altro concerto, il 13 agosto, vedrà Gianandrea Noseda sul podio della Euyo con Britten e Richard Strauss.

Diverse provenienze, diverse formazioni. Poi un suono unico. Il “miracolo” che ogni anno si ripete con i giovani della Euyo. «Un’orchestra di giovani musicisti europei è importante perché l’unificazione dell’Europa è importante se vogliamo mantenere la pace in questo continente. E i musicisti europei sono tutti ambasciatori di questa identità» riflette Fischer, convinto che «esiste un’identità musicale che appartiene al Vecchio continente. La nostra musica è europea e la musica è lo strumento migliore per far sentire alle persone di avere un’identità europea» dice il direttore d’orchestra che avrà sul leggio la Masquerade di Anna Clyne, le Variazioni su una ninna-nanna, per pianoforte e orchestra, di Ernst von Dohnányi – proposte con la pianista Isata Kanneh-Mason – e la Sinfonia n. 1 in re maggiore Titano di Gustav Mahler. Musica per un’Europa unita. «C’è Mahler, ma ci sono anche compositori meno eseguiti. Perché sono convinto che nel repertorio di un’orchestra di ragazzi come la Euyo ci debba essere un’ampia varietà di brani perché i giovani musicisti hanno bisogno di esperienza in tutti gli stili musicali» dice ancora Fisher cresciuto in una famiglia di musicisti «e per me la musica è stata un grande regalo».

Le audizioni, la formazione, i concerti. Ma il mandato di Fischer come direttore musicale della Euyo vedrà la nascita di un’Accademia musicale europea, sbocco naturale della collaborazione, ormai decennale, tra L’Orchestra giovanile dell’Unione europea e la Budapest festival orchester. «Formeremo i futuri musicisti sia in campo sinfonico che cameristico, ma cercheremo di offrire anche strumenti per l’organizzazione musicale, perché oggi un musicista è chiamato ad occuparsi di molti aspetti legati alla musica ed è importante che un giovane impari la responsabilità sociale e artistica» spiega Fischer direttore ospite onorario della Royal Concert orchestra di Amsterdam e ehrendirigent della Konzerthaus orchester di Berlino. L’Accademia della Euyo proporrà progetti nei paesi dell’Unione a iniziare da settembre, con una serie di concerti insieme alla Budapest festival orchestra al Bridging Europe festival di Bruxelles, ponte musicale che unisce idealmente i due paesi della Presidenza 2024 dell’Unione, Belgio e Ungheria appunto.

«Lavorare con i giovani è fondamentale. Dobbiamo mantenere viva la musica classica nell’era dei computer. Esercitarsi su uno strumento è meglio che esercitarsi sui pulsanti di un telefono cellulare» sorride Fischer per il quale «cantare, soprattutto cantare in un coro, suonare uno strumento o semplicemente comprendere la musica rende i bambini più felici e più intelligenti nell’apprendimento». Il modello che il direttore ungherese ha in mente per la Euyo è quello della sua Budapest festival orchestra, fondata nel 1983 con giovani musicisti ungheresi e oggi tra le orchestre migliori al mondo. «Nessun segreto. Volevamo creare un nuovo stile di orchestra che consistesse meno nel seguire le istruzioni, ma più nel creare musica insieme. Ci siamo riusciti e questo entusiasmo ci tiene ancora insieme» racconta Fischer per il quale «essere direttore d’orchestra oggi è una responsabilità morale per la crescita culturale dei musicisti e del pubblico».

Tanto più in un periodo storico come quello che stimo attraversando. L’Europa, certo, è unita, abbiamo recentemente votato, ma ci sono questioni che ci dividono e allontanano alcuni paesi. E poi ai confini dell’Europa, in Ucraina e in Medioriente, ci sono guerre che sembrano non voler finire. «I nazionalisti vogliono trascinarci nel passato. Il futuro, invece, è l’unificazione. È un processo lento, ma sicuro. Alcuni secoli fa le città si circondavano di mura e facevano guerre con altre città. Ora queste mura sono attrazioni turistiche. Tra qualche secolo i confini nazionali saranno anche attrazioni turistiche. Oggi i musicisti aiutano le persone a comprendere e amare altre persone che vivono oltre i confini» riflette Fischer, convinto che «la musica può connettere le persone, avvicinarle. Può mantenere attivi, creativi e persino sani gli esseri umani. E può anche preservare il pianeta».

Messaggio universale. Messaggio potente. Come quello che Fischer vuole lanciare salendo sul podio della Euyo. Tre parole. «Pace, comprensione e tolleranza».