Musica. Jovanotti celebra la vita e il Cupolone
«Non ho radici ma piedi per camminare / Come posso io / non celebrarti / oh vita / oh vita». È piaciuto anche a padre Antonio Spadaro, che l’ha ritwittato, il ritornello di Oh Vita!, il nuovo singolo di Lorenzo Cherubini, alias Jovanotti, che anticipa l’omonimo album del cantante in uscita l’1 dicembre con 14 inediti.
Un rap anni 80 arioso e solare ricco di citazioni, fra le passioni per il rock&roll, il Missisipi e Gabriel Garcia Marquez, in cui un Jovanotti dal «cuore mediterraneo» si domanda «se esiste un Dio, forse sì, forse no, boh / ma ascolto le storie disposto a crederci un po’ / che siamo figli di qualcuno». Parole che, per quanto restino sul vago, acquistano un sapore affettuoso nel bel video in bianco e nero del singolo, girato da YouNuts nei luoghi dell’infanzia di Lorenzo a due passi dal Vaticano, fra antichi crocefissi, stuoli di suorine, pupazzetti di papa Francesco, venditori ambulanti, scolari, benzinai e la cupola di San Pietro presente in quasi ogni inquadratura.
Cupolone che Jovanotti vedeva ogni giorno da bambino dalla finestra della sua casa di Via di Porta Cavalleggeri 107, finestra da cui si affaccia anche nel video, vicino al Vaticano, dove suo padre lavorava alla Gendarmeria. «Volevo che questa canzone fosse raccontata da un video che mi connettesse con qualcosa di mio, che fosse un mio fatto personale, un “mio filmino”. Per questo ho pensato alla mia vita, alle mie origini. E per questo ho scelto Roma, dove ho vissuto per i miei primi 20 anni – scrive il cantante –. Adesso in quella casa non ho più nessuno, è vuota e pronta per una nuova famiglia, e ho chiesto al portiere del palazzo, che conosco da sempre, se mi faceva entrare a filmare la mia finestra, questa che è stato il mio panorama tutti i giorni per 20 anni.
Nel video non c’è nostalgia, ma c’è molto amore e gratitudine per una storia, un luogo e le persone che mi legano a quel posto. Abbiamo girato proprio nel mio quartiere e volevo che si sentisse la verità profonda di questa canzone perché in tutto questo nuovo lavoro e forse per la prima volta completamente senza nient’altro, sono Lorenzo».