Storie olimpiche. Jacobs, SuperGreg, Sara: a 30 anni la bella stagione non è finita
Sara Errani con la medaglia d'oro vinta nel doppio femminile di tennis
Quando hai trent’anni, in una società con i nonni tatuati e in cui non si vuole invecchiare più, ti dicono che sei ancora troppo giovane per capire. Vieni avanti. Ma quello del trentenne ancora all’inizio dell’era Peter Pan è discorso che regge ovunque, tranne che nel Villaggio olimpico. Qui a trent’anni sei all’ultimo giro di boa o poco ci manca, poi dipende dalla fenomenologia e “da quello che dice il tuo corpo”, Jacobs docet .
Jacobs più di questo non poteva
Marcel Jacobs che il traguardo dei trent’anni li taglia il 26 settembre sa che la bella stagione sta per finire. Nei 100, per Marcell probabilmente si è chiusa domenica 4 agosto con una finale in cui solo i maligni possono gridare al fallimento nazionale. Un quinto posto per l’ex re dei 100, ma in una gara spaziale dove il giamaicano Thompson con lo stesso 9’’79 si è dovuto arrendere alla tecnologia che ha premiato la punta del naso dell’americano Lyles, nuovo monarca degli uomini jet. Lyles è il nuovo re dei 100, ma Jacobs ora non è mica declassato al rango del paggio Fernando degli sprinter. Ha chiuso 5° e con un sincerissimo e comprensibile “ho dato tutto”. Tre anni dopo Tokyo la sua missione non è pienamente compiuta solo se guardiamo al podio e notiamo il vuoto della sua assenza, ma ha corso in 9’’85 e quello è un tempo che in condizioni meno marziane poteva garantire anche un bronzo, ma qui e ora no.
Super Greg, Paltrinieri non smette di stupire
Il bronzo l’ha preso Gregorio Paltrinieri un altro 30enne, li compirà il 5 settembre, negli 800 e poi ha voluto stupirci, ancora nei 1500 con un argento che otto anni dopo Rio vale quanto l’oro. Super Greg certo, uno che lavora a testa bassa ma con il sorriso, senza mai andare in apnea, uno non molla mai. Ma sulla sua vasca, come per Jacobs in pista, c’era un americano inarrestabile e invincibile. Un certo Bobby Finke vince e stabilisce anche il nuovo record del mondo, 14'30''67. Greg come Marcell ha dato tutto, anzi il massimo perché il suo14'34''55 è la quarta migliore prestazione espressa in una carriera in cui ci ha regalati cinque medaglie olimpiche. Come lui nessuno mai nel nuoto azzurro. Ma il 25enne di Tampa ha quattro anni in meno di Greg e in questo momento una marcia in più. E’ la dura legge dello sport. Eppure Paltrinieri c’è, eccome, e se dovesse salire sul podio anche in riva alla Senna nella prova delle acque libere quella sarebbe la sesta medaglia dell’Italnuoto che in piscina ha chiuso con 2 ori, un argento e 2 bronzi. Con l’eventuale sesta medaglia metà bottino italiano l’avrebbe riportato questo splendido trentenne che ha già annunciato che questa sarà la sua ultima Olimpiade e che non garantisce neppure per la prossima stagione. Perché il tempo, nonostante i successi e le sfide vinte, passa e logora mente e muscoli.
Il tennis azzurro riscrive la storia: Sara come Djokovic, 37 anni da superslam
Oggi questa teoria potrebbe smentirla la tennista azzurra Sara Errrani che a 37 anni e 97 giorni si è preso l’oro del doppio in coppia con la “ragazzina” Jasmine Paolini, classe 1996. Insieme hanno riscritto la storia del tennis tricolore, così come ha fatto Lorenzo Musetti con il bronzo olimpico strappato ad Aliassime nel singolare, coprendo alla grande anche il buco lasciato dall’assenza di Sinner. Ma la prima finale olimpica delle donne non si dimenticherà mai e quel trionfo al tie-break (10-7) al terzo set sulle russe Andreeva e Shnaider rimarrà una pagina d’oro nel libro dei gesti bianchi nazionali. Ma il tennis è un’altra storia rispetto alle altre discipline olimpiche e lo dimostra anche Nole Djokovic, l’altro 37enne re del Roland Garros in formato olimpico. Sara e Nole hanno inseguito questa medaglia per quattro Olimpiadi e alla fine è arrivata. Affinità elettive tra l’azzurra e il serbo: entrambi hanno completato il Career Golden Slam conquistando i quattro tornei del Grande Slam (Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e US Open) con la ciliegina del “5° slam”, il titolo olimpico. Sara piange di gioia, il guascone Djokovic davanti a moglie e figli si commuove perché sa che questo è davvero l’apice, la vetta di una carriera che può ancora regalargli altro, ma forse non più un altro oro ai Giochi. Anche se appena si asciuga le lacrime e torna l’istrione di sempre il serbo annuncia in mondovisione: “Voglio giocare ancora e farò di tutto per esserci a Los Angeles 2028”. C’è da credergli. A questo punto un pensiero alle prossime Olimpiadi potrebbe anche farlo la nostra Sara che saluta Parigi con un bel giro sulla moto elettrica assieme alla Paolini e scusandosi educatamente: “Pardon, ma non riesco a smettere di ridere”.
Un fioretto d’argento trascinato dal “vecchio” Foconi
E possiamo ridere anche insieme alla squadra del fioretto del “vecchio” Foconi che si arrende soloal Giappone e conquista un fantastico argento. Alessio Foconi con i suoi 34 anni chiude un cerchio importante trascinando in pedana i giovani ma già pluridecorati Tommaso Marini, 24 anni, Guillaume Bianchi (27) e il millennial medagliato a Parigi (argento individuale) Filippo Macchi, classe 2001. In “sostituzione” di Macchi Foconi è stato decisivo ai fini del risultato finale che premia il Giappone (45-36) alla sua prima storica medaglia olimpica. Ma l’Italscherma grazie all’esperienza dei Foconi e la freschezza dei Macchi è un movimento capace di confermarsi ancora con cinque medaglie: un oro nella spada a squadre femminile, 2 d’argento nel fioretto femminile e maschile a squadre, l’argento nel fioretto individuale di Macchi e il bronzo di Luigi Samele nella sciabola individuale. E anche Samele fa parte della tribù degli ultratrentenni, 37 primavere già compiute per lo sciabolatore foggiano, e la domanda che non può non sorgere spontanea: ora dove posso arrivare? Forse la bella stagione per molti dei nostri veterani azzurri non è ancora finita, perciò sognare ancora un’altra Olimpiade se non è del tutto possibile non è sicuramente vietato.