Udite, udite: è tornato il bomber di casa mia. Nello stranierificio della Serie A (il 56,11% del totale, più del record storico stabilito alla fine della scorsa stagione: 54,21%, con 315 stranieri su 581 calciatori impiegati dai venti club della Serie A), almeno la lingua del gol è quella nazionale. Ben 8 dei 14 migliori cecchini sotto porta parlano italiano. Così i tre argentini (Tevez, Higuain e Palacio) due spagnoli (Callejon e Llorente) e un brasilero cresciuto calcisticamente in Italia (Paulinho) che abitano ai piani alti della classifica dei cannonieri, sono quasi costretti ad intonare «e noi tra di voi».Il trono del re dei bomber per ora è in condivisione, il gemello del gol del Toro (con Cerci, a sua volta 12 gol segnati) Ciro Immobile ha realizzato 18 reti come il cuginastro juventino Carlitos Tevez. Ma se la scuola difensiva è in crisi di talenti, sul fronte dell’attacco siamo messi molto bene. Appena dietro Ciro il granata, infatti batte 16 colpi il vecchio Luca Toni che come un Romeo del gol ha fatto innamorare il popolo dell’Hellas Verona. Alla soglia dei 37 anni (li compie il 26 maggio), Toni ricorda a tutti che nella stagione 2005-2006 con la maglia della Fiorentina chiuse da sovrano assoluto dei goleador con 31 centri. Quota sfiorata negli ultimi anni da Di Natale e Cavani che si sono fermati a 29 gol.Con le 14 reti messe in cascina prima del crac al ginocchio, Pepito Rossi forse avrebbe potuto anche attentare al record del Toni in viola. È un ex Fiorentina anche Alberto Gilardino, classe mundial 1982, che con Toni aspira al ripescaggio in azzurro per Brasile 2014, visto che finora ha segnato tanto quanto Mario Balotelli e Mattia Destro (13 reti) e un gol in più del bimbo d’oro del Sassuolo, Domenico Berardi. Il genietto neroverde (già della Juve) è il più giovane della lista dei frombolieri tricolori. Dopo di lui, per giovinezza c’è il 23enne romanista Destro, reduce da una tripletta rifilata al Cagliari. La partita perfetta per il Mattia di Trigoria, macchiata da una botta a tradimento ai danni dell’amico e compagno d’azzurro Astori. Un’alzata di gomito, che è sfuggita all’arbitro Massa, ma che oggi con la prova-tv verrà sentenziata con la squalifica per il giallorosso.«Sono episodi che ci stanno nell’ambito del gioco, ma non ci dovrebbero essere», stigmatizza il presidente della Figc Giancarlo Abete che passa la palla al ct Cesare Prandelli e al suo codice etico. Il Cesare nazionale farà le sue valutazioni, ma non potrà certo ignorare che Destro al momento è l’attaccante più in forma e puntuale in fase realizzativa, come dimostra la sua media di un gol ogni 83 minuti. Il ragazzo è partito dalla panchina per via di un infortunio e ha giocato solo 19 partite, ma ormai ha conquistato Garcia e a Prandelli manda a dire: «Sto lavorando per diventare più cattivo, gara dopo gara». Il Mattia ritrovato, si riferisce alla sana “cattiveria agonistica”. E quella, prima che all’Inter dove è cresciuto e poi è stato assurdamente “scaricato”, glie l’ha trasmessa papà, Flavio Destro, (attuale allenatore dell’Ascoli), terzino tosto anni ’80 che, ieri come oggi, farebbe molta fatica a fermare un bomber made in Italy come il suo Mattia.