Basket. La nazionale italiana con sindrome di Down: tre volte campioni del Mondo
Three-peat per la nazionale italiana formata da atleti con sindrome di Down. Dall’altra parte dell’oceano avrebbero utilizzato quest’iconica espressione per celebrare le tre volte consecutive sul tetto del mondo della compagine azzurra. Sono giorni di grande entusiasmo per l’Italbasket, guidata da coach Giuliano Bufacchi e dai suoi assistenti Mauro Dessì e Francesca D'Erasmo, che torna oggi in Italia, dopo aver ottenuto la terza medaglia d’oro consecutiva, con un percorso netto, che l’ha vista vincere tutte le partite dal primo turno fino alla finalissima.
Ai mondiali di Madeira, in Portogallo, gli azzurri avevano già battuto nel girone eliminatorio l’Ungheria (31-14), poi ritrovata in finale e per questo, secondo il coach, gli avversari sono scesi in campo più preparati nell’ultimo scontro per assegnare l’oro: «Grazie a quella sfida – ha spiegato coach Bufacchi – gli ungheresi si sono presentati con delle contromisure e all’inizio ci hanno sorpreso. Abbiamo però letto bene la partita, fornendo indicazioni ai nostri ragazzi su come attaccare gli avversari. I giocatori hanno recepito alla grande» e dopo il parziale tutto è stato in discesa (36-12 il finale). Dopo un primo tempo in equilibrio si è scatenato il miglior realizzatore dell’Italia e del torneo, Davide Paulis capace di «segnare da ogni parte del campo, il pubblico è rimasto estasiato dai suoi canestri: il nostro Davide sembrava inarrestabile e con i suoi 20 punti ci ha trascinato nel terzo quarto» ha raccontato l’assistant coach Mauro Dessì, ancora emozionato. Davide è uno dei ragazzi che Dessì allena personalmente nel club sardo dell’Aipd Oristano, dove milita anche Lorenzo Puliga, generosissimo nel dare sostegno al quartetto dei titolari e a orchestrare l’azione offensiva. Oltre ai giocatori del club di Oristano, sul gradino più alto del podio sono arrivati anche la prima e unica giocatrice donna, Chiara Vingione che assieme a Fabio Tomao rappresentano in azzurro il Basket4ever di Formia; mentre gli altri quattro atleti azzurri fanno tutti parte dell’Anthropos ASD di Civitanova Marche: tra loro capitan Alex Cesca, Alessandro Greco, Francesco Leocata e Andrea Rebichini.
Anche nella semifinale contro i padroni di casa del Portogallo è stato protagonista assoluto il talento di Quartu Sant'Elena, Paulis, colpendo il canestro a ripetizione (10 punti suoi, ndr), in una partita con un finale da brividi, 20-14 il finale per l’Italia.
Dopo il Three-peat il fenomeno Marco Spissu chiederà nuovamente la maglia al fenomeno Davide Paulis? Nella terra sarda, ricca di talenti cestistici, nel 2019 si poté godere di questa bella storia di amicizia e di campioni: con il play titolare della nazionale di Gianmarco Pozzecco, allora ancora alla Dinamo Sassari, che sapendo di essere l’idolo di Paulis, dopo la vittoria ai mondiali chiese per primo in dono la maglia da gioco al tuttofare di talento della nazionale italiana per atleti con sindrome di Down.
Al di là dei talenti individuali, che pure fanno sognare in grande, nel basket nessuno è più grande della squadra stessa: la formazione di coach Bufacchi nella appena conclusa kermesse di Funchal, sull’isola di Madeira, si è riuscita a ripetere per la terza volta di fila, non solo per le prove di Paulis, ma soprattutto grazie al gioco di squadra espresso, alla conoscenza reciproca, all’altruismo e alla fantasia di tutti i giocatori che ora sono pronti a prepararsi l’anno prossimo per l’Europeo in casa e a seguire nel 2024 a quello che è il più atteso evento promosso dalla Fisdir, la federazione degli sport paralimpici intellettivo-relazionali, i Trisome Games la massima manifestazione sportiva dedicata unicamente ad atleti con Sindrome di Down che prevede 7 discipline tra cui atletica leggera, calcio a 5, judo, nuoto, tennis e tennistavolo e ovviamente basket. «Il nostro sogno è giocare con la squadra degli Stati Uniti, che sta lavorando per affiliarsi e poter partecipare ad Antalya nel 2024» ha raccontato Dessì. E allora, siccome a questi ragazzi piace davvero sognare in grande: il nuovo obiettivo è giocarsela con il Dream Team Usa, tra due anni. E chissà, magari pure batterli.