Agorà

IL CASO. «Io, il graffitaro delle icone street»

Luca Liverani mercoledì 4 luglio 2012
​Al secondo Urban Contest di Roma, gara tra 50 “artisti di strada” di tutta Italia, Mr.Klevra è uno degli ospiti d’onore fuori concorso, assieme ad altri <writers affermati. Con spray, stencil e pennello, in un paio di giorni ha realizzato un pannello di quasi due metri per quattro. Soggetto: due madonne simmetriche al centro, due volti del Cristo all’esterno. Iconografia bizantina in salsa metropolitana. Sì, perché il romano Mr.Klevra, non è un “graffitaro” qualunque, ma una specie evoluta di “madonnaro 2.0”. Niente gessetti e marciapiedi: acrilici e spray per tavolozza, poster, muri e saracinesche come tele.«Disegno ininterrottamente da quando ero bambino – racconta – tanto che mi sono mantenuto all’università dipingendo tavole da surf, decorando automobili e motociclette, facendo lavori di grafica. Ho 34 anni, sono cattolico praticante. E di notte attacco Madonne e santi sui muri. Credo di essere parecchio trasgressivo», dice ghignando sotto il pizzetto. Altro che teschi, graffiti e slogan. È da un po’ che questo street artist ha scelto come cavalli di battaglia le icone della tradizione orientale, rivitalizzate dall’approccio street.Berretto a coprire i capelli lunghi raccolti dietro la nuca, barba rada, occhialoni, un crocefisso e una piccola torah appese allo “snake” – il girocollo indiano d’argento – Mr.Klevra racconta l’educazione alla fede ricevuta in famiglia dalla mamma. E l’episodio che lo convince definitivamente che, lassù, qualcuno lo ama davvero: «È stato a vent’anni, quando ho avuto un brutto incidente stradale. La macchina si è fermata a sinistra. A destra c’era il burrone».Sì, ma perché le icone orientali? «Perché è un linguaggio di sintesi pazzesco – esclama – sono immagini nate per divulgare la fede tra gente che non sapeva leggere. E univano la bellezza a una tecnica raffinata piena di significati. L’unico corso d’arte che ho fatto in vita mia è stato uno di iconografia». Nelle sue icone compaiono spesso scritte arabescate. «È un lettering che ho imparato visitando le moschee di Istanbul. Io lo uso per messaggi quasi subliminali, come il “Totus Tuus” di Giovanni Paolo II. Se qualcuno vedendo un mio poster per strada si ferma a pensare un attimo: «Ma chi è ’sto matto che dipinge Madonne?», già ho raggiunto il mio scopo».Le sue immagini classiche, nel contesto metropolitano, non passano inosservate: «In Brasile ho partecipato con altri street artist locali a un progetto di riqualificazione urbana promosso dalla Fondazione Caixa. Il curatore, quando ha visto le mie icone, ha esclamato: «Finalmente qualcosa di nuovo e di bello».Adesso Mr.Klevra dà gli ultimi ritocchi al pannello che ha dipinto per questo Urban Contest, un’occasione per vedere gli artisti dello spray al lavoro. Il festival, organizzato dalla società “21 Grammi”, resta aperto per tutto luglio. Cinquanta delle opere in concorso saranno vendute da una casa d’asta londinese con sede a Roma: l’incasso sarà devoluto direttamente a progetti di ricostruzione post-sisma in Emilia. Le due Madonne sul pannello di truciolato splendono di oro e di rosso. Ai volti del Cristo manca ancora qualche tratto nero: «Cristo? Ma no, guarda bene – puntualizza – non vedi che sono i miei autoritratti? C’è il berretto, la cuffia e gli occhiali: ecco, sono io», dice sorridendo sotto i baffi. E scrive sotto ai volti di Maria il suo “Totus Tuus”.