Agorà

INTERVISTA. Card. Dziwisz: «Est e Ovest unite dal pallone»

Massimiliano Castellani lunedì 11 giugno 2012
Ascoltare la voce del cardinal Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, (incontro concesso a “Avvenire” e a Luca Collodi di “Radio Vaticana” che oggi e domani trasmetterà l’intervista integrale), è come sedersi a un tavolo e avere il privilegio ideale di conversare ancora con Karol Wojtyla. L’arcivescovo della città che ospita il ritiro azzurro, per 40 anni è stato il segretario del beato Giovanni Paolo II. L’uomo ombra del Papa, sempre al suo fianco anche nel giorno dell’attentato di Ali Agca in piazza San Pietro. Era il 13 maggio 1981. Allora la Polonia era sotto il ferreo regime comunista dal quale si sarebbe liberata solo nell’89. Oggi troviamo uno dei pochi Paesi dell’Unione Europea in piena ascesa economica. Il calcio, eminenza che messaggio può lanciare dalla Polonia e da Euro 2012?«Un messaggio importante. Certamente questi campionati aiuteranno ad unire ancora di più l’Europa. Perché c’è ancora in gioco questa divisione tra Est ed Ovest. Il Muro di Berlino è caduto, ma all’interno delle anime permane questa separazione tra Est ed Ovest». Chi è arrivato qui ha trovato un Paese profondamente cambiato.«Certamente. La Polonia di oggi è diversa dalla Polonia sotto la dittatura marxista. La libertà ha provocato un rinnovamento economico, ma anche un importante cambiamento sul piano culturale e ritengo che la Polonia fosse preparata a questo cambiamento. Ora deve andare avanti, ma senza mai perdere quel filo spirituale che accompagna il popolo polacco, cristiano da secoli».Wojtyla è stato il “Papa dello sport” e qui in tanti raccontano delle sue domeniche allo stadio. Giovanni Paolo II non ha mai nascosto il suo tifo per il Cracovia, salvo ricevere in Vaticano anche gli eterni rivali del Wisla Cracovia…«Il Papa in realtà non andava allo stadio, ma seguiva il calcio attraverso i giornali, la radio e la televisione. Si interessava, perché anche lui, personalmente, cercava di fare sport. In Italia, devo dire, che simpatizzava un po’ per la Roma e un po’ per la Lazio. Ma come Papa, però, doveva essere al di sopra delle parti».Papa Benedetto XVI, in un messaggio ai vescovi polacchi, ha detto che lo sport «deve aiutare a superare la logica dell’individualismo e dell’egoismo». Ma il calcio come può contrastare gli egoismi del nostro tempo?«Cercando di vivere bene e in maniera sana lo sport, perché è noto che specie nel calcio esiste il problema della violenza e il pericolo del terrorismo. Qui dobbiamo cercare di evitare tutto questo, anche perché siamo solo all’inizio degli Europei. Speriamo che tutto vada bene, secondo lo spirito dello sportività». Lo spirito dell’antirazzismo e dell’antisemitismo, nei giorni scorsi ha guidato in visita ad Auschwitz molte Nazionali. Forse, anche grazie al calcio, il livello di sensibilizzazione sta cambiando?«Penso di sì. Qui in Polonia e credo anche in Ucraina, ma parlo a nome della Polonia, non esiste assolutamente nessuna forma di razzismo. Piuttosto c’è una grande simpatia per la gente di colore e massimo rispetto per gli ebrei. Però, è vero che ci sono alcuni ambienti dell’Occidente che tentano ancora di imporre ideologie razziste e antisemite». Martedì a Varsavia c’è Polonia-Russia: il calcio può allentare le tensioni tra i tifosi e la storica diatriba che esiste tra questi due popoli?«Non penso, ma solo perché tra il popolo polacco e quello russo non ci sono tensioni. In passato esisteva un grosso problema con il marxismo comunista, ma non con il popolo russo che è un popolo buono, sensibile alla cultura e anche allo sport».Klose e Podolski, “figli della Slesia” hanno scelto di giocare per la Nazionale tedesca. Molti tifosi polacchi li rimpiangono e non amano molto gli “oriundi” - figli di polacchi emigrati - che non cantano l’inno, ma fanno parte della Nazionale di Zmuda...«Sui giornali si leggono opinioni diverse in merito. I polacchi che giocano all’estero e che partecipano agli Europei ci fa piacere che facciano parte della Nazionale, ma semplicemente perché giocano bene».Il Calcioscommesse impazza in Italia, ma ci sono processi in corso anche in Polonia e le sentenze arriveranno dopo gli Europei. Cosa ne pensa?«Che purtroppo è un fenomeno diffuso e che c’è sempre qualcosa del genere nell’ambito del comportamento di certi atleti».Eminenza, lei vedrà le partite di Euro 2012?«Ho visto in tv le due gare inaugurali: quattro buone squadre. La Russia è stata davvero molto forte. Adesso aspetto di vedere con interesse Italia-Spagna, sarà certamente uno spettacolo di altissimo livello. Un peccato che si incontrino già all’inizio dell’Europeo...».E della sua Polonia in campo che opinione si è fatta?«In questo momento la squadra polacca non è molto forte: spero comunque che riesca ad andare avanti».Vogliamo azzardare un pronostico su chi vince gli Europei?«Meglio di no. Ho già sbagliato dicendo che la Polonia avrebbe vinto contro la Grecia ed è stato solo un pareggio. Mi ha sorpreso il 4-1 della Russia alla Repubblica Ceca. Quindi prevedo solo un campionato molto aperto. Se l’Italia vincerà il titolo, applaudo fin da ora. Un saluto di cuore ai tifosi e ai media, con un invito particolare: cercate di far capire ai cristiani che lo sport è importante, soprattutto per la promozione umana».