Agorà

Calcio. Inter-Milan, un derby in tono minore

Antonio Giuliano sabato 21 dicembre 2013
Inter-Milan, siamo d’accordo, non è mai una partita come le altre. Ma quello che va in scena domani sera a San Siro (fischio d’inizio alle 20.45) è senz’altro un derby in tono minore. Basta dare un’occhiata alla classifica per capire che lo scudetto non si gioca a Milano. I numeri sono impietosi. Se si sommano per esempio i punti conquistati dalle due milanesi finora in campionato si arriva a 48. La Juventus, da sola ne ha 43. Come se non bastasse la distanza siderale della vetta, le due squadre arrivano alla sfida con bassa autostima e poche certezze. I nerazzurri sembrano aver perso lo smalto di inizio stagione e hanno collezionato appena tre punti nelle ultime quattro gare. I rossoneri sembrano in un periodo di forma migliore, ma il pesante ritardo in classifica e le prestazioni altalenanti non autorizzano sogni di gloria. Tutt’altro. Allegri può contare se non altro sulla verve di Kakà che insegue il centesimo gol con la maglia del Milan, lui che proprio all’Inter segnò dieci anni fa la sua prima rete in rossonero. Da tener d’occhio anche la voglia di Balotelli a caccia del primo gol alla sua ex squadra. Ma l'assenza per squalifica di Montolivo non è di poco conto. L’Inter da parte sua recupera Icardi, ma bisognerà vedere se Mazzarri fedele al motto: “Primo non prenderle” non opti per una scelta più attendista con il solo Palacio davanti. La sensazione netta però è che per entrambe le squadre questo campionato non passerà alla storia. Non è un caso allora che a tenere banco sia il mercato. Inter e Milan hanno disperatamente bisogno di rinforzi già dalla sessione di gennaio. Ma con quali risorse? E quante ne occorreranno per colmare un divario oggi abissale? Più che sul campo occhi allora puntati in tribuna. Questa volta più che mai. Sarà infatti il primo derby con un presidente straniero alla guida di uno dei due club, con l’indonesiano Erick Thohir che spera finalmente di poter festeggiare il primo successo in campionato. E per la prima volta da 18 anni a questa parte non ci sarà Moratti a capo dell'Inter. Un derby rivoluzionario e dei debuttanti anche sull’altra sponda del Naviglio: dopo 28 anni, Galliani non è più la figura centrale della gestione Milan. Al suo fianco l’agguerrita e ambiziosa Barbara Berlusconi. Ma la coesistenza tra i due riuscirà a riportare il club ai fasti del passato? E senza la generosità e il cuore di Moratti l’Inter potrà risalire la china? Domande che offuscano i sogni dei tifosi che se non altro saranno presenti sugli spalti. La Corte di Giustizia Federale della Figc ha infatti deciso di sospendere il provvedimento di chiusura della curva Nord interista (con il curioso compiacimento anche degli ultrà rossoneri). Sono allora i due allenatori a caricare la sfida. «Serve un Milan perfetto per vincere il derby» ha detto Massimiliano Allegri che chiede ai suoi una prestazione maiuscola anche per la classifica: «Mi accontenterei di vincere anche giocando male, ma non sarà così». Dal canto suo Mazzarri predica una calma solo apparente: «Attenzione sì, tensione no». Ma il tecnico toscano al primo derby sulla panchina nerazzurra ammette: «Vincere sarebbe una grande iniezione di fiducia per tutti. È una partita dal fascino particolare, lo sappiamo, ma cerco di pensarci il meno possibile fino a quando non salirò le scalette del campo: solo allora forse capirò davvero fino in fondo cosa sia il derby di Milano».