La testimonianza. In onda il parroco dell’etere: «C’è sete di Dio, le diamo voce»
Don Mario Galbiati domenica nella Cappellina
«Ero un parroco felicissimo, a un certo punto ho visto cambiare la mia vita». Così don Mario Galbiati spiega cosa successe quel 20 febbraio 1983, quando da parroco di Arcellasco di Erba diventa «parroco dell’etere», come lo chiamava affettuosamente il cardinale Tettamanzi. «La Mamma – racconta – mi suggerì interiormente che non dovevo trasmettere notizie terrene e materiali, perché c’erano già tanti mezzi di comunicazione che lo facevano, ma dovevo pensare alla realtà spirituale, perché l’uomo ha tanta sete di Dio, ma non sa come trovarlo, non sa come entrare in sintonia con Lui».
Il cardinale Bassetti le scrive: «È indubitabile che la Madonna, caro don Mario, ti sia particolarmente cara. La tua vita è "impregnata" della devozione filiale a Maria». Dove è nata questa sua "devozione filiale"?
In famiglia: a casa noi figli – ero l’ultimo di sette – respiravamo una vita semplice di preghiera, di carità e di amore per Gesù e per la Madonna. E poi Maria mi ha sempre seguito, in Seminario, nei primi anni come coadiutore ad Albavilla e poi come parroco ad Arcellasco
Nel 1991 si verificò quello che lei chiama «temporale umano»...
Mi ha portato via Radio Maria, che amavo tanto. Sono andato dai miei superiori e ho messo tutto nelle loro mani. A Roma il segretario della Cei monsignor Tettamanzi mi ha suggerito di fondare un’altra radio. Ed è nata Radio Mater. Quell’11 febbraio 1994 ho sentito che la Madonna voleva dirmi: vai avanti. Le stesse parole che mi ha ripetuto, con tanta fatica perché era sofferente, il cardinale Martini poche settimane prima di morire: «Don Mario, vai avanti così, sempre con la Chiesa».
Come nacque il Centro Mariano di Albavilla?
Dovendo lasciare Erba, cercammo altre soluzioni ma i prezzi erano troppo alti per noi. Allora è intervenuto ancora una volta la Mamma. Un giorno mi chiama il nostro geometra e mi dice che c’erano un paio di edifici adatti ma abbandonati. Ad Albavilla. Proprio dove avevo passato anni meravigliosi come coadiutore. Li abbiamo acquistati e ristrutturati grazie a tanti volontari, persone con motivazioni profonde, alcuni presenti da 25 anni, per un lavoro sempre notevole. La radio trasmette 24 ore su 24, la metà dei programmi è di preghiere (Messe, Rosari, Liturgia delle Ore). E di notte facciamo 4 ore di adorazione in diretta, dalle 2 alle 6.
Che significato avrà la visita di Delpini?
L’arcivescovo è teneramente vicino a Radio Mater. E la sua presenza sarà per noi un forte incoraggiamento. Ho sempre desiderato che Radio Mater fosse legata a filo doppio con la Chiesa e che seguisse l’imperativo di Gesù: Andate in tutto il mondo ad annunciare il Vangelo.