Musica. Il Volo in famiglia a cantare dal Papa
Domani il trio canoro Il Volo aprirà a Roma il decimo Incontro mondiale delle famiglie
Forse è arrivato davvero il momento di scrollarsi di dosso la nomea di enfant prodige che accompagna i tre cantanti de Il Volo da quando, 13 anni fa, erano davvero dei baby fenomeni del belcanto. Gianluca Ginoble e Ignazio Boschetto, ambedue 27 anni, e Piero Barone, 29 anni, dopo due anni e mezzo di stop forzato a causa della pandemia sono tornati a riprendersi il loro status di star internazionali con l’avvio trionfale del tour mondiale dall’Arena di Verona lo scorso 3 giugno, per proseguire a luglio a Ferrara, Palmanova, Torre del Lago, Ostuni, e a settembre a Brescia per tornare a dicembre a Torino, Milano e Roma. Ma qualcosa è cambiato, è scattata una molla che li ha fatti maturare e quelli che ci ritroviamo seduti davanti sono tre giovani uomini che colpiscono in profondità con le loro riflessioni sulla vita. Che sono quelle che porranno all’attenzione di papa Francesco domani quando apriranno il X Incontro Mondiale delle Famiglie in Vaticano non solo esibendosi in alcuni loro brani durante il Festival delle Famiglie, ma presentandosi a testimoniare in prima persona con i propri familiari le loro esperienze di vita. «Saremo insieme a tante delegazioni che rappresenteranno tutte le famiglie del mondo – ci spiega Piero Barone –. Il nostro contributo musicale avverrà nella Sala Nervi. Questo è un evento molto particolare, a cui noi teniamo tanto. In questi 13 anni abbiamo sempre mostrato e spiegato la forza e l’importanza fondamentale del sostegno delle nostre famiglie nella nostra vita, perché la nostra carriera è iniziata quando noi eravamo davvero piccoli. Ringraziamo il Vaticano per questo invito, ma soprattutto per aver invitato tutte le nostre famiglie, i nostri genitori, i nostri fratelli e ci sarà la testimonianza da parte loro».
Alle 18.15 in Aula Nervi, dopo il benvenuto e l’introduzione da parte dei conduttori Amadeus e la moglie Giovanna Civitillo, l’evento di domani sarà inaugurato dagli artisti de Il Volo che canteranno in italiano ed inglese Grande amore, il brano con cui hanno vinto il Festival di Sanremo, e saranno intervistati dai due conduttori. Papa Francesco, che arriverà intorno alle 18.45 e pronuncerà un discorso conclusivo, dopo aver ascoltato le testimonianze di cinque famiglie, farà il suo ingresso sulle note dell’Hallelujah di Coen, cantata da Il Volo con Form – Orchestra Filarmonica Marchigiana.
È la prima volta che i tre artisti si espongono in modo così personale, ma lo fanno con entusiasmo come spiega Ignazio Boschetto, che sarà accompagnato dalla madre Caterina e dalla sorella Antonina. «Abbiamo sempre cercato di valorizzare il senso della famiglia nelle interviste, nelle nostre canzoni e nei nostri concerti. Sono una parte preponderante della nostra carriera e sono una parte fondamentale dei nostri stati d’animo» aggiunge Ignazio, il cui pensiero va al padre Vito, scomparso all’improvviso l’anno scorso alla vigilia dell’esibizione de Il Volo come ospiti a Sanremo per omaggiare Ennio Morricone. «Non è facile gestire un lutto in famiglia, specialmente quando hai tanti anni davanti con ancora tante soddisfazioni da condividere e obiettivi che non sono stati raggiunti – ci spiega –. Ma nella sfortuna ho avuto la fortuna di avere il tempo e l’opportunità di far vedere cose belle a mio padre e di fargli vivere grandi emozioni. Siamo umani e le situazioni impariamo a gestirle vivendole».
Gianluca Ginoble andrà all’Incontro delle Famiglie con la madre Eleonora, il padre Ercole, il fratello Ernesto «e soprattutto mio nonno Ernesto che ha 88 anni ed è legato in maniera profonda alla fede. Mentre i giovani oggi si stanno allontanando dalla fede, con la secolarizzazione che avanza. Invece è bello vedere la felicità di mio nonno già solo alla notizia che potrà stringere la mano a papa Francesco. Ecco, io sono contento di avergli regalato questa gioia, perché i nonni sono le persone più importanti». Piero Barone porterà la mamma Eleonora, il padre Gaetano, il fratello Francesco e la sorella Maria Grazia. «Sono davvero emozionato di portare mia madre dal Papa: è lei che fin da piccolo mi ha trasmesso l’importanza della fede – rivela l’artista –. Superata l’infanzia, è stato un percorso voluto con la consapevolezza di quanto fosse importante nella mia vita credere. Nell’ultimo periodo abbiamo avuto modo di riflettere su noi stessi, abbiamo avuto il tempo dalla nostra parte, quello che in passato non riuscivamo ad avere. Penso che la cosa più bella che mi sia capitata in pandemia sia stata l’avvicinamento alla fede. Ho sempre frequentato la Chiesa, però ho scoperto di essermi avvicinato a Dio soprattutto nei momenti di gioia, quando invece troppo spesso ci dimentichiamo di ringraziare».
Per i tre artisti de Il Volo questo è il terzo incontro con papa Francesco, dopo la visita del 2016 e la partecipazione nel 2019 alla Giornata Mondiale della Gioventù. «Tra l’altro per noi è stata una sorpresa bellissima quando il cardinale Ravasi ha twittato una foto in cui fra i vari vinili che il Papa ascoltava, c’era pure un nostro disco» dicono in coro. Gianluca Ginoble, poi, ci sorprende svelandoci un suo desiderio segreto. «Io adoro papa Francesco, ma sono diventato un grande fan del Papa emerito Ratzinger. Sto leggendo in questi giorni la sua Introduzione al Cristianesimo – rivela il cantante –. È affascinante scoprire storicamente come il cristianesimo ha affrontato e si è rialzato dalle varie crisi nei secoli. Ho letto anche Credere, il dialogo tra Umberto Galimberti e Juliàn Carròn su ragione e fede: a che cosa serve essere razionale per accettare una realtà che forse è tragica? La fede è l’unica cosa che ti permette di vivere una vita legato a qualcosa che può veramente elevarti sotto tutti punti di vista. Ed è un grande dono, è fortunato chi lo ha ricevuto e chi lo trova dopo un cammino di conversione. Ecco, io vorrei tanto incontrare Ratzinger per intraprendere un dialogo su questi temi, gli scriverò una lettera. Speriamo...». «È arrivato il teologo» scherza Ignazio, che però al riguardo ha una sua posizione molto seria, poiché «la fede è una delle cose più potenti al mondo. Avere fede è forse uguale ad avere speranza. Io non sono molto praticante, ma credo che ci sia qualcosa di potente, questa energia fortissima che ci guarda da lassù e influenza le nostre giornate. Penso che ognuno debba fare il suo percorso di vita per poterci arrivare».
La musica, comunque, ha molto a che fare con lo spirito e i tre lo dimostreranno anche a Natale quando per Rai1 si esibiranno davanti alla Basilica della Natività di Betlemme. Tutti e tre sono concordi nel riconoscere che l’ispirazione è un qualcosa che arriva da un “altrove” misterioso, anche se Piero confessa: «Quando canto l’opera riesco ad esprimere la gioia più profonda, e quando canto sento che c’è qualcosa di più grande che mi sta ascoltando, e mi piace ringraziare Dio».
Insomma, i tre sono cresciuti, nei loro sogni futuri quello di farsi una famiglia propria c’è, ma per ora c’è da consolidare il progetto de Il Volo. Fondamentale la loro amicizia, nonostante «siamo profondamente diversi, abbiamo imparato a conoscerci, a rispettarci ed ora siamo molto più che fratelli – ci spiegano –. Abbiamo un forte senso del dovere e magari rispetto ai nostri coetanei possiamo risultare noiosi, ma noi ci divertiamo con semplicità e complicità. Non sapete quante risate ci facciamo sul palco». E adesso si torna a cantare davanti a grandi platee nel tour mondiale Il Volo live in concert che raccoglie il meglio del repertorio de Il Volo, da Grande amore all’opera lirica, dagli omaggi a Morricone e Elvis a sorprese come un Hallelujah di Leonard Cohen da brivido. «Fare un tour dove proponi prettamente l’ultimo progetto non ci piaceva molto perché dopo due anni e mezzo di pandemia volevamo cantare chi è il Volo» spiega Ignazio, mentre Piero e Gianluca ribadiscono: «Abbiamo un obiettivo comune: è Il Volo. Siamo legati a un genere musicale che porta prestigio, ed è quella la strada che nel tempo vogliamo raggiungere. Stiamo vivendo la vita con così tante responsabilità che bisogna gestirla in maniera seria. Nel giro di un mese abbiamo stretto la mano al presidente Mattarella per il 2 giugno e fra poco stringeremo quella del Papa. Sembra incredibile. Abbiamo ancora tanti progetti, abbiamo tre teste diverse ma la priorità è il nome da solidificare e da cercare di rendere prestigioso. Occorre curarlo per bene esprimendo in questo percorso soprattutto le nostre personalità e per mostrare chi siamo realmente».