Agorà

La novità. Il violino di Cremona suona con i miti del rock

Massimiliano Castellani venerdì 27 settembre 2024

La liuteria elettrica protagonista all'Electric Sound Village di Cremona

Cremona, si sa, è sinonimo di premiata liuteria nel mondo. Patrimonio dell’Unesco è l’antica arte creativa di strumenti ad arco - violini, viole, violoncelli, contrabbassi e chitarre - che sotto le sue torri va avanti da oltre cinquecento anni. E la tradizione dei grandi maestri liutai, del Seicento e del Settecento, i geniali Amati, Guarneri, Bergonzi e Stradivari, prosegue nelle circa 150 botteghe di una scuola che nel 1938 divenne regale. Con tanto di decreto della Real Casa Savoia infatti qui venne istituita la Scuola Internazionale di Liuteria, che poi nel ’60 prese il nome di “Istituto Professionale Internazionale per l’artigianato liutario e del legno”. Per tutti, semplicemente la “Scuola Antonio Stradivari”, il genius loci assoluto che nel 1680 nel laboratorio di via San Domenico forgiava pezzi unici per la gioia dei virtuosi della musica: arpe, chitarre, viole, violoncelli, liuti e tiorbe. Seicento delle oltre mille perle costruite dalle sapienti mani di Stradivari sono ancora conservate e in circolazione, e alcune si possono vedere in mostra al “Museo del violino” che reca il suo nome. Un luogo di culto per appassionati e visitatori, come quelli che da oggi stanno affollando l’annuale fiera di “Cremona Musica”. La più importante kermesse di settore a livello mondiale che si tiene dal 2002 e che chiama a raccolta i maestri liutai, i principali produttori di accessori e forniture per la liuteria, editori musicali e ovviamente i più attenti cultori e clienti del genere.

Ma la grande novità di “Cremona Musica 2024” è rappresentata dal debutto del padiglione “Electric Sound Village”. Una mostra nella mostra, un’idea davvero rock di Stefano Prinzivalli che ha avuto l’intuizione di restringere il campo storico della liuteria classica passando da manufatti che hanno cinque secoli a quelli che sono stati prodotti appena 70 anni fa. Un megasalto generazionale che intende porre le basi per la costruzione di un «grande ponte che metta in comunicazione quella che possiamo dire la storia classica, intesa anche come strumenti per quel tipo di musica e la grande tradizione rock», dice Prinzivalli inaugurando il padiglione. Un patrimonio importante, immenso anche questo, fatto di altrettante rarità, perché spiega ancora Prinzivalli: «Ci sono anche chitarre appartenute a rockstar che sono state battute all’asta per 3-4 milioni di euro, quindi a cifre superiori addirittura a uno Stradivari». Il “ponte” ideale dell’Electric Sound Village, che comincia da un piccolo spazio interno alla Fiera per puntare a uno più grande autonomo e più visibile alla prossima edizione di “Cremona Musica”, ha lo scopo precipuo di mettere in dialogo il pubblico della classica con quello più giovane, che magari al violino ha anteposto la conoscenza e il suono della chitarra acustica o elettrica e tutto ciò che riguarda la moderna musica elettronica. «È un seme culturale che ovviamente ha bisogno di un po’ di tempo per germogliare e per mettere in comune i tanti fiori che sono pieni di colori affini – continua Prinzivalli - . Cominciamo dunque con 30 espositori e tra questi figura anche un principe dei liutai come il guitar-creator finlandese Juha Ruokangas, il quale ha realizzato una chitarra mettendoci dentro una spada, ispirandosi al personaggio di Kalevala, l’epopea nazionale del suo paese». La chitarra di Ruokangas è uno dei tanti cimeli esposti all’Elettric Sound Village. Oggetti preziosi che parlano di universi paralleli, che qui a Cremona sulla via del liuto non si erano mai incontrati prima. Ed è un bel colpo d’occhio e un vero spettacolo vedere tra viole e violini affiorare amplificatori, pedali e quei congegni planati direttamente dalla galassia ipertecnologica e digitale, la quale non può prescindere dall’artigianato delle origini. Una collezione invidiabile quella di “Made in rock aps”. «Si va da una delle prime chitarre appartenute al re del blues B.B. King, alla chitarra di Paco Ibanez suonata da Steve Vai – illustra Prinzivalli – . Qui abbiamo un prototipo di Fender unica al mondo che abbiamo fatto autografare da tutti i membri degli Iron Maiden. Poi gli amplificatori storici di di Keit Richard dei Rolling Stones, di David Gilmour dei Pink Floyd e di Jimmy Page dei Led Zeppelin. Il basso e la giacca di Sting e molto altro ancora tutto quanto da scoprire, specie dal pubblico giovane al quale ci rivolgiamo come i “neofiti prediletti” di Electric Sound Village». Giovani che non conoscono molti di quei miti del rock che i loro padri invece riconosceranno dal suono degli strumenti e anche dalle immagini delle locandine dei concerti e i poster che hanno fatto bella mostra nelle loro stanze di figli degli anni ’60 e ’70. Domani ci saranno anche diverse performance e da non perdere è sicuramente l’Open stage di Giuseppe Scarpato, storica chitarra elettrica di Edoardo Bennato, accompagnato dal violino di Lena Yokoyama e il violoncello di Alessandro Copia. «Mi piace pensare e far pensare al pubblico – conclude Prinzivalli – che oggi magari Paganini suonerebbe un violino elettronico o imbraccerebbe una chitarra eletrica per eseguire un pezzo di Jimi Hendrix. Perché del resto Paganini non era forse l’Hendrix del suo tempo?». Come dargli torto.