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Archeologia. Il Sarcofago degli sposi salvato dal traffico grazie ad una pedana hi-tech

Davide Re giovedì 28 dicembre 2023

Sarcofago degli sposi a Villa Giulia, a Roma

Grazie alla tecnologia è stato messo in sicurezza - dalle vibrazioni provocate dal traffico su rotaia e su gomma, ma anche dalle eventuali scosse di terremoto - il Sarcofago degli sposi, capolavoro dell'arte etrusca, in argilla cotta, conosciuto in tutto il mondo e custodito a Roma al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Per la sua cura è stata infatti costruita una piattaforma hi-tech innovativa e isolante, che può diventare un modello per altri interventi simili in Italia e all'estero. A realizzare e a installare questa soluzione una équipe coordinata dai ricercatori dell’università romana La Sapienza e composta anche da esperti di Enea, Somma srl e Servizio Conservazione del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Il tutto nell'ambito del progetto di ricerca Monalisa (Monitoraggio attivo e isolamento da vibrazioni e sismi di oggetti d'Arte), finanziato da Regione Lazio e Ministero dell'Università e Ricerca e al quale partecipa anche l’Università Roma Tre.

"Sarà garantito un futuro migliore e certamente duraturo alla coppia identificata dall'abbraccio più famoso e iconico dell'arte antica. Stiamo parlando di un manufatto conosciuto in tutto il mondo, scoperto nel 1881 in oltre 400 frammenti presso la necropoli della Banditaccia, a Cerveteri (Roma) – dice il direttore del Museo Etrusco Valentino Nizzo -. Gli Sposi sono quotidianamente minacciati dalle vibrazioni prodotte dal passaggio di autoveicoli e tram lungo la vicinissima via delle Belle Arti e dalle ulteriori sollecitazioni che provoca la ferrovia Roma-Viterbo, sotterranea in quel tratto". "Sebbene la tecnica dell'isolamento alla base sia ampiamente esplorata per la protezione delle costruzioni dai terremoti, è ancora poco utilizzata nel settore della salvaguardia di oggetti museali, mentre è quasi sconosciuta la sua applicazione contro le vibrazioni verticali provocate dal traffico", aggiunge Luigi Sorrentino coordinatore scientifico del progetto e professore alla Sapienza di Roma.

L'intervento è stato assolutamente complesso. Per prima cosa è stata rilevata la geometria del Sarcofago così da restituire una sua rappresentazione come "nuvola di punti" mediante tecniche di fotomodellazione digitale, che consentono di evitare il contatto col manufatto. Poi la nuvola di punti è stata convertita in una superficie geometrica opportunamente corretta per rimuovere duplicazioni e lacune, al fine di consentire l'esportazione in un modello di calcolo meccanico. Una delicata operazione di pesatura dell'intera teca e di una sua lastra di vetro hanno consentito di stimare il peso del Sarcofago senza necessità di toccarlo. Infine, le proprietà dinamiche del Sarcofago e il suo peso hanno consentito di calibrare lo spessore, non rilevabile, della statua e la rigidezza del materiale mediante un modello al computer utilizzato per simulare le sollecitazioni della terracotta nella situazione attuale e a seguito dell'introduzione dei dispositivi di isolamento. Oltre allo studio dell’isolamento dalle vibrazioni da traffico e della pericolosità sismica del sito, è stato messo a punto un sistema di monitoraggio dinamico grazie a una serie di sensori in grado di misurare sia le vibrazioni al pavimento del museo, al di sotto della teca che contiene il Sarcofago, sia quelle sulla piattaforma isolante. Il sistema di monitoraggio registrerà le vibrazioni e invierà su smartphone messaggi al superamento di soglie di allerta o di allarme.

Le attività, che si sono concluse di recente nel Museo, hanno anche previsto nuove misure delle vibrazioni indotte dal traffico, soprattutto ferroviario, nella teca preesistente, la rimozione del Sarcofago originale, l'installazione della nuova piattaforma isolante, la ricollocazione su di essa del Sarcofago e l'esecuzione di un'ulteriore campagna di misurazioni.