Televisione. Qualitel: il pubblico premia l'informazione Rai sul coronavirus
Gli studi di RaiNews 24
Il pubblico dà i voti all’informazione ai tempi del coronavirus, e premia la qualità della Rai. Emerge dai dati del Qualitel, il sistema di monitoraggio di Viale Mazzini, sul gradimento dei propri programmi da parte del pubblico. Da quando le reti e la programmazione Rai hanno iniziato a lavorare con una programmazione molto sintonizzata sull’ emergenza Covid-19, la Direzione Marketing Rai ha deciso di attivare un monitoraggio giornaliero, che produce rapporti settimanali, con l’obiettivo di verificare la percezione del pubblico in merito alla programmazione dedicata e la correttezza ed efficacia dell’operato aziendale sul tema coronavirus.
Si tratta di un ulteriore monitoraggio che si aggiunge al lavoro svolto regolarmente da Qualitel, sistema di ricerca gestito dalla Direzione Marketing in collaborazione con un pool composto da alcuni istituti di ricerca italiani (tra cui MG Research, EMG-Acqua Group, Noto Sondaggi, GPF) che attraverso un panel di 25.000 individui rappresentativi della popolazione italiana, misura continuativamente il gradimento, la qualità percepita e molti valori della programmazione televisiva, radiofonica e digital, nonché la reputazione aziendale della Rai, in linea da quanto prescritto dal Contratto di Servizio.
I dati provenienti dal panel Qualitel, riguardanti le ultime due settimane di aprile su 25.000 persone rappresentative della popolazione italiana «evidenziano risultati molto lusinghieri in merito alla programmazione informativa messa in campo dall’Azienda in questi giorni di emergenza Covid-19 - spiega Giovanni Scatassa, vice direttore marketing Rai - Infatti rispetto alla programmazione informativa Rai nel suo complesso (Tg, programmi di informazione e approfondimento), in Covid ci siamo resi conto che la programmazione informativa, composta da tutte le edizioni dei tg e tutti programmi informazione, era particolarmente importante soprattutto nell’era delle “fake news”. Abbiamo attivato quindi un monitoraggio giornaliero dall’inizio del lockdown, il 10 marzo, e che continuerà almeno fino a fine maggio».
Ed ecco i voti, espressi dall’1 al 10, che rappresentano l’Indice Sintetico di Qualità dell’Informazione (ISQI) nelle ultime settimane di aprile. Complessivamente nel trattare il tema dell’emergenza Covid-19, i Tg Rai ottengono voti attorno all’8,00 su tutte le dimensioni di analisi utilizzate. In particolare: 7,87 su chiarezza e completezza dell’informazione; 7,86 sull’affidabilità e credibilità dell’informazione; 7,92 sull’utilità dell’informazione; 7,82 su trasparenza dell’informazione; 7,85 sui toni utilizzati nel trattare il tema. L’indice sintetico qualità dell’informazione risulta pertanto pari a 7,80.
Valutando le tre reti principali, i giudizi si mantengono abbastanza lusinghieri con indici prossimi a 8,00 , E rispettivamente pari a 7,87 per Rai 1, 7,82 per Rai 2 e 7,90 per Rai 3. Per quanto riguarda l’adeguatezza complessiva della programmazione informativa Rai (tg e programmi di approfondimento), il giudizio del pubblico è pari a 7,59. Maggior apprezzamento da donne (7,68); da under 24 anni (7,87) e da individui di età maggiore di 55 anni (7,89 per i 55-64 anni; 8,12 per gli over 65 anni); residente al sud e isole (7,84).
«Appare chiaramente che tutte le edizioni più importanti del Tg1, Tg 2 e Tg3 , hanno voti complessivamente sempre intorno o superiori all’8, addirittura i tg serali hanno voti fra l’8 e il 10 da parte di quasi il 70% del campione – aggiounge il vide direttore - . E per quello che riguardano i programmi di informazione, abbiamo alcune eccellenze fra i programmi storici di Rai 3 come Report, Chi l’ha visto? e Presa diretta che per l’83% del campione non hanno mai voti inferiori dall’8 al 10. Quello che soprattutto apprezzano gli italiani è l’utilità delle informazioni». Come dimostrano le citazioni spontanee raccolte dal pubblico circa gli elementi qualitativi maggiormente graditi che riguardano: la tempestività e l’aggiornamento continuo delle notizie, i servizi da collegamenti esterni, la semplicità nell’esposizione delle informazioni, la varietà e la tipologia degli argomenti trattati, la correttezza, la affidabilità e l’attendibilità delle informazioni, il livello di approfondimento delle informazioni, l’uso di modalità e toni non allarmistici con cui tema è stato trattato. La maggior parte degli intervistati (67%) non riscontra elementi negativi nella trattazione del tema.
La conclusione, per Scatassa è che «nel mare di informazione prodotta in questo momento in cui è difficile farsi una opinione basata su fonti affidabili e comprensibili, la tv ha visto aumentare l’ascolto. E l’informazione della Rai si è eretta come un baluardo sulla disinformazione. Ora cambia l’argomentazione: prima si trattava di conoscere la malattia, ora l’attenzione si trasferisce su come le nostre istituzioni gestiranno la fase 2 e le sue ricadute economiche».