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L'intervista. Lino Banfi: «Francesco ci ha chiesto di portare la pace»

Angela Calvini venerdì 14 giugno 2024

Lino Banfi e Whoopi Goldberg all'udienza di papa Francesco con gli artisti dell'umorismo

Una stretta di mano calorosa, uno sguardo d’intesa e alcune parole affettuose tra l’ormai “nonno d’Europa” Lino Banfi e papa Francesco questa mattina all’incontro col mondo dell’umorismo in Vaticano. L’attore pugliese ha una confidenza particolare con Francesco, pubblicamente dimostrata anche durante la prima Giornata mondiale dei bambini all’Olimpico di Roma.

Lino Banfi, come è stato l’incontro fra papa Francesco, lei e i colleghi della comicità?

«È stato bellissimo. Lui quando ci incontriamo ha sempre una attenzione speciale per me. Appena mi ha visto mi ha guardato fisso e ci siamo scambiati un saluto da lontano. Molti artisti internazionali si sono chiesti chi fosse questo comico italiano. Whoopi Goldberg, la bravissima attrice di Sister Act, ha notato che il Papa mi faceva dei gesti, ha chiamato un monsignore per chiedergli chi ero e si è voluta fare la foto con me».

Il Papa ha avuto parole importanti sui comici.

«Ha detto le cose giuste, che noi serviamo a fare sorridere, che a causa di tante guerre si ha bisogno di ridere e ora non si sorride più. Noi siamo i promotori della pace attraverso il sorriso. Il sorriso, anche solo accennato, vale più di dieci discorsi seri e intellettuali che poi non servono a niente. Parole importanti quelle di Francesco che hanno colpito anche gli attori americani famosi che erano presenti».

Durante i saluti alla fine cosa vi siete detti col Santo Padre?

«Dato che eravamo in tanti in coda gli ho detto “ci sentiamo in questi giorni” e mi ha detto “va bene”. Francesco mi dice sempre: “Tu sei il divulgatore dell’aiuto al cuore”. Il sorriso è l’aiuto al cuore, fa respirare meglio, fa circolare il sangue. E poi mi ha “promosso” a nonno d’Europa perché dice che faccio sorridere tre generazioni. Ne sono onorato e gli voglio molto bene».

Il Papa ha trovato il tempo di incontrare gli attori comici prima di volare al G7. In qualche modo le due cose sono collegate?

«Nel dargli la mano gli ho detto “Santità, in Puglia chieda le ciliegie ferrovia che sono di quella zona”. Se avessi avuto più tempo gli avrei detto: “È necessario che vada li al G7, lei è la famosa livella che mette a livello tutti uguali”. Lì si incontrano alcuni partiti che dopo le elezioni europee sono in vena di euforia, che quando è troppa rovina la tristezza degli altri che sono stati sconfitti. Il Papa è lì per dire state calmi, pensiamo alla pace, al clima del mondo, soprattutto all’intelligenza artificiale».

Ai comici ha consegnato una bella responsabilità.

«Voi siete quelli che dovete far ridere e pensare, ci ha detto. Uno di questi è uno dei contendenti di questa guerra terribile fra Russia e Ucraina: il presidente ucraino Zelensky è uno come noi, ha fatto la tv, sa fare sorridere e fare commuovere. Oggi lui ha anche altre responsabilità importanti e anche lui al G7 farà tesoro delle parole del Papa».

In qualche modo papa Francesco ha “promosso” il mondo della comicità.

«Quando camminavamo per i corridoi dei palazzi vaticani si sentiva parlare in tutte le lingue, tanti erano gli attori comici stranieri, e stavamo pensando che tanti anni fa gli attori erano sepolti in terra sconsacrata, erano i sacrileghi… Oggi siamo stati santificati, siamo gli “eletti” e siamo noi i portatori sani dei valori della pace».

E lei in particolare?

«La penultima volta che ho visto il Papa gli ho detto. “Santità, l’unica persona al mondo che può dire ‘papale papale’ può essere lei. Io ho sempre detto ‘papele papele’ da 50 anni, chiedo scusa a lei e a tutti i Papi”. Ma da oggi, dopo l’incontro con i comici, anche in Vaticano si parlera “papele papele”».

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