Che suor Cristina Scuccia, diventata famosa grazie alle sue esibizioni al programma tv The Voice, finisca sul New York times (edizione internazionale) è sicuramente una bella notizia.
A firmare l’articolo è Jim Yardley, il corrispondente da Roma del giornale americano. Il quale racconta la storia di Suor Cristina, disseminandola di imprecisioni e leggerezze. Scrive che è partita da una scuola di recitazione promossa dalle suore (vero solo in parte) dove “gli studenti
sono selezionati per esibirsi davanti al Papa in piazza San
Pietro”
(falso). E ancora: “Cristina Scuccia non può cantare, ma decide di diventare suora” (come se le due cose fossero collegate: ho una delusione, quindi divento suora, come in certi brutti romanzi di un tempo).
“Vince un concorso di canto cristiano (vero). Poi si aggiudica l'audizione il 19 marzo per partecipare alla versione italiana di The Voice. Lì, in abito da suora, con la folla in piedi ad applaudirla e il giudice rap tatuato in lacrime, intona "No One" di Alicia Keys e su Internet il video diventa virale”.Ora è il momento delle “leggerezze”: “La storia di suor Cristina sembra quella di Ms. Keys e Whoopi Goldberg, star del film "Sister Act". E ancora: “Suor Cristina riuscirà a convertire il suo coach, il rapper italiano J-Ax, al cattolicesimo?”.
Gran finale (un po’ superficiale) “Per alcuni osservatori - scrive ancora il giornale – il successo di Suor Cristina è un 'effetto collaterale’ del nuovo stile stabilito durante il primo anno di pontificato di Papa Francesco. Se una volta poteva sembrare inappropriato per una suora apparire in uno show, ora l'effusione e il sostegno del pubblico sono visti come un'ulteriore prova del cosiddetto
Francis effect”. Glielo spiegate voi che suor Cristina non è né l’unica né l’ultima religiosa ad apparire in tv?