Uno dei peggiori guai che siano capitati agli intellettuali negli ultimi tempi (e ormai un paio di decenni) è che da quando il marxismo è andato fuori uso dopo il crollo dei regimi comunisti, gli intellettuali di sinistra non dispongono più di una teoria che permetta di avere idee chiare su cose che non conoscono. Per un intellettuale non capire è la più grande umiliazione. Così l’assenza del passepartout marxista rende oggi molto più difficile l’impegno degli intellettuali laici. Vorrebbero criticare il capitalismo, ma non sanno più come fare. A ben vedere oggi i più convinti intellettuali “eversivi” sono in realtà degli anarcoidi (non anarchici!) misticheggianti, cioè dei falsi mistici (predicano un indefinito ritorno all’Essere) e dei falsi rivoluzionari (immaginano che il crollo del capitalismo sia prossimo e che significhi, di per sé, libertà). La complessità sociale e le specializzazzioni del sapere hanno rimesso tutto nelle mani di esperti e tecnici. Di fronte al loro
know-how (vero o presunto) i politici non saprebbero muovere un passo. Da un lato, le scienze-tecnologie in crescita illimitata trasformano la società, la mentalità e il modo di vivere così velocemente che nessun decisionismo riuscirebbe a governarne gli effetti. D’altro lato, un’economia- finanza globalmente interconnessa detta legge attraverso le banche centrali e il Fondo monetario internazionale ai più diversi, anche contrapposti, ceti dirigenti e partiti politici. Nessun Paese può fare “a modo suo”, né in materia di ricchezza né in fatto di morale. Anche la più blanda forma di “secessione” risulta, più che impraticabile, inconcepibile. Non si tratta neppure di imposizioni autoritarie e di controlli polizieschi. Si impongono dovunque forme nuove di “servitù volontaria” (come disse quattro secolo fa Etienne de la Boétie, il geniale amico di Montaigne) dato che dovunque si prevede e si vede un solo scopo: vivere più comodamente possibile e compiere qualsiasi azione con il massimo di velocità. Il mercato delle nuove tecnologie è quello che va meglio proprio vendendo velocità e comodità. Da un essere umano sempre comodo e sempre veloce, che cosa ci si può aspettare? Soprattutto, credo, che voglia continuare velocemente e comodamente così, eliminando ogni scomoda lentezza sia nei rapporti con se stesso, che in quelli fra la propria vita e le vite altrui.
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