Iniziative. Il Maxxi ospita artisti ucraini in un borgo medievale dell'Aquilano
Problem - Listen carefully (2010 olio su tappeto, cm 150 x 100), opera di Andri Sahaidakovskyy
Continua l’impegno del Maxxi, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo, a sostegno della cultura e dell’arte dell’Ucraina. Da fine settembre è partito infatti il programma di residenze dedicato ad artiste e artisti provenienti dal Paese martoriato dalla guerra di Putin. Vivranno e lavoreranno fino a marzo 2023 a Fontecchio, piccolo borgo medievale vicino all’Aquila che ha puntato su arte e cultura per la rinascita del territorio dopo il terremoto del 2009. Sono Lucy Ivanova (Dnipro 1989, vive e lavora a Kiev), Petro Ryaska (Bilky 1975, vive e lavora tra Užhorod e Bilky), Andriy Sahaydakovskyy (Leopoli 1957, dove vive e lavora) e Olena Turyanska (Leopoli 1966, dove vive e lavora)
Lucy Ivanovna - Courtesy of the artist
Lucy Ivanova è una delle pittrici più interessanti della sua generazione e un'appassionata di naturalismo mentre Petro Ryaska ha una pratica multimediale e performativa, organizza mostre e cura uno dei più bei programmi di residenza in Ucraina Sorry, No Rooms Available a Užhorod. Più grandi di una generazione sono Andriy Sahaydakovskyy, il più importante artista ucraino vivente che attraverso installazioni multimediali rappresenta la quotidianità dell'assurdo, e Olena Turyanska, sperimentatrice della carta, attraverso il disegno e l'intaglio ricerca l'armonia e la simmetria del reale. Il programma di residenze è realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura e con la collaborazione del Comune di Fontecchio e della Fondazione Imago Mundi, già partner del museo per la mostra Ukraine. Short Stories. Contemporary artists from Ukraine: 140 opere realizzate per la Imago Mundi Collection e ospitate al Maxxi subito dopo l’invasione del Paese.
Andri Sahaidakovskyy - Courtesy of the artist
Gli artisti sono stati individuati tra una rosa di nomi proposti da Solomia Savchuk, Head of Contemporary Art al Mystetskyi Arsenal di Kiev e curatrice proprio della mostra Ukraine: Short Stories e da Maria Lanko che, insieme a Borys Filonenko e Lizaveta German ha curato il Padiglione dell’Ucraina alla Biennale di Venezia, celebre per la sua fuga in macchina da Kiev allo scoppio della guerra con a bordo 78 imbuti di bronzo dell’opera di Pavlo Makov Fountain of Exhaustion. Durante il periodo di permanenza a Fontecchio, anche grazie al significativo lavoro di mediazione culturale messo in campo dal Comune, gli artisti entreranno in contatto con le comunità locali e con la scena culturale del territorio. Saranno protagonisti di incontri, talk, workshop, studio visit, anche al Maxxi L’Aquila. Al termine del periodo di residenza, gli artisti presenteranno al pubblico e al territorio le opere e progetti commissionati dal Maxxi e frutto della loro esperienza e dialogo con il territorio. «L’arte è uno strumento di libertà, e parla un linguaggio universale che unisce i popoli e rifiuta ogni forma di violenza. Di fronte a questa guerra di aggressione e ai crimini di Putin, la postura del Maxxi è netta: attraverso l’arte vogliamo continuare a sostenere la resistenza, l’identità e la cultura del popolo ucraino»., dice Giovanna Melandri, presidente della Fondazione Maxxi, che annuncia un nuovo appuntamento dedicato all’Ucraina: il 24 novembre al Maxxi sarà ospitato il reading Piantare un fiore nella terra bruciata, protagoniste le poete ucraine Natalia Beltchenko, Iya Kiva, Oksana Stomina e Elina Sventsytska. Parole che saranno accompagnate dalle immagini del fotoreporter Niccolò Celesti.
La curatrice Solomia Savchuk - Mystetskyi Arsenal
Spiega Solomia Savchuk, curatorial advisor della residenza: «Siamo grati alla Fondazione Maxxi e alle istituzioni culturali italiane per aver avviato il progetto di residenza per artisti ucraini in un momento così difficile per tutti noi. Oggi non si può più sottovalutare l’importanza di costruire reti culturali sostenibili e piattaforme di dialogo che promuovano la comunicazione e la collaborazione. L'esperienza della ricostruzione di Fontecchio è un modello molto significativo per noi nel contesto della futura ricostruzione del nostro Paese. È chiaro che la cultura e l’arte, e in particolare l’arte contemporanea, svolgono un ruolo speciale in questo processo. Conosciamo il suo potenziale non solo nella ricerca del passato ma anche nella previsione del futuro. Spero che questo progetto sia l’inizio di molti progetti comuni, iniziative ed esperimenti creativi per tutti i partecipanti».