Agorà

Il libro. A Mosca, giocando ogni partita “€inContropiede”€

Furio Zara giovedì 7 giugno 2018

Ogni storia merita di essere raccontata. Se è una bella storia e c’è di mezzo un pallone che rotola, condividerla è un dovere etico, un gesto di civiltà in quel villaggio globale che chiamiamo mondo del calcio. Con l’imminenza del Mondiale in Russia la casa editrice “inContropiede” continua nel suo virtuoso percorso narrativo, proponendo per la collana “Football City Guides” una tappa a Mosca, con Mosca Football Guide ( Edizioni inContropiede, pagine 156, euro 14,50) quarto episodio di una serie-pallonara cominciata raccontando l’anima di Zagabria, poi Lisbona e infine Napoli. È un viaggio ricco di notizie, curiosità, retroscena, aneddoti, interviste raccolte in un agile volumetto che il buon tifoso dovrebbe portare sempre con sé, per districarsi non soltanto nei sentieri del pallone ma anche in quelli della vita quotidiana della città-pallone che dal 14 giugno sarà la capitale del calcio. La guida di Mosca ci permette di vivere un Mondiale alternativo, parallelo a quello in cui si sfideranno le migliori squadre del pianeta. L’Italia non c’è, lo sappiamo. Valga come consolazione questo viaggio letterario. E dunque: fare colazione al cimitero di Vagankovo, magari con una “Blini”, la tipica focaccia di farina, lì dove sono sepolti tanti fuoriclasse russi, da Lev Jashin unico portiere Pallone d’Oro nella storia - a Nicolay Starostin, fondatore dello Spartak, accusato di congiura dallo stato sovietico.

Passeggiare per il Viale della Gloria che porta al maestoso stadio Luzhniki, fu Lenin; teatro di epiche sfide ma anche di un’immane tragedia taciuta per anni, nascosta come la polvere sotto il tappeto della menzogna di regime. Quante persone morirono quel giorno del 1982? Sessantasei come da fonti ufficiali? Più di cento? Nessuno l’ha mai saputo. Chiacchierare con il ct Stanislav Chercesov, che dal fondale della memoria ripesca un Maradona d’antan e un incrocio europeo con l’Atalanta. Fermarsi davanti a una teca del Museo dello Spartak Mosca, per ascoltare la storia raccontata dai guanti del grande Rinat Dasaev, portiere Cccp negli anni ’80 in quella gioiosa macchina da gol che era la Russia del Colonnello Lobanovskij. Massimo Carrera che vive in ritiro, Fabio Capello che ricorda lo “zarismo” di Mosca e sottolinea di preferirla una, due, dieci volte a San Pietroburgo, Nevio Scala che quarantanove minuti dopo il suo arrivo a Mosca - sfiorò di un nulla un attentato davanti all’albergo dove alloggiava. Spartak, Dinamo, Torpedo, Lokomotiv, Cska: sono le squadre di Mosca. Per ogni club gli autori - Alberro Facchinetti, Georgy Kudinov, Enzo Palladini e Jvan Sica - aprono l’armadio della Storia e ci portano a indossare gli abiti del tempo che fu. Due segnalazioni per intenditori raffinati. Utilissimo il capitolo dove vengono ricordate le carriere dei calciatori russi passati anche in Italia. Da Shalimov a Kolyvanov, la nostalgia è sempre in agguato. E poi: imperdibile la storia del più grande calciatore di movimento russo di tutti i tempi. Eduard Streltsov, che doveva conquistare il Mondiale - nel 1958, in Svezia - e invece finì in un gulag.