Il Duce è ancora lì, scolpito in sella al suo cavallo, a due anni ormai dal concorso d’idee per "depotenziare" il bassorilievo celebrativo dei trionfi del fascismo sulla facciata degli uffici finanziari in piazza Tribunale a Bolzano: al centro del fregio bronzeo lungo 200 metri, un imperiale Benito Mussolini, con tanto di saluto romano, ancora ricorda di "credere, obbedire, combattere". Quel concorso d’idee, indetto dalla Provincia autonoma di Bolzano, riaccese il mai sopito scontro sui monumenti d’epoca fascista e registrò oltre 450 proposte di artisti, architetti e urbanisti. «La decisione noi l’abbiamo presa – spiega ancora contrariato il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Luis Durnwalder, che ha più volte sollecitato il nuovo commissario del Governo Valerio Valenti – vogliamo rispettare l’iter legislativo: ci vuole l’autorizzazione da parte del Ministero delle Finanze», che è il proprietario dell’allora "Casa del fascio" per cui l’artista Hans Piffrader progettò e realizzò nel 1943 l’opera discussa. Su richiesta di un nostro lettore attento all’annosa questione della "musealizzazione" dei relitti fascisti (davanti agli ossari, ad esempio, sono state collocate tabelle didascaliche in più lingue), vediamo allora cosa prevede la soluzione scelta dalla Giunta Durnwalder d’intesa con il Comune di Bolzano. Non è, peraltro, una delle cinque idee "vincenti" selezionate fra quasi 500 dall’autorevole giuria "mista" di storici dell’arte e urbanisti: «Nessuna delle cinque proposte – ha sottolineato Durnwalder – rispetta alla lettera i parametri stabiliti dalla Giunta provinciale. Per questo motivo abbiamo deciso di optare per una soluzione provvisoria, almeno fino a quando non sarà più chiara la futura destinazione del palazzo ora occupato dagli uffici finanziari». Appena arriverà l’attesa autorizzazione del Ministero delle Finanze e la conseguente concessione edilizia del Comune, il bassorilievo di Piffrader sarà coperto da una vetrata opaca istallata in modo tale che chi passerà dalla piazza non sarà più costretto a vedere il Duce a cavallo: chi vorrà, potrà farlo dall’interno del palazzo, "guidato" da un’opportuna contestualizzazione scritta. Insomma, «non vogliamo spostare o distruggere l’opera di Piffrader, ma non vogliamo neppure non fare nulla per depotenziare una fonte di costante provocazione e tensione», ha spiegato a suo tempo Durnwalder, che precisa peraltro che la soluzione in futuro potrà essere rivista se l’edificio sarà destinato dallo Stato a un’altra funzione, in grado di consentire una "lettura" del monumento ancora oggetto di scontri polemici, al pari di quello alla Vittoria di Marcello Piacentini. Chissà allora che non possano essere ripescate in futuro le altre 481 idee presentate: schizzi e progetti, ma anche veri e propri percorsi museali, già esposti alla popolazione lo scorso anno. Intanto, vediamo cosa prevederebbero le cinque proposte selezionate dagli esperti di Provincia e Comune di Bolzano: una balconata davanti al fregio rinverdita con la posa di alberi e piante è la soluzione prevista dai brissinesi Gerd Bergmeister & Michaela Wolf, assieme ai viennesi Franziska & Lois Weinberger, mentre l’artista pusterese Julia Bornefeld ha proposto di trasformare il rilievo in una sorta di palcoscenico teatrale. Quirin Prünster e Nicolò Degiorgis hanno disegnato una piattaforma che garantisce l’accesso al rilievo tramite un percorso informativo-didattico, il bolzanino Matthias Trebo punterebbe a depotenziare il fregio fascista collocando al centro della Piazza del Tribunale un’altra opera simbolica, un grande scalpello di bronzo. Infine la scelta decisa dei gardenesi Arnold Holzknecht e Michele Bernardi che vorrebbero cancellare la visione posizionando davanti all’opera la scritta trilingue "nessuno ha il diritto di obbedire", citazione della filosofa e scrittrice tedesca Hannah Arendt, di origine ebraica.