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«Amazonia 3D». Il cinema si schiera con l’ambiente

Alessandra De Luca martedì 25 marzo 2014
Sembra un documentario, inve­ce è per lo più un film di finzio­ne, pensato per il pubblico del­le famiglie, con tanto di sceneg­giatura e attori, tutti (o quasi) appartenenti al mondo anima­le. Amazonia 3D di Thierry Ra­gobert, coproduzione franco-brasiliana in sala per celebrare la Giornata Mondiale del­la Foresta indetta dall’ONU dello scorso 21 marzo, è uno spettacolare viaggio nella più grande foresta della Terra, che dal luglio 2012 all’agosto 2013 ha visto bruciare 5.843 km di vegetazione per far posto a dighe, strade, miniere e terreni agricoli. Protagonista è una scimmietta sopravvis­suta a un disastro aereo e costretta ad af­frontare un mondo totalmente nuovo e mi­naccioso. Attraverso i suoi occhi stupefatti e incantati, come quelli di un bambino, ac­compagnato dalla voce narrante di Ales­sandro Preziosi, lo spettatore si immergerà nella stupefacente bellezza della natura bra­siliana, contemplerà paesaggi mozzafiato, incontrerà gli animali più strani, palpiterà al ritmo delle avventure della piccola prota­gonista.  «Dopo aver realizzato The Whit Pla­net nel 2006 – ha raccontato il regista Rago­bert – ho pensato che sarei potuto andare a­vanti nel racconto del pianeta, ma ci sono voluti più di sei anni per realizzare questo nuovo film. Oltre che con biologi e natura­listi abbiamo lavorato con Araquém Alcan­tara, celebre fotografo brasiliano, che da un quarto di secolo attraversa l’Amazzonia con il suo obiettivo. Nessuno conosce il territo­rio meglio di lui». Se le location sono tutte reali, in realtà il film è accuratamente costruito e girato in una sorta di bioparco dai confini assai più ri­stretti dove gli animali sono stati messi in condizione di reagire in un determinato mo­do dopo un lungo e paziente addestramen­to a tollerare la presenza umana. Il montag­gio ha fatto il resto restituendoci con i suoi artifici un forte senso di suspance e i senti­menti della scimmietta: paura, gioia, voglia di sopravvivere, stupore per la bellezza e il mistero della natura. 'Una volta raccolta tut­ta la documentazione ne­cessaria, abbiamo affida­to lo sviluppo della storia a tre sceneggiatori, evi­tando però sia dialoghi che la presenza umana, per restituire un ritratto il più accurato possibile della foresta amazzonica. Ma la sfida più impegna­tiva è stata quella di tro­vare un equilibrio tra le leggi della natura e le esi­genze cinematografiche e avvicinarci agli animali senza turbare le loro abitudini. Il segreto è quello di conservare sempre una grande u­miltà: capitava spesso di prepararsi per ore a riprendere qualcosa ed essere poi costret­ti a confrontarsi con una situazione impre­vista e rivedere tutto all’ultimo momento. Spesso però abbiamo vissuto momenti dav­vero speciali, in cui gli animali reagivano in maniera insolita, offrendoci le immagini ne­cessarie a mostrare le emozioni dei nostri 'personaggi'». Quella del 3D è stata una scelta naturale con­siderando la spettacolarità di un paesaggio che tornerà sullo schermo anche versione cartoon, nel film di animazione Rio 2 - Mis­sione Amazzonia di Carlos Saldanha a so­stegno del WWF per una campagna di sen­sibilizzazione per la salvaguardia di specie animali a rischio estinzione. Nel film, nelle nostre sale dal 17 aprile, il pappagallo Blu e la sua compagna Gioiel saranno alle prese con una difficile riunione di famiglia nel cuore della foresta dove riscopriranno il fa­scino delle proprie radici e la potenza della natura tra suoceri invadenti e bracconieri senza scrupoli.