Per chi scrive, e non solo, il fischio d’inizio di Calciopoli cominciò con questa intervista a Stefano Argilli che pubblicammo sull’edizione di
Avvenire del 30 aprile 2006. L’ex capitano del Siena, difensore classe 1973, quell’aprile di dieci anni fa era passato al Modena (in B) dopo che la stagione precedente con un suo gol aveva regalato la permanenza in Serie A al club toscano. «La decisione non è dipesa dal mister De Canio, né dal ds Perinetti, quanto invece dalla Gea. E precisamente dal signor Luciano Moggi», ci disse alla vigilia di un Siena-Juventus che avrebbe garantito ai bianconeri allenati da Fabio Capello di conquistare il 29° scudetto, poi assegnato all’Inter dalla giustizia sportiva. Ma cosa c’entra Moggi con il mercato del Siena?, chiedemmo ad Argilli e lui rispose: «Moggi fa il mercato del Siena e non solo. Lo sanno tutti che la sua Gea ha le mani in pasta un po’ ovunque. Del resto al calcio italiano evidentemente fa comodo un accentratore... La Gea ha grande potere sui giocatori e le società di mediobasso livello. Chi ne è fuori deve arrangiarsi e cercare di disputare grandi campionati per emergere». Argilli poi fece capire che, all’indomani, molti dei calciatori del Siena appartenenti “scuderia Gea” non avrebbero opposto grande resistenza alla Vecchia Signora: «Proveranno a giocarsela, ma non credo che basti». Frasi che alle 15.08 della domenica rimbalzarono come macigni perchè dopo soli 8 minuti la Juventus aveva archiviato la pratica Siena con un secco 0-3 (gol di Vieira, Trezeguet e Mutu). Per giorni Argilli fu al centro di un grande polverone mediatico e di quelle verità l’impressione è che oggi restino ancora tanti granelli, sparsi sui nostri campi.
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