Agorà

Ig Nobel. La «pazza» scienza dei Nobel alternativi

Giuseppe O. Longo venerdì 23 ottobre 2009
Che ne direste di uno scienziato che vi annunciasse di aver studiato il comportamento delle cellule nervose di una cavalletta mentre guardava Star Wars alla televisione, oppure di aver dimostrato che lo scarabeo stercorario è piuttosto schizzinoso quanto al cibo, o ancora di avere spiegato perché i picchi non soffrano di mal di testa nonostante la loro attività martellante? Divertente – direste – originale; magari vi resterebbe un po’ di perplessità e un briciolo di scetticismo di fronte a questi studi ed esperimenti e vi domandereste che cosa spinge gli umani a imbarcarsi in imprese di questo tipo. Ma si sa che gli scienziati sono portati a intraprendere le loro ricerche dalla curiosità e dal desiderio di scoprire segreti, risolvere enigmi e inventare nuovi dispositivi.È vero che oggi molte ricerche sono orientate a scopi ben precisi e sono condizionate dalle erogazioni dei committenti, tuttavia una certa quota di investigazioni scientifiche sono ancora dettate dalla voglia di conoscere, anche se può restare senza risposta la domanda "a che cosa serve?". E accade talora che, col tempo, i risultati di queste ricerche libere si rivelino, inaspettatamente, utili e diano luogo a innovazioni più o meno importanti. Ma al loro primo apparire, alcuni di questi studi si presentano bizzarri se non addirittura strampalati, altri sono decisamente eterodossi rispetto alla scienza ufficiale (che per sua natura è molto conservatrice e timorosa delle novità), altri ancora, pur essendo in apparenza stravaganti, suggeriscono direzioni di studio interessanti e potenzialmente feconde. È così accaduto che una ventina d’anni fa la rivista scientifico-umoristica americana Annals of Improbable Research abbia deciso di istituire un premio internazionale da assegnare alle ricerche più singolari, il Premio Ig Nobel (che suona un po’ come "ignobile" e si presta quindi a un gioco di parole sarcastico e pungente): una sorta di parodia del venerando Premio Nobel. Mentre quest’ultimo è assegnato in genere a ricercatori di lungo corso, che abbiano dato contributi determinanti nel loro campo attraverso un’attività prolungata e ricerche consolidate e riconosciute dalla comunità scientifica, i Premi Ig Nobel, molto più disinvolti e sbarazzini, premiano ricerche incipienti, magari di dubbio avvenire, ma originali e divertenti. Come detto, poiché l’inventiva umana scorre per mille rivoli e scava sempre nuovi percorsi, non è detto che alcuni di questi studi improbabili non confluiscano prima o poi nella grande corrente della scienza ufficiale oppure aprano settori di ricerca innovativi e magari siano premiati alla lunga con l’attribuzione di un autentico Premio Nobel. Del resto, quanti illustri scienziati del passato sarebbero stati meritevoli, prima che di un Premio Nobel, di un Premio IG Nobel, per qualche invenzione, scoperta, calcolo o macchina che a prima vista sembrava non servire assolutamente a nulla? La prima edizione dei Premi IG Nobel si ebbe nel 1991 e da allora l’assegnazione ha luogo ogni anno una o due settimane prima della proclamazione dei Premi Nobel, nel corso di una cerimonia di gala che si svolge alla presenza di oltre mille spettatori festanti nel Sanders Theatre dell’Università di Harvard, uno dei templi della cultura americana e mondiale. Nonostante il loro carattere un po’ caricaturale, i Premi IG Nobel attirano l’interesse del pubblico non solo sugli aspetti "leggeri" della scienza, ma sulla ricerca in genere, e rientrano nel quadro della tendenza a trasformare tutto in spettacolo. Infatti, la cerimonia di Stanford è registrata e trasmessa per radio negli Stati Uniti e da qualche anno in Gran Bretagna l’IG Nobel Tour si è fatto promotore di presentazioni scientifiche di carattere popolare durante la settimana della scienza. Dal 2001 si può seguire in diretta il rito dell’assegnazione su Internet. Qualche giorno dopo la cerimonia di Harvard, al Massachusetts Institute of Technology i premiati possono illustrare al pubblico il significato e l’importanza dei loro studi nel corso di conferenze di carattere divulgativo. Infine, gli articoli scritti dai vincitori del premio fino al 2004 sono stati raccolti in volume. Ogni anno vengono attribuiti fino a dieci IG Nobel, mentre i Premi Nobel sono sei (ovvero i cinque originali, dettati da Alfred Nobel nel suo testamento, per Medicina e Biologia, Fisica, Chimica, Letteratura e Pace, più il sesto, per l’Economia, assegnato a partire dal 1969).Basta dare un’occhiata ad alcuni dei premi assegnati per rendersi conto di come sia stato stravolto, in molte delle ricerche, l’irrinunciabile principio della ripetibilità degli esperimenti su cui si basa la scienza moderna da Galileo in poi: spesso i Premi IG Nobel vanno a ricerche che non possono o non debbono essere replicabili. A questo anti-principio si sono attenuti alcuni dei ricercatori premiati: Peter Barss, della McGill University, ha ricevuto un IG Nobel in Medicina per avere studiato le ferite dovute alla caduta delle noci di cocco, mentre un premio per la fisica è andato a David Schmidt, dell’Università del Massachusetts, per aver dato una risposta parziale alla domanda "perché la tenda della doccia si piega verso l’interno"; c’è poi chi (l’informatico Chris Niswander, di Tucson) è stato premiato in informatica per aver ideato un software che scopre se un gatto ha camminato sulla tastiera del nostro computer, o, in Fisica (Len Fisher, di Sydney) per aver calcolato il modo migliore per inzuppare un biscotto. Curiosa più che mai è l’attribuzione di un premio in Meteorologia a Bernard Vonnegut, dell’Università di Albany, per una ricerca sullo spennamento dei polli come misura della velocità di un tornado.Insomma, scoperte insolite, sorprendenti, fantasiose: come si potrebbe definire altrimenti la ricerca di Robert Faid, Carolina del Sud, che ha calcolato in 1 su 8.606.091.751.882 la probabilità che Gorbaciov fosse l’Anticristo? Ma, al contrario di quanto si potrebbe credere, i Premi IG Nobel sono molto ambìti, forse in base al principio, oggi trionfante, "purché si parli di me". Non solo, ma chi, per i motivi più vari, non può (ancora) aspirare a un Premio Nobel e al suo pingue assegno di 1.400.000 dollari può, nel segreto del suo cuore di ricercatore ancora ignoto (IG Noto), sognare l’IG Nobel, più modesto ma più divertente e certo meno irrigidito da una tradizione molto impegnativa.