Agorà

SPORT. Inter, si apre il caso Ibrahimovic: «Dove sarò l'anno prossimo? Vedremo»

lunedì 23 marzo 2009
Per la prima volta in carriera arriva a 19 gol in campionato, e il secondo con cui ha affossato ieri la Reggina è da cineteca. Ma a Zlatan Ibrahimovic non sembra esser passato il "mal di pancia" attribuitogli dopo l'eliminazione dalla Champions League."Mancano tante partite, voglio fare ancora altri gol e vedere dove finisco", spiega lo svedese, che ora si contende con Di Vaio il trono di capocannoniere, ma non scaccia le nubi sul suo futuro e anzi è protagonista di uno sgarbo a un giornalista di Sky ("il mal di pancia mi viene quando vedo te..."). "Dopo la fine del campionato vedremo cosa succede, per adesso sono impegnato a vincere questo campionato". Parole sibilline, come la risposta quando gli chiedono se stia o meno bene in nerazzurro. "Sono molto contento di essere all'Inter, però - ripete Ibrahimovic - per il prossimo anno vediamo. Cosa vuol dire? Beh, vediamo in tutti i sensi". "Le parole se le porta via il vento, a me interessa ciò che succede in campo e, dopo l'eliminazione, Zlatan non ha perso motivazioni e ambizioni", constata Josè Mourinho, sicuro però che "un club sia sempre più importante di un giocatore o di un allenatore". Moratti: «Stima reciproca, ora basta parlarsi e capirsi». "Magari Ibrahimovic va da un'altra parte e poi la Champions la vinciamo noi dell'Inter..... nella vita qualche volta si cambia e poi ci si pente". Così Massimo Moratti, a margine dell'assemblea della Federcalcio, ha commentato il "mal di pancia" dello svedese: "Lui era solo arrabbiato come lo ero io dopo Manchester. La sua è solo ambizione - ha proseguito Moratti -. Non è così facile scegliere una squadra che sicuramente vincerà la Champions. In ogni caso la sua non è una questione economica, né di antipatia nei confronti della squadra". Ma se Ibra decidesse di andar via, è stata la domanda, avrebbe un prezzo? "Un prezzo lo hanno tutti, se decidesse di andar via lo avrebbe anche lui. Non esistono appuntamenti di fine stagione, con lui c'e stima reciproca, basta parlarsi per capirsi".Intanto il presidente ha già stilato con Mourinho le linee guida per la prossima stagione: largo ai giovani, qualche innesto, e tanti saluti a quei tre o quattro giocatori in parabola discendente, secondo la sintesi del portoghese, che tiene a sfatare la missione di vincere la Champions: "Moratti non me l'ha chiesta nè per il primo, nè per il secondo, né per il terzo anno. Voleva cambiare allenatore - racconta - e ha scelto me per aprire un ciclo. Forse qualche mio predecessore era migliore, ma nessuno lavora tanto quanto me".Ora la parola d'ordine è portare a casa lo scudetto. I nerazzurri hanno un punto in più rispetto all'anno scorso, "ma non conta perchè non abbiamo ancora vinto", taglia corto Mourinho che si gode "la tranquillità della capolista": "La Juve ha sette punti in meno, vince, soffre, ma non è più squadra di noi che lottiamo in tutti i momenti contro le difficoltà, e oggi abbiamo vinto giocando con Rivas e Cambiasso, la nostra nona coppia di difensori centrali". Troppi sono gli infortuni, infatti, e il portoghese ha qualche spiegazione: un pò di sfortuna, l'età ("Santon, Balotelli e Cambiasso non si sono mai fatti male e Zanetti è l'eccezione che conferma la regola"), ma anche i campi di Appiano Gentile, "un disastro, così come quello di San Siro.