Filosofia. I papiri di Ercolano rivelano il luogo di sepoltura di Platone
Uno dei papiri di Ercolano con testi di Filodemo di Gadara, oggetto di studio di GreekSchools
Nelle oltre mille parole, corrispondenti al 30% del testo, lette grazie all'incrocio tra moderne tecnologie e scienza filologica, del papiro ercolanense carbonizzato contenente la Storia dell'Accademia di Filodemo di Gadara (110-dopo il 40 a.C.), è emerso il luogo di sepoltura di Platone.
Le nuove tecnologie stanno rendendo progressivamente possibile la lettura della biblioteca ritrovata carbonizzata nella cosiddetta Villa dei Papiri a Ercolano. Se il progetto della Vesuvis Challenge è quello più noto alle cronache, anche perché si tratta di una sorta di gara con premi per chi decifra porzioni di testo attraverso l'intelligenza artificiale, non è il solo a lavorare sui preziosi reperti. Oggi a Napoli, presso la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III, è stato presentato lo stato dell'avanzamento della ricerca del progetto "GreekSchools".
Iniziato nel 2021 e della durata di 5 anni e otto mesi, GreekSchools è coordinato da Graziano Ranocchia dell'Universita' di Pisa in collaborazione con l'Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (ISPC) e l'Istituto di Linguistica Computazionale "Antonio Zampolli" (ILC) del Consiglio Nazionale delle Ricerche, e la Biblioteca Nazionale di Napoli presso la quale questo papiro, carbonizzato a seguito dell'eruzione del Vesuvio nel 79 d. C, è conservato insieme a molti altri nell'Officina dei Papieri Ercolanesi. Il progetto, oltre all'indagine sullo stato di conservazione di tali manufatti, ha l'obiettivo di pubblicare un'edizione aggiornata - grazie all'applicazione di tecniche di imaging e di metodi filologici - della Rassegna dei filosofi di Filodemo, la più antica storia della filosofia greca in nostro possesso. Di essa fa parte appunto la Storia dell'Accademia, che racchiude molte informazioni esclusive su Platone e sullo sviluppo dell'Accademia sotto i suoi successori. Il testo era già stato parzialmente letto con metodi tradizionali, perché srotolato in passato con mezzi meccanici. "Rispetto alle edizioni precedenti, ora c'è un testo quasi radicalmente cambiato, che implica una serie di fatti nuovi e concreti su vari filosofi accademici. Attraverso la nuova edizione e la sua contestualizzazione, gli studiosi sono arrivati a deduzioni inaspettate di portata interdisciplinare per la filosofia antica, la biografia e la letteratura greche e la storia del libro", ha commentato Graziano Ranocchia.
Tra le novità emerse c'è anche l'informazione che Platone fu sepolto nel giardino a lui riservato (un'area privata destinata alla scuola platonica) dell'Academia ad Atene, vicino al cosiddetto Museion o sacello sacro alle Muse. Finora era solo noto che egli era sepolto genericamente nell'Academia.
"Alcune integrazioni precedenti sono state sostituite, alcuni passaggi precedentemente frammentari sono stati integrati o riletti. L'aumento del testo corrisponde all'incirca alla scoperta di dieci nuovi frammenti di papiro di media grandezza. Le nuove letture attingono spesso a fatti nuovi e concreti sull'Accademia di Platone, sulla letteratura ellenistica, su Filodemo di Gadara e la storia antica in generale", aggiunge Kilian Fleischer, l'editore di questo prezioso papiro nell'ambito del progetto GreekSchools. Oltre alla sepoltura si apprende che Platone fu venduto come schiavo sull'isola di Egina già forse nel 404 a.C., quando gli Spartani conquistarono l'isola o, in alternativa nel 399 a.C., subito dopo la morte di Socrate. Fino ad ora si era creduto che Platone fosse stato venduto come schiavo nel 387 a.C. durante il suo soggiorno in Sicilia alla corte di Dionisio I di Siracusa. In un altro passaggio, si raccontano le ultime ore del filosofo: le note di un flauto suonate da una donna originaria della Tracia avrebbero dovuto rendere più lieve il momento ma Platone non le gradì affatto: sebbene febbricitante e in punto di morte, criticò la musicista barbara per il suo scarso senso del ritmo, davanti agli occhi di un ospite caldeo proveniente dalla Mesopotamia.
Più accurate letture di passi noti forniscono un nuovo quadro delle circostanze della corruzione dell'oracolo di Delfi da parte del filosofo accademico Eraclide Pontico. Viene inoltre corretto il nome di Filone di Larissa in "Filione" (allievo del grammatico Apollodoro di Atene e dello stoico Mnesarco), il quale morì a 63 anni in Italia durante una pandemia influenzale.
La Storia dell'Accademia, conservata in due diverse rielaborazioni, una prima e provvisoria versione (PHerc. 1691/1021) e una successiva e definitiva (PHerc. 164), contiene molte informazioni altrimenti perdute sullo sviluppo dell'Accademia e sulle sue figure più importanti, da Platone ad Antioco e Aristo di Ascalon. In particolare, la prima parte di PHerc. 1021 (cols. 1-21) rappresenta un mosaico di brani copiati o parafrasati direttamente o indirettamente da opere perdute di filosofi, storici e biografi del primo ellenismo come Filippo di Opus, Neanthes di Cyzicus, Filocoro, Dicaarco, Diocle di Magnesia, Demochares, Hermippus, Phanias, Timeo, Diodoro, Filisco di Egina, Lacydes, Antigono di Caristo e Apollodoro.
"Il progetto GreekSchools ha anche lo scopo di sviluppare metodi di indagine dei manoscritti applicando le piu' avanzate tecniche di diagnostica per immagini oggi a disposizione (imaging ottico nell'infrarosso e nell'ultravioletto, imaging molecolare ed elementale, imaging termico, tomografie, microscopia ottica digitale, ecc.)", precisa Costanza Miliani del CNR-ISPC. Personale di questo Istituto, del CNR-SCITEC e di altri centri di ricerca europei, facendo uso di strumentazioni mobili della piattaforma Molab afferente all'infrastruttura di ricerca europea sull'Heritage Science E-RIHS, applica tecniche non invasive a papiri opistografi (cioè scritti su entrambi i lati) e stratificati al fine di leggere il testo inaccessibile sul verso o nascosto all'interno di strati multipli.
Le novità sono infatti emerse dalla lettura, effettuata per la prima volta, di sequenze di lettere nascoste all'interno di strati multipli, rimasti attaccati l'uno all'altro dopo lo srotolamento fatto nei secoli passati con la tecnica meccanica che aveva provocato la dislocazione di interi frammenti di testo. "Si tratta di un salto di qualità enorme, anche se lo studio è solo alle battute iniziali: l'impatto reale sul piano delle conoscenze lo vedremo solo nei prossimi anni", ha commentato Graziano Ranocchia. "Gli strati multipli rappresentano un problema drammatico per la lettura di quasi tutti i rotoli che sono stati svolti, all'incirca 1.560 sui 1.840 totali sopravvissuti all'eruzione del Vesuvio nel 79 d. C.", spiega Ranocchia. "Queste gravi stratificazioni stravolgono buona parte dei testi rendendone impossibile l'edizione. Poter finalmente individuare questi strati e ricollocarli virtualmente nella loro posizione originaria per ripristinare la continuità del testo significa raccogliere una quantità di informazioni enorme rispetto al passato".