L’era della tv in 3D è già finita. Il formato presentato negli ultimi anni come l’ennesima frontiera del piccolo schermo appartiene ormai alla preistoria televisiva. Il tridimensionale doveva essere l’inevitabile evoluzione dell’intrattenimento in salotto. Invece si è scoperto che lo spettatore non è disposto a indossare un paio di occhiali per vedere film, gare sportive o spettacoli. E considera una fatica visiva avere a che fare con immagini che balzano fuori dalla tv. Ecco perché negli ultimi mesi il 3D è scomparso dalla comunicazione dell’industria televisiva. L’ha sostituito l’Ultra Hd, sigla che sta per tv ad altissima definizione e che in gergo tecnico si chiama 4K. In pratica è una televisione formato cinema: le immagini sono quattro volte più definite dell’attuale alta definizione (da qui il nome 4K) e i colori simili a quelli percepiti dall’occhio umano. Di fatto, attraverso dettagli sempre più precisi, sembra quasi di «vivere» le scene che vanno in onda. Che l’altissima definizione sia la tv di nuova generazione, lo testimonia lo slogan lanciato durante il salone mondiale della televisione, il Nab, che si tiene a Los Angeles a metà aprile: «Il 2014 è l’anno dell’Ultra Hd», annunciava la fiera. Di sicuro ci puntano reti tv e centri di produzione che hanno bbandonato il 3D. O, meglio, non lo hanno mai davvero utilizzato per le difficoltà di regia e diffusione. Così hanno cambiato rotta. E hanno scelto due grandi eventi in agenda in questi mesi per sperimentare il nuovo standard. Il primo è la canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II che, grazie al Centro televisivo vaticano, terrà a battesimo il 4K in diretta. Poi ci sono i Campionati del mondo di calcio in Brasile: la Fifa ha stabilito che la finale sarà trasmessa in Ultra Hd. Non solo. È stato dato anche il via libera alla tv di Stato giapponese, la Nhk, per realizzare riprese dei match in Super Hi-Vision, l’ultima punta tecnologica dell’iceberg televisivo che permette di moltiplicare per otto la risoluzione delle immagini in Hd: così accade che, con un’inquadratura dove entra quasi la metà del campo da gioco, si possano leggere senza problemi i nomi degli atleti stampati sulle maglie. E se – come vuole la storia del piccolo schermo – il calcio è il banco di prova dei cambiamenti tv, la Fifa ha già bocciato da tempo il 3D reputandolo inadatto alle partite. In Europa le trasmissioni in 4K sono agli albori. Eutelsat, il principale provider satellitare, è pronto a creare il primo canale in Ultra Hd. In Gran Bretagna la Bbc e Sky hanno stretto un accordo per testare i programmi in ultra definizione. E qui da noi Sky Italia potrebbe proporre il prima canale in 4K entro il prossimo anno. Il nuovo formato è sbarcato anche su Netflix, la più diffusa piattaforma mondiale di video via Internet: a Las Vegas è stata annunciata una «app» 4K per i nuovi televisori insieme con una serie tv in super alta definizione. Certo è che, in attesa di vedere arrivare in casa film o dirette in qualità da cinema, i grandi marchi dell’elettronica hanno fermato la produzione di televisori in 3D e hanno cominciato a far arrivare sul mercato gli schermi in Ultra Hd. Che, per adesso, si limitano a trasformare in altissima definizione Blu-ray, dvd e programmi Hd. La Samsung, società leader nel comparto schermi, ha presentato a Milano la prima tv curva in 4K che «avvolge» lo spettatore con le immagini. La Sony è tra i principali promotori dell’Ultra Hd e ha ipotizzato di quadruplicare le vendite delle tv del futuro in dodici mesi. In campo sono scesi anche Lg, Toshiba e Panasonic che hanno già varato alcuni modelli in 4K. La grandezza dei nuovi televisori varia da cinquanta a oltre cento pollici (con una diagonale di due metri e mezzo). La vera barriera, però, è rappresentata dal prezzo: non si scende sotto i 4mila euro e si superano anche i 10mila per un apparecchio. Ma non c’è il rischio che questa rivoluzione nasconda un altro flop? Network televisivi e produttori hi-tech mettono le mani avanti: «Il 3D era costoso e molto difficile da gestire. Con l’Ultra Hd sarà tutto diverso».