Università del calcio. I dottori del pallone. Arriva la carica dei 380 laureandi
Il difensore azzurro della Juventus Giorgio Chiellini, 34 anni, il giorno della laurea in Economia all’Università di Torino
Il primo è stato Michael Agazzi. Adesso sono 380. È il numero dei calciatori dalla Serie A alla Serie D iscritti all’Università del calcio, o per meglio dire al corso di laurea in Scienze Motorie Curriculum Calcio dell’Università Telematica San Raffaele, giunto al terzo anno accademico dopo la partenza nel 2016. La maggior parte degli studenti giocano in Serie B o Lega Pro per ovvie ragioni, legate anche all’ingaggio che obbliga a pensare al dopo carriera già in attività. Ma non mancano alcuni casi in Serie A. Agazzi - 34 anni, ex portiere di Atalanta, Cagliari e Milan, ora alla Cremonese - è stato il pioniere dei giocatori interessati a questo progetto fortemente voluto dall’Aic (il presidente è Fabio Poli, direttore organizzativo del sindacato calciatori).
Tra gli iscritti c’è anche il 35enne centrocampista Alessandro Gazzi, ora all’Alessandria, ex di Torino, Bari, Palermo e Siena. Gioca in mezzo al campo anche Alessandro Cavion, giocatore dell’Ascoli, che ha vinto la borsa di studio grazie ai risultati ottenuti tra lezioni ed esami nello scorso anno accademico. Cavion ha 24 anni, dimostrazione del fatto che i giocatori iniziano saggiamente a progettare il futuro anche in giovane età. E hanno la previdenza di progettare il loro avvenire a lunga scadenza pur giocando in un campionato remunerativo come la Serie B che offre stipendi buoni (anche senza arrivare a cifre stellari).
Da quest’anno è stata lanciato anche il corso in Calcio femminile. L’insegnamento è affidato a Katia Serra, ex calciatrice della Nazionale, ora responsabile del Dipartimento calcio femminile dell’Aic: «Le ragazze sono le studenti più determinate», racconta Katia. Le più brave sono state Martina Capelli (Milan) e Silvia Fuselli del ChievoVerona Valpo che, grazie al loro rendimento, hanno ottenuto due borse di studio. Tra le iscritte c’è anche Laura Giuliani della Juventus. Da quest’anno accademico è stato istituito anche l’insegnamento di calcio femminile, prima volta in Italia a livello universitario di un percorso didattico dedicato al pallone in rosa. In cattedra proprio Katia Serra.
L’ex giocatrice è una delle rappresentanti della componente più legata al mondo del calcio all’interno del corpo docenti. Fanno parte dello stesso gruppo l’allenatore Giancarlo Camolese e Paolo Piani, segretario del settore tecnico di Coverciano. A loro il compito di insegnare, rispettivamente, “Teoria, tecnica e didattica del calcio” e “Scouting, match analysis ed elaborazione dati”. A breve saranno inseriti altri docenti che sono anche addetti ai lavori calcistici, come Umberto Calcagno (vicepresidente Aic) che insegnerà diritto del calcio e Gianni Grazioli (dg del sindacato calciatori) che si occuperà del corso di storia del calcio.
Poi esiste un gruppo di materie affidate a docenti di estrazione squisitamente accademica, come elementi di fisica e biomeccanica applicata al calcio, funzionamento dei sistemi biologici, fondamenti di biochimica applicata al calcio e anatomia umana. Il modulo di lezioni è fruibile on line, particolare indispensabile per studenti che non avrebbero modo di frequentare di persona visto che in molti casi lavorano da professionisti nelle rispettive squadre di calcio in giro per l’Italia. La ricchezza del programma di studi, vista l’età giovane di tanti iscritti ancora in attività, può diventare un mezzo in grado di migliorare la qualità complessiva degli atleti in campo ogni settimana sui campi italiani con beneficio di tutto il movimento.
Complessivamente gli iscritti all’Università del calcio sono 580. I 200 studenti, che non rientrano nei 380 giocatori professionisti o dilettanti di fascia alta, frequentano la facoltà di Scienze motorie e hanno voluto scegliere questo curriculum legato al pallone sperando di trovare un lavoro nel mondo del calcio (molti di loro ovviamente giocano in squadre dall’Eccellenza in giù). Da questo punto di vista il banco di prova arriverà tra pochi mesi, alla fine dell’anno accademico in corso, il primo che laureerà chi ha iniziato nel 2016. Sono in programma tirocini obbligatori presso club o istituzioni calcistiche in modo da favorire il successivo inserimento professionale. Per la seconda vita di tanti calciatori.