Agorà

Il premio. Hystrio, il teatro per vocazione

Fulvio Fulvi sabato 20 giugno 2015
La famiglia, i rapporti di coppia, l’amicizia. Ecco i temi preferiti dai 96 giovani drammaturghi che hanno partecipato alla 25esima edizione del premio Hystrio, il più importante riconoscimento alla vocazione teatrale oggi in Italia, ma anche un termometro delle tensioni e aspirazioni culturali che muovono le nuove generazioni. A vincere la sezione “Scritture di scena” riservata ad autori sotto i 35 anni, è stato il ventinovenne Emanuele Aldrovandi di Reggio Emilia, con il dramma in tre atti Farfalle, la storia “forte” di due sorelle orfane della madre e abbandonate dal padre che si sposano per interesse ma ritrovano se stesse e il vero amore fraterno solo separando i loro destini, senza più pesare l’una sull’altra. Una scrittura semplice ma teatralmente efficace, un “plot” originale e affacinante. Alla sua età Aldrovandi, che si è formato come autore alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano vincendo altri due premi, ha già individuato la strada da seguire nella vita: «Anche se non ci divento ricco, per me quello del drammaturgo è un lavoro – spiega –, ho sempre scritto racconti e all’universiutà mi divertivo a realizzare copioni che poi venivano rappresentati da compagnie amatoriali». Ma non per tutti è così. «Quest’anno, leggendo i testi dei circa cento iscritti al concorso abbiamo avuto la netta percezione che la maggior parte di loro a teatro non ci va e, a giudicare dalla struttura drammaturgica dei lavori presentati, non sa nemmeno cosa significhi scrivere per attori su un palcoscenico in rapporto diretto col pubblico... », commenta la critica teatrale Claudia Cannella, direttore della rivista Hystrio e presidente della giuria. La qualità della scrittura, comunque, è mediamente buona ma lo stile dei dialoghi e talvolta le tre unità d’azione tipiche del teatro, spazio-tempo-luogo, sono troppo simili a quelle delle fiction televisive o degli spettacoli di cabaret. «A parte qualche testo che sembrava più uno sfogo personale che l’esito di una volontà precisa di fare teatro, c’erano 5 o 6 drammi a sfondo storico, tra cui uno su Cristoforo Colombo, e lavori ispirati a modelli letterari come Dr. Jekyll e Mr. Hyde di Robert Louis Stevenson», afferma Cannella. Quasi niente teatro sociale e politico, però, un genere che sembra sorpassato nonostante l’attenzione riservata alla condizione operaia e alle malattie da inquinamento industriale.  La commissione giudicatrice ha deciso di segnalare l’opera di Maria Teresa Berardelli, romana, non ancora trentenne, diplomatasi attrice all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico: il suo Dieci milligrammi racconta di una famiglia alle prese con la mercificazione della malattia attraverso il sistema pubblicitario, un tema di scottante attualità. «Faccio teatro da quando avevo 14 anni – dice – e mi riconosco in questo linguaggio, ho cominciato a scrivere dopo aver letto i drammi e i romanzi del norvegese Jon Fosse». Domani pomeriggio al Teatro Elfo Puccini di Milano la finale della selezione del Premio Hystrio per aspiranti attori (al quale si sono presentati in 185). Alle ore 21 la serata-spettacolo con le premiazioni: oltre al giovane autore Aldrovandi riceveranno il prestigioso riconoscimento anche i “big” Massimo Popolizio (interpretazione), Serena Sinigaglia (regia), Mimmo Borrelli (drammaturgia), il duo Cuocolo-Bosetti (Altre Muse), la coreografa Ambra Senatore e la compagnia Carrozzeria Orfeo. Il Premio Hystrio- Twister va a Il vizio dell’arte di Alan Bennett, con la regia di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, prodotto dal Teatro dell’Elfo. Una novità è il Premio Mariangela Melato che verrà consegnato agli attori Camilla Semino Favro e Fausto Cabra.