Mondiali di calcio. Ha vinto il Qatar, poi Messi e l'Argentina
Allora siamo chiari, netti, e coerenti con quanto scritto da un mese a questa parte dalla maggior parte degli avatar “anti-Qatar”. Il Mondiale fuori dal campo, non c’è dubbio, con i trucchi e con gli inganni l’hanno vinto i potenti emiri che, a suon di mazzette, entrate furtivamente anche nell’Europarlamento, e i magheggi orditi, con la complicità di Fifa e Uefa, dal 2010 in qua hanno fatto in modo che un campionato del mondo si potesse concludere con una finale alla vigilia di Natale, come fosse un cinepanettone della premiata ditta italica Boldi-De Sica.
Ma noi (inteso come Italia pallonara) non c’eravamo, e così abbiamo assistito fino in fondo a uno spettacolo in cui sono mancate soltanto le danzatrici del ventre in campo e poi tutto si è svolto secondo il copione da mille e una notte, scritto, sceneggiato e sognato dai miliardari con turbante, i conturbanti qatarioti. Comunque fosse finita Argentina-Francia, avevano già vinto, loro, i padroni del vapore mondiale che è partito da Parigi con le due locomotive sovrumane Leo Messi e Kylian Mbappé, entrambi proprietà privata del club dei caravanpetrol, il pozzo senza fondo del Paris Saint Germain.
Quindi, la gloria rimane tra Doha e Parigi, mentre la Coppa del Mondo, dopo la lotteria dei rigori torna a Buenos Aires, da dove mancava dal lontano anno di grazia 1986.
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Ma un match del genere, 3-3 ai tempi supplementari, ci piacerebbe che non finisse più con la roulette russa dei calci dagli undici metri per decretare il vincitore. Un equilibrio del genere con due stelle in campo della stessa luminosità, Messi-Mbappè appunto, meritava una finale bis. Magari da ripetersi il giorno dopo, perché no? Non si può, scherziamo: dicono dalla Fifa, è contro le regole e la tradizione della storia del football moderno.
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Già, mentre invece fermare tutti i campionati in corso per assecondare la grande farsa di Qatar 2022 è possibile, oltre che necessario. Così come per rispettare al millesimo di secondo il gioco effettivo, in alcune partite è stato concesso fino a un quarto d’ora accademico di recupero, cronometrato dalle clessidre ripiene di sabbia del deserto. E allora speriamo che non succederà più almeno di concedere l’organizzazione di un campionato del mondo in inverno e soprattutto a un paese che fa rispettare il tempo effettivo di gioco ma che non ha nessun rispetto dei diritti umani e delle 6.500 “morti bianche” (ufficiali) dei cantieri degli stadi di Qatar 2022.
Non succederà più, forse, di vedere in campo a una finale Mondiale un n.10 della classe immensa di Lionel Messi, (tra quattro anni avrà 39 primavere) che anche se non ce lo spiegava il suo supertifoso Lele Adani l’avevamo capito da un pezzo che si trattava di un fenomeno, planato sulla terra da quello stesso pianeta da cui era disceso il suo antesignano, Diego Armando Maradona. Ecco, sarà un caso, ma da quando “El Diego” è salito con grande anticipo nel mondo dei più, Messi ha riportato in Argentina la Copa America e ora anche l’agognata Coppa del Mondo.
Non succederà più, forse, che un giocatore, pardon un fuoriclasse altrettanto immenso, come Kylian Mbappé, segni una tripletta in una finale, che vinca la classifica dei cannonieri del torneo iridato (8 reti realizzate) e non si fregi del titolo di campione del mondo. A 23 anni sarebbe stato un bis incredibile per il francese: come lui, alla sua età, nemmeno Pelè.
Non succederà più, forse, che un ct abbia la possibilità di vincere due Mondiali di fila. Ora tocca all’argentino Scaloni, ma in Qatar poteva toccare in sorte al selezionatore della Francia Didier Deschamps che non eguaglia il nostro leggendario commissario unico Vittorio Pozzo, vincitore di due campionati del mondo, nel 1934 e nel ’38. Deschamps che un titolo mondiale lo aveva vinto anche da calciatore non raggiunge nemmeno Pelè, ancora unico trionfatore da protagonista in campo in 3 edizioni Mondiali.
Non succederà più, e qui lo speriamo ardentemente, che la nostra Nazionale manchi ancora la qualificazione al prossimo Mondiale che nel 2026 avrà una triplice sede: Canada, Messico e Stati Uniti. Sarebbe la terza assenza consecutiva dell’Italia, e nell’eventualità da considerare assolutamente ingiustificata.