Parte da Pompei il rilancio del patrimonio culturale italiano, un tesoro che deve attirare interventi e creare occupazione. Il governo col decreto Valore Cultura punta simbolicamente su uno dei più importanti siti archeologici al mondo, ma stanzia fondi anche per gli Uffizi di Firenze e per il nuovo Museo della Shoah di Ferrara, prepara una nuova strategia di finanziamento per i musei e l’inventariazione dei beni culturali con l’impiego di giovani laureati. Il decreto vara anche un credito d’imposta per cinema e musica e piani di risanamento per le fondazioni liriche (su questi temi vedi pagina 24,
ndr)Il decreto legge, predisposto dal ministro dei Beni culturali Massimo Bray e approvato dal consiglio dei ministri, si propone ambiziosamente di dare un segnale politico di svolta. «La cultura è il cuore del nostro Paese – sottolinea il premier Enrico Letta – e la possibilità di attrarre investimenti è una delle nostre priorità. Vogliamo investire sulla cultura e creare un legame tra giovani e cultura». Investimenti e stabilità, spiega il presidente del Consiglio: garantendo fino al 2015 il tax credit per cinema e musica e risanando le fondazioni lirico-sinfoniche con «l’acqua alla gola». Per la riorganizzazione di Pompei, dice Bray, ci sarà un Direttore generale e un soprintendente speciale (le cui competenze saranno separate con quelle del polo museale di Napoli e Caserta). Una scommessa importante: «Sarà il simbolo di quello che siamo capaci di fare, un esempio per lo sviluppo del Paese. Siamo convinti che dalla cultura si può ripartire per creare crescita e posti lavoro, per credere nelle nuove generazioni. È una scelta politica molto chiara».L’Unità Grande Pompei è sicuramente il piatto forte del menù: avrà un direttore generale, nominato entro 30 giorni dalla conversione in legge del decreto Valore Cultura, su proposta del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo (Mibac). Il "superdirettore" avrà numerosi compiti: progettare i restauri per l’attuazione del "grande progetto Pompei", vigilare sulle gare per l’affidamento dei lavori e dei servizi, assicurare la corretta gestione della fruizione del sito archeologico, gestire il personale di custodia e vigilanza, dare supporto organizzativo e amministrativo alle attività della Soprintendenza speciale di Pompei, che sarà separata da quella di Napoli.Poi c’è il programma straordinario di inventariazione e digitalizzazione presso gli istituti di cultura statali. Il progetto, che si inserisce nell’agenda digitale europea, selezionerà 500 laureati entro i 35 anni, per tirocini di 12 mesi. Si partirà con 100 ragazzi in Puglia, Campania, Sicilia e Calabria.Il decreto stanzia anche 8 milioni per il completamento dei Nuovi Uffizi, altri 4 andranno per la realizzazione del Museo della Shoah di Ferrara. E 2 milioni, infine, per una serie di siti che necessitano di interventi urgenti.Il decreto prepara poi una nuova strategia di finanziamento dei musei: il Mibac potrà razionalizzare i fondi interni per gestire al meglio le aperture museali, ma gli introiti dei biglietti e dei negozi nei musei – ridotti attualmente al 10-15% – saranno riassegnati interamente al ministero. Novità di rilievo: gli enti culturali vigilati dal Mibac non dovranno più effettuare tagli orizzontali sulle spese per pubblicità e tournée come previsto dalla revisione della spesa.Ma il Belpaese non deve vivere solo di arte antica: per dare spazio alle nuove leve della creatività, spazi statali e demaniali saranno affidati a giovani artisti sotto i 35 anni, in base a bandi pubblici a rotazione semestrale. Un’idea plasmata sull’esempio parigino del "laboratorio artistico" del 59 di Rue de Rivoli.