Spettatori finti in un calcio sempre più finto? ll dato numerico è certo: allo stadio Nereo Rocco di Trieste gli spettatori “virtuali” domenica pomeriggio hanno superato i 3.810 paganti “reali” che hanno assistito a Triestina-Pescara. Nella gradinata “Colaussi”, opposta alla tribuna stampa e perfettamente visibile alle telecamere, sono state infatti collocate dei teloni giganti raffiguranti i tifosi di casa, immortalati in occasione di situazioni di massimo afflusso all’interno della struttura triestina.Chiusi quest’anno al pubblico per contenere i costi, gli spalti della gradinata sono tornati a rivivere dopo il triste colpo d’occhio dell’esordio interno, quindici giorni fa contro l’AlbinoLeffe, siglando anche l’avvio di un’operazione di marketing che vede coinvolte la Triestina Calcio e la società di comunicazione Gsport. In futuro infatti la copertura servirà da base per iniziative di marketing e pubblicitarie.«Se non possiamo avere lo stadio pieno, almeno cerchiamo di averlo accogliente», spiega Stefano Fantinel, presidente della Triestina, che difende l’invenzione del tifo virtuale. «Il progetto - precisa -era di coprire tutta la tribuna utilizzando l’immagine degli spalti riempiti in occasione di una partita giocata tempo fa con la Juventus». A chi critica l’iniziativa, il presidente replica: «Mi sembra che in questo momento i problemi del calcio, quando si parla di tifoserie, siano ben altri. C’è sempre più spesso il problema di aggregare i tifosi della propria squadra a quelli ospiti. È chiaro - aggiunge Fantinel - che l’obiettivo è riunire gli appassionati in uno stadio senza astio e senza pericoli».Gli spalti virtuali hanno portato fortuna alla Triestina: «Abbiamo vinto 1-0. Se la foto ci desse davvero una mano, renderemmo lo stadio ancor più virtuale. È ovvio, per i giocatori sarebbe ideale giocare davanti a tanto pubblico. Noi abbiamo uno degli stadi più belli d’Italia, con quasi 30.000 posti. È superfluo dire che vogliamo riportare la gente allo stadio ma i numeri sono chiari. Lo scorso anno, abbiamo avuto una media di 6500 spettatori per le gare casalinghe. In una situazione del genere la chiusura di un settore può diventare una soluzione per rendere l’ambiente più gradevole».Anche il presidente della Lega calcio di Serie B, Andrea Abodi, plaude all’idea del numero uno della Triestina: «Quella di riempire un settore dello stadio con finti spettatori è stata una soluzione esteticamente piacevole e molto originale. Ma noi stiamo lavorando perchè gli stadi siano pieni di persone vere e di famiglie». Un’iniziativa simpatica e curiosa insomma ma non una soluzione al problema della mancanza di pubblico: «È un processo lungo - spiega Abodi - perchè dagli stadi c’è stato un allontanamento determinato anche dal fatto che l’80% degli impianti di Serie B sono vecchi e scomodi, essendo stati costruiti intorno agli anni ’40. Lo spettacolo per noi non è solo sul campo, ma anche sugli spalti e vorremmo sia il più possibile reale. Lo stadio reale è più importante di quello virtuale». Per fortuna.