Editoria. Gli italiani riscoprono la lettura (anche in digitale)
Gli italiani riscoprono la lettura
Restii a scaricare Immuni e sospettosi perfino verso i benefici del cashback, in tempo di pandemia gli italiani sembrano essere diventati un po’ più digitali sul versante della lettura. È l’immagine che emerge dall’indagine La lettura e i consumi culturali nell’anno dell’emergenza, realizzata dal Centro per il libro e la lettura (Cepell) del ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo e dall’Associazione Italiana Editori (Aie), con la collaborazione di Pepe Research. Una ricognizione dall’esito tutt’altro che scontato, se si considera la sostanziale paralisi subita dal settore nei mesi di marzo e aprile, tra produzione editoriale bloccata e librerie chiuse. Le rilevazioni compiute a ridosso della serrata avevano fatto registrare un crollo del 75%, che al momento non risultava compensato dalle abitudini di lettura. Alla drastica riduzione dell'offerta, insomma, non corrispondeva un incremento della domanda.
A conti fatti, oggi la situazione appare del tutto diversa. Mentre il comparto sta progressivamente riconquistando posizioni (gli ultimi dati stimano al 7% la perdita di fatturato da parte degli editori), lo stesso indice di lettura registra un lieve miglioramento. Secondo l’indagine condotta da Cepell e Aie, infatti, in ottobre il 61% degli italiani di età compresa tra i 15 e i 74 anni dichiara di aver letto almeno un libro negli ultimi dodici mesi. A maggio scorso la percentuale era del 58%, identica a quella dell’ottobre 2019. Se si risale indietro di un anno, ci si accorge che nel 2018 la quota era del 55%. Sono segnali positivi, ma il presidente dell’Aie, Ricardo Franco Levi, avverte: «Non siamo ancora fuori dall’emergenza: il periodo natalizio sarà cruciale».
Del resto, parliamo sempre di un unico libro, indipendentemente dal genere (entrano nel conteggio anche le guide di viaggio e i ricettari di cucina) e prescindendo addirittura dal fatto che la lettura sia stata integrale o parziale. Resta il fatto che 27 milioni e 600mila italiani hanno in qualche modo maneggiato un libro. Non tutti nella stessa forma, però, ed è qui che i risultati dell’indagine si fanno più interessanti, rivelando quella che il direttore del Cepell, Angelo Piero Cappello, definisce «la fotografia di un mondo che sta mutando».
Il primo elemento sta nella constatazione che il libro cartaceo non è affatto al tramonto. Da maggio, quando la relativa percentuale era ferma al 53%, si è tornati al 55% dell’ottobre 2019, a conferma di una tenuta che, a quanto pare, non patisce l’erosione del digitale. Il 2020 vede un marcato consolidarsi della lettura di ebook (30% rispetto al 25% del 2019) e dell’ascolto di audiolibri (12% rispetto al 10% dello scorso anno, ma nel 2018 il dato era solo del 6%). Anche in questo ambito si rafforza la categoria dei “lettori forti”, che in nello specifico corrisponde a quanti leggono più quattro titoli in digitale (sono il 14% per gli ebook e il 3% per gli audiolibri). Ancora più sintomatico è il quadro d’insieme, nel quale troviamo un 40% di lettori che ricorrono prevalentemente all’ebook, un 46% di affezionati al cartaceo e un 14% di eclettici, che utilizzano in misura uguale i diversi supporti. Il paesaggio è sensibilmente mutato rispetto al 2019, quando l’ebook raccoglieva il 32% delle preferenze e il cartaceo si assestava al 51% (la modalità mista, un anno fa, interessava il 17% dei lettori).
Il digitale gioca un ruolo rilevante anche per quanto riguarda gli acquisti. Nell’ottobre scorso il 38% del campione preso in esame dall’indagine Cepell-Aie ha comprato un libro online. Per il 20% di questi, ossia per quasi tre milioni e mezzo di persone, si tratta della prima volta. Non meno consistente è la quota di nuovi utenti di ebook, che sono due milioni e 300mila. Ancora una volta, l’allargamento del pubblico digitale non comporta un abbandono automatico delle pratiche tradizionali. Se nel maggio scorso a frequentare le librerie era appena il 20% dei lettori, in ottobre la percentuale sale al 67%: meno del 2019, quando era del 74%, ma comunque confortante, specie se si considera che il negozio fisico rimane, anche grazie al rapporto diretto con il libraio, il principale canale di informazione sulle novità (se ne avvale il 33% degli italiani; media tradizionali e notizie online sono distaccati rispettivamente al 23% e al 21%).