Agorà

Ciclismo. Impresa al Giro, per la prima volta Israele in rosa

Adam Smulevich martedì 11 maggio 2021

Passeggiando per le strade della Città Vecchia di Gerusalemme, l'emozione era palpabile. Da questi vicoli sono passati un po' tutti, non sempre con le migliori intenzioni. Mai però una festosa carovana color rosa Giro d'Italia. Erano i primi giorni di maggio del 2018: nei pressi della Porta di Giaffa, con lo sfondo suggestivo delle mura di Solimano, avrebbe preso il via una delle edizioni del Giro più appassionanti degli ultimi anni. Assoluta new entry ad alti livelli, prendeva parte alla festa una squadra di belle speranze ma assai poche certezze: la Israel Cycling Academy, destinataria di una wild card non tanto per i suoi valori sportivi (allora ai più sconosciuti) quanto per dovere di ospitalità verso il Paese organizzatore della Grande Partenza.

Partecipare a quel Giro era da considerarsi, di per sé, un traguardo. Forse, senza esagerare, il traguardo di una vita. Non la pensava così Sylvan Adams, il visionario filantropo israelo-canadese che ha investito nel team molte risorse ed energie e che con fare profetico diceva: «Un giorno il rosa lo vestiremo noi». Qualcuno aveva sorriso. L'entusiasmo di Adams, che è una persona affabile e di rara simpatia, è contagioso. E contraddirlo, soprattutto a Gerusalemme, nella sua Gerusalemme, non sembrava elegante. I fatti hanno dimostrato che aveva ragione lui. La Israel Cycling Academy, nel frattempo diventata Israel Start-Up Nation (ISN), ha bruciato le tappe. Dal 2020 è una squadra del World Tour, l'élite del ciclismo. E nella stessa stagione si è tolta lo sfizio di una vittoria di tappa sia al Giro (Alex Dowsett) che alla Vuelta (Dan Martin).

Adams ha continuato però a tener alta l'asticella: ci ha pensato uno dei corridori più esperti in corsa, il 35enne friulano Alessandro De Marchi, in maglia ISN da quest'anno, a dargli la gioia che più aspettava. La movimentata tappa conclusasi quest'oggi a Sestola, quarta frazione del Giro 2021, l'aveva messa nel mirino. Voleva vincerla, sollevare le braccia sul traguardo. Ma il secondo posto all'arrivo, in virtù dell'ottima posizione di classifica alla partenza, vale oro. Anzi, rosa. Ai microfoni Rai De Marchi è quasi scoppiato in lacrime.

«Questa maglia - ha affermato - è il sogno d'infanzia di ogni corridore». Adams, da Gerusalemme, se lo sentiva. I drammatici fatti di queste ore non l'hanno distolto dal Giro e dai "suoi" ragazzi. Sono stati, anzi, un conforto.Qualche giorno fa, intervistato da Pagine Ebraiche, si era sbilanciato: "Faremo bene, non abbiamo mai avuto una squadra così competitiva". La sua speranza è che possa esserlo anche al Tour de France, dove come capitano schiererà nientepopodimeno che Chris Froome. A fine carriera, ma ancora ambizioso (per quanto al momento la condizione fisica lasci un po' a desiderare). L'obiettivo, neanche a parlarne: "La maglia gialla".