Giornalismo. È morto Eugenio Scalfari. Il dolore del Papa per l'amico
Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano Repubblica
È morto Eugenio Scalfari. Lo scrive il quotidiano Repubblica sulla sua edizione online e sui social.
"Ciao Eugenio, un secolo di giornalismo e passione civile", si legge in un tweet di Ezio Mauro, ex direttore del quotidiano.
Ciao Eugenio, un secolo di giornalismo e passione civile
— Ezio Mauro (@eziomauro) July 14, 2022
Fondatore di Repubblica, Scalfari era nato a Civitavecchia il 6 aprile 1924. Scalfari è stato il primo direttore-manager dell'editoria italiana, padre di due "creature", L'Espresso e Repubblica, nate dal nulla ma che in pochi anni non solo hanno raggiunto i vertici della diffusione e lasciato un'impronta indelebile.
Dopo la giovinezza a Sanremo, dove al liceo classico ebbe come compagno di banco Italo Calvino, inizia a scrivere su alcune riviste fasciste, per venire poi espulso in quanto ritenuto un imboscato.
Nei primi anni '50 inizia con il Mondo di Pannunzio e l'Europeo di Arrigo Benedetti. Nel '55 con quest'ultimo fonda L'Espresso, primo settimanale italiano d'inchiesta. Scalfari vi lavora nella doppia veste di direttore amministrativo e collaboratore per l'economia. E quando Benedetti gli lascia il timone nel '62, diventa il primo direttore-manager italiano, una figura all'epoca assolutamente inedita per l'Italia. Questo doppio ruolo sarà poi anche uno dei fattori del successo di Repubblica. Negli ultimi anni dopo una lunghissima carriera al timone del giornale, si è dedicato soprattutto alla scrittura, anche con un autobiografia uscita per i suoi 90 anni nel 2014 allegata al quotidiano.
Nel suo primo romanzo Il labirinto, uscito nel '98, erano il rapporto tra sentimenti e ragione, il ruolo che il pensiero esercita nella quotidiana esistenza dell'uomo e il contrasto tra aspirazioni profonde e realtà i temi al centro della sua riflessione, sviluppata poi ancora in "L'uomo che credeva in Dio", "Per l'alto mare aperto", "Scuote l'anima mia Eros", "La passione dell'etica", "L'amore, la sfida, il destino".
A un suo intervento su fede e laicità, lui che da sempre si era dichiarato ateo, rispose papa Francesco, con una lettera a Repubblica pubblicata l'11 settembre del 2014. L'incontro diventa un libro nel 2019 "Il Dio unico e la società moderna. Incontri con Papa Francesco e il Cardinale Carlo Maria Martini".
"Papa Francesco ha appreso con dolore della scomparsa del suo amico, Eugenio Scalfari. Conserva con affetto la memoria degli incontri - e delle dense conversazioni sulle domande ultime dell'uomo - avute con lui nel corso degli anni e affida nella preghiera la sua anima al Signore, perché lo accolga e consoli quanti gli erano vicini". In quanto riferito all'agenzia Ansa dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, c'è già tutto il senso di un rapporto durato praticamente fin dall'inizio del pontificato.
Con il Papa Scalfari ha avuto un rapporto che andava al di là della "relazione intellettuale e dei contenuti" secondo padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica e molto vicino al Papa, in un'intervista all'agenzia di stampa Adnkronos. Spadaro ha raccontato di essere sempre rimasto "colpito" dal modo in cui il fondatore di Repubblica, un ateo sempre alla ricerca, si rapportasse col Pontefice col quale negli anni è nata una amicizia sincera: "Ho sempre avvertito una relazione che andava al di là del rapporto intellettuale e dei contenuti. Ho sempre percepito una relazione di carattere pastorale e personale: la percezione era quella di due persone che avevano cura l'una dell'altra, al di là' del dibattito delle idee, e questo mi colpiva molto positivamente".
Certo, - ha proseguito padre Spadaro - le sue interviste a volte sembravano quasi più la proiezione dei suoi desideri piuttosto che il pensiero del Papa , dall'altra parte anche questo mi sembrava la cifra della volontà di confronto e interlocuzione".