Scherma. Giordan, la mente per sentirsi atleta
Edoardo Giordan in azione
Avrebbe voluto esibirsi sotto canestro («Sognavo di essere il Michael Jordan del basket in carrozzina, semplicemente per l’assonanza col mio cognome»), ma per questioni logistiche ha virato sulla pedana della scherma, dove imbracciando sia la sciabola sia la spada, Edoardo Giordan cercherà fortuna ai Giochi paralimpici di Parigi. Nella palestra del Centro di preparazione di Tirrenia, il trentunenne romano sta concludendo il terzo e ultimo raduno in vista della rassegna dei tre agitos: « Partiremo il 28 agosto, appena in tempo per partecipare alla cerimonia d’apertura. Poi tanti allenamenti dentro il villaggio in vista delle nostre gare».
A differenza dei Giochi olimpici, ai Paralimpici la scherma occupa la seconda settimana, così l’alfiere delle Fiamme Oro sarà in azione martedì 3 settembre nella sciabola individuale e sabato 7 nella spada a squadre. « Ho cominciato con l’arma senza convenzione, poi appena provata la sciabola ho sentito quella vibrazione interna che mi ha fatto comprendere come quella fosse la mia specialità. Peccato che per noi sciabolatori non sia prevista la prova a squadre. Mi rifarò col team degli spadisti, dove essendo il terzo degli italiani non prenderò parte alla prova individuale ». Alla sua seconda esperienza paralimpica, Giordan è carico e motivato: « Rispetto a Tokyo ho fatto più esperienze e sono cresciuto sia di fisico sia di testa. Nel nostro sport mente e corpo sono entrambi fondamentali, per vincere l’assalto conta tanto l’intelligenza tattica». La sede di gara sarà la stessa della rassegna a cinque cerchi, l’iconico Grand Palais, così come le regole del gioco: « Le differenze sono che gli atleti sono seduti in carrozzine fissate sulla pedana, che nella spada il bersaglio valido è solo la parte del corpo sopra la cintura e che esistono due categorie, la A, alla quale io appartengo, dedicata alle disabilità meno gravi, e la B, per le disabilità più invasive». Per la prima volta la formula dei tornei non prevedrà il girone all’italiana, ma direttamente un tabellone tennistico a eliminazione diretta, muovendo dai sedicesimi di finale: « La particolarità saranno i ripescaggi, attraverso i quali anche i perdenti potranno tornare in ballo per la medaglia di bronzo». Durante la cerimonia di chiusura dentro lo Stade de France, il presidente del comitato organizzatore Tony Estanguet era stato chiaro: « Finisce qui solo la prima parte, dal 28 si ricomincia con la seconda». A Parigi 2024 i Giochi Paralimpici avranno infatti la stessa dignità degli olimpici, configurandosi come il secondo tempo di un unico spettacolo sportivo di alto livello.
«La scherma è forse l’esempio più calzante di questa integrazione. I biglietti per le nostre gare si sono esauriti in anticipo rispetto a quelli olimpici. Certamente avrà influito la presenza nel nostro sport di una star internazionale come Bebe Vio, adesso però toccherà a noi in pedana ripagare la fiducia del pubblico». Per farsi trovare pronto Edoardo fa una vita da professionista a tutto tondo. « Da quando sono entrato nella Polizia mi alleno cinque giorni a settimana mattina e pomeriggio, curo la preparazione atletica nello stesso modo in cui apprendo la tecnica dal mio maestro, e sono seguito da un nutrizionista e un fisioterapista». E pensare che prima di subire l’amputazione dell’arto destro aveva praticato nuoto e calcio, solo per hobby. Poi durante la riabilitazione aveva seguito le orme del club del suo ospedale, entrando nel mondo del basket in carrozzina. Fino a che l’incontro con un personaggio speciale lo fece dirottare in pedana: «Un campione del calibro di Andrea Pellegrini mi ha portato su questa strada e da quel momento non l’ho più abbandonata. Mi ha fatto abbattere quelle barriere psicologiche che mi ero creato».
In appena sei anni di attività è riuscito a qualificarsi per i Giochi di Tokyo, dove è stato sesto nella sciabola e ottavo nella spada: « In Giappone fui eliminato nei quarti di finale, ma ero già contento di esserci». Stavolta le aspettative sono più elevate: «Sono tra i primi del ranking, ho vinto medaglie ai Mondiali e agli Europei, perciò dovrò dimostrare di meritare questa posizione. Almeno una medaglia voglio conquistarla». Grazie a Bebe Vio Grandis, Giordan è stato inserito nel progetto “Fly 2 Paris” di Art4Sport: «Siamo un gruppo affiatatissimo all’interno di una Nazionale fortissima. Ogni volta che si qualificava qualcuno di noi era una festa per tutti e anche chi non ha strappato il pass verrà a Parigi a sostenerci ». Vista la vicinanza stavolta in tribuna ci saranno anche i familiari: «Sarà la cosa più bella, poter far bene di fronte agli occhi di coloro che, sostenendomi e incoraggiandomi, mi hanno consentito di arrivare fin qui».