L'attrice. Giannetta: "Il coraggio di Blanca vince ogni pregiudizio"
Maria Chiara Giannetta in "Blanca 2"
L’attesa è finita: Blanca è tornata, è cresciuta ed ha nuove responsabilità. Dopo il successo della prima serie, l’aspirante detective non vedente, interpretata da Maria Chiara Giannetta, viene assunta a tutti gli effetti come consulente della Polizia e dovrà affrontare i propri limiti emotivi e casi sempre più complessi. Arriva dal 5 ottobre in prima serata su Raiuno Blanca 2 con le sue indagini ambientate a Genova al ritmo del funky dei Calibro 35. La serie, prodotta da Matilde e Luca Bernabei per Lux Vide, societa' del Gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai Fiction, vede la regia di Jan Maria Michelini (i primi tre episodi) e di Michele Soavi (gli episodi dal 4 al 6) ed è stata presentata oggi all’apertura della 75ma edizione del Prix Italia della Rai a Bari, il concorso televisivo che sino al 6 ottobre vede a confronto 80 broadcaster in rappresentanza di 52 Paesi dei cinque continenti.
Giallo e romanticismo, innovazione registica e attori di livello, inclusione e autoironia: tanti ingredienti e protagonisti per una serie (tratta dai romanzi di Patrizia Rinaldi) che ha avuto successo in più di 50 paesi del mondo e che, svela al Prix Italia la direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati “avrà una vita lunga. E quindi sì, stiamo pensando di continuare perché c'è un'attesa del pubblico".
Al fianco della Giannetta nei panni di Blanca, ci sono i compagni di avventura: la fedele Linneo, suo cane guida, Lucia (Sara Ciocca), il padre Leone (Ugo Dighero) e l'amica Stella (Federica Cacciola). E poi, i colleghi del commissariato: Bacigalupo (Enzo Paci) e soprattutto l'ispettore Liguori (Giuseppe Zeno), che farà ingelosire Blanca con una donna che viene dal passato. E Sebastiano detto Nanni, (Pierpaolo Spollon), di cui verranno alla luce nuovi lati inediti. Ma compaiono anche nuovi personaggi (dalla misteriosa donna delle pulizie Michela Cescon all’attentatore Stefano Dionisi) che costringono la protagonista a fare i conti con la sua storia, combattuta tra il desiderio di assoluta autonomia e il bisogno di un supporto. Maria Chiara Giannetta a Bari all’anteprima di Blanca 2, racconta ad Avvenire le evoluzioni del suo personaggio.
Maria Chiara Giannetta, Blanca perché è così speciale?
Blanca non è una supereroina, ma una ragazza che ha desiderio di crescere, dal trovare un lavoro a superare i suoi limiti emotivi, è una persona piena di scudi e armature, che non riesce a cedere all’amore perché troppo concentrata su se stessa. Poi ha delle intuizioni, la sua cecità è la sua grande forza, il suo motore, è quella che l’ha fatta rialzare e le ha fatto dire “io faccio delle cose che voi non potete fare””.
Come si evolve nella seconda serie il suo personaggio?
E' una Blanca cresciuta, una Blanca non più ragazza ma donna. Questo porta ovviamente delle responsabilità diverse a questo personaggio. Ho avuto diverse consulenze tra cui quella del maestro Bocelli, in più ho conosciuto amici fantastici, che mi hanno aiutata a entrare nei panni di Blanca e soprattutto nel loro punto di vista che sembra un gioco di parole ma è la verità. Inoltre ci sono stati altri modi piuttosto che vedere serie o leggere libri.
Lei sul palco del Festival di Sanremo ha portato i suoi “special coach”, i consulenti non vedenti che l’hanno aiutata sul set. Hanno cambiato la sua prospettiva?
Si assolutamente, mi hanno aiutato a vedere le cose in un modo differente. Mi hanno aperto la prospettiva in modo generale. La difficoltà è spostarsi da sé per entrare dal punto di vista di un mondo che ignoravo totalmente. E’ stato bello entrarci, prima di tutto è servito a me perché mi ha aperto un mondo motivo e di sensibilità altrui. Mi piace citare Platone: “ogni volta che incontri qualcuno sii gentile, non si che guerra sta combattendo”.
I protagonisti di "Blanca 2" Maria Chiara Giannetta e Giuseppe Zeno oggi al 75mo Prix Italia della Rai a Bari - ANSA
Il successo di una protagonista non vedente come Blanca ci fa capire che il pubblico forse è più avanti di quanto pensiamo?
Sicuramente è stata una sorpresa, è la dimostrazione che il pubblico vuole vedere qualcosa di diverso, che noi abbiamo cercato di dare nella maniera di linguaggio visivo, fotografico, di scrittura e anche attraverso il nostro modo attorale, fresco e contemporaneo che è piaciuto. Il pregiudizio si ha rispetto alle cose che non si conoscono. L’unico modo per essere inclusivi è conoscere, è la cultura, e noi con Blanca cerchiamo di fare quello.
Oggi si parla molto di cosa siano davvero la normalità e la diversità…
Diversità e normalità sono due parole delicate, ma più una cosa è quotidiana più è nostra, più siamo chiusi mentalmente, più abbiamo paura dell’esterno. Più conosciamo, più integriamo e più non abbiamo paura di niente, siamo più forti per il nostro futuro.
Lei per Lux Vide rappresenta due donne molto diverse, il capitano dei carabinieri Anna Olivieri in “Don Matteo” e la consulente della polizia non vedente Blanca Ferrando.
Mi piace essere versatile, sono due personaggi uno l’opposto dell’altro. Una, Blanca, che deve imporsi da un punto di vista più femminile, che ha paura, ha un’armatura e quindi deve fare vedere quanto è forte, e l’altra, il capitano Anna, che deve imporsi in un ambiente maschile, ma con la tranquillità di dire “lo so fare, non devo dimostrare niente a nessuno”.
Altri progetti?
A Natale esce il mio primo film importante, Santocielo di e con Ficarra e Picone, in cui sono la coprotagonista femminile accanto a Barbara Ronchi con cui sognavo di lavorare da tempo.