Agorà

INCONTRO CON L'ARTISTA. Gazzè: «Porto il pop nella lirica e viceversa»

Andrea Pedrinelli venerdì 15 luglio 2011
Arie dal Barbiere di Siviglia di Rossini e da Le nozze di Figaro di Mozart; e poi Bizet o Lehár. Chi stasera si avventurerà al Piazzale delle Rose di Sassuolo (o domani 16 luglio all’appuntamento parmense di Sotto il cielo di Parma) apprezzerà di certo, il programma della Filarmonica Toscanini. Semmai, sarà spiazzato dall’interprete. Ovvero il cantautore Max Gazzè, che con questi concerti intraprende la propria ennesima "eresia" musicale. Lasciando il basso in camerino (o quasi: attenti ai bis, attenti a Stravinskij…), per cantare arie d’opera. E azzardare in chiave sinfonica pura (senza neppure il piano) anche le sue canzoni, da Una musica può fare alla recente hit Mentre dormi. Tale intrigante faccenda si chiama L’uomo sinfonico.Gazzè, sempre stato ascoltatore di musica lirica?Di Pavarotti. Mi dava calore, emozioni. Per il resto sono più un amante della sinfonica. Mi aiuta ad evadere da quello che sento in radio e dai miei stessi concerti… Shostakovich, soprattutto.«L’uomo sinfonico» nasce quindi anche da passione?Qualche tempo fa avevo fatto qualcosa di analogo con la Verdi di Milano. Qui c’è un entusiasmo che mi unisce alla Filarmonica e al suo direttore Alessandro Nidi. Mi hanno chiesto se mi andava di abbattere qualche rigidità del far musica di cui anche noi artisti siamo responsabili aprendomi a un repertorio classico. E io ho l’ho fatto, apprezzando che loro per primi si aprano al mio repertorio di cantautore.Con la voce però come la mettiamo, su Rossini o Puccini?Non voglio dimostrare ciò che non sono. Non sarò certo cantante lirico, qui. Affronto le partiture con gioia ed emozione, ben conscio di quanto la mia Che gelida manina possa anche dispiacere a qualcuno.Ha già imparato qualcosa di inatteso, nelle prove?Devo ridefinire i concetti di tempo e ritmo interpretando i gesti del direttore d’orchestra. Per me è dura, non è il battere e levare inesorabile della musica leggera. E poi, come diceva lei, c’è la voce. Le arie le ha proposte e trascritte Silvia Catasta, che ha anche arrangiato i miei brani: però io sarei un baritono, e cantare parti tenorili non è facile. Devo fare falsetti quando un tenore andrebbe a voce piena. L’orchestra dice giustamente che non si cambia tonalità a Puccini, ma forse qualche nota sì…E le sue canzoni come le vive in chiave orchestrale?Mi pare di essere in frac! Colori nuovi, certe parti riscritte. È qualcosa che mi può solo far crescere.Alla vigilia della prima, avete paura del pubblico?Guardi, l’unica cosa che speriamo è che nessuno venga apposta a criticare. Poi i miei fan e i puristi valuteranno. Questi due concerti sono un po’ delle prove: puntiamo tutti ad un tour ampio per il 2012.Ma non è un male che della musica oggi si parli solo quando ci sono "eresie" come questa o certi "eventi"?Sono d’accordo. Però non penso che noi artisti si debba crearne apposta. Io ho smesso di cercare di capire cosa vorrebbe il "mercato", credo che il pubblico arrivi se ci sono scelte, passione, impegno. La mia responsabilità è dire cose dentro la mia arte, anche da "eretico": non diventare un oggetto da tv.