La donazione. Franca Valeri, 70 anni di carriera in un archivio online
Franca Valeri al Teatro dei Gobbi nel 1951 in Carnet de Notes, con Bonucci e Caprioli
Dalla Signorina Snob alla Sora Cecioni, oltre 70 anni di carriera tra cinema, teatro, radio e musica classica. Con un nome d'arte
che più letterario non si può: Franca Valeri in omaggio al poeta Paul Valéry, come le suggerì un'amica d'infanzia. A due anni dalla scomparsa della celebre attrice (1920-2020) è ora disponibile online il suo archivio, da lei stessa donato all'Accademia dei Filodrammatici di Milano nel 2018. Un fondo enorme composto da oltre duemila fotografie, da centinaia di copioni di opere teatrali, film, trasmissioni radiofoniche e televisive, da una ventina di locandine, da 26 bozzetti di abiti di scena, da una settantina di disegni e ancora: una decina di spartiti e una cinquantina di lettere ricevute e inviate dall'attrice e da suo padre Luigi Norsa (questo il suo vero nome), onorificenze, diplomi e una rassegna stampa con centinaia di recensioni e interviste.
All'origine di questa importante donazione, la sua nomina a socia onoraria dell'Accademia: un riconoscimento riservato a pochi personaggi quali Vincenzo Monti, Alessandro Manzoni, Eleonora Duse e Gabriele D'Annunzio. E in segno di riconoscenza (anche per un motivo familiare: suo padre era stato socio dei Filodrammatici), Valeri decise di regalare l'archivio all'Accademia, che tra non poche difficoltà legate alla pandemia è riuscita nell'ultimo anno a digitalizzarlo. Un lavoro lungo e complesso che, come precisa la
presidente dell'istituzione, Antonia Chiodi, è stato reso possibile grazie al sostegno della Soprintendenza dei Beni archivistici della Regione Lombardia.Lucia Fagnoni, che ha schedato e riordinato l'archivio, racconta che sono emersi materiali inediti «come i bozzetti che disegnò per gli abiti dei personaggi di Risveglio di primavera di Frank Wadekind, un'opera che però non ha mai portato in scena». Ma ci sono anche altri suoi bozzetti per Le tre sorelle di Anton Cechov e alcuni disegni giovanili (ritratti, paesaggi
rurali, maschere) che, oltre a testimoniare una gran vastità di interessi, «rappresentano la parte più preziosa del fondo, sia perché inediti ma anche perché quasi nessuno conosceva queste sue doti artistiche».
Visitare il sito - http://fondovaleri.accademiadeifilodrammatici.it - è come fare un tuffo nel cinema italiano dei tempi d'oro: foto di scena dei suoi film più noti come Il segno di Venere di Dino Risi o Piccola posta di Steno, o scatti che la ritraggono con illustri colleghi come Vittorio De Sica, Anna Magnani e Vittorio Gassman. Non manca il teatro, con la Valeri sul palco del Piccolo con Giovanni Testori e Mario Missiroli per le prove della Maria Brasca. Diverse foto la vedono al fianco di Vittorio Caprioli (che sposò nel 1960 e col quale una decina d'anni prima aveva fondato la Compagnia dei Gobbi assieme ad Alberto Bonucci), una persino con Stanlio e Ollio in visita a Roma nel '51 durante una pausa del film Atollo K. E non mancano personaggi come lo stesso Paul Valéry in una foto ritratto inviatole per gioco da un'amica.
Non tutto è online, ma c'è quanto basta a far emergere «l'immagine di una donna intelligente, colta, vivace – conclude Fagnoni – di un'artista sofisticata capace di sintesi. Prima attrice-autrice italiana che si fa apprezzare per le sue creazioni letterarie graffianti, comiche, capaci di far ridere ma anche riflettere; dotata di singolare capacità di sottoporre a una sottile introspezione psicologica i suoi molteplici personaggi, i cui aspetti caratteriali conservano una loro attualità».