Agorà

Spiritualità. Foucauld, la voce che si levò dal deserto

Alessandro Deho' mercoledì 6 novembre 2024

Frére Charles de Foucauld

Pubblichiamo qui un estratto del volume A te. La preghiera dell’Abbandono di Charles de Foucauld (San Paolo, pagine 144, euro 14,00) di Alessandro Deho’ nel quale si racconta la vicenda del missionario francese canonizzato da papa Francesco il 15 maggio del 2022 e che finì i suoi giorni nel deserto del Sahara. Una storia di conversione, dialogo interreligioso, fraternità, testimonianza evangelica. Il “piccolo fratello universale” (così sarà ricordato de Foucauld) viene rievocato in questo libro a partire dalla preghiera più famosa che lui ci ha lasciato, quell’atto di Abbandono che pure ha segnato un’epoca. L’autore riprende in mano la preghiera di frère Charles e, combinandola con la sua stessa biografia, la restituisce al lettore in modo intimo e intenso.

L’ultimo anno – la morte: 1916. « Il nostro annientamento è il mezzo più potente che abbiamo di unirci a Gesù e di fare del bene alle anime» (1° dicembre 1916 a Marie de Bondy). «Quando il chicco di grano caduto a terra non muore, resta solo, se muore porta molto frutto; io non sono morto, così anch’io sono solo… Pregate per la mia conversione affinché morendo porti frutto » (Lettera a Suzanne Perret). Per proteggere le popolazioni, Charles de Foucauld costruisce un fortino a Tamanrasset. Là si stabilisce da solo aspettando di accogliere le persone dei dintorni in caso di pericolo. Continua a lavorare sulle poesie e i proverbi Tuareg. 1° dicembre 1916: alcuni Tuareg sotto l’influenza senussita lo attirano fuori dal fortino, s’impadroniscono di lui e lo legano saldamente. Durante il saccheggio è annunciato l’arrivo di militari in maniera inattesa. È il panico… parte un colpo. Frère Charles è ucciso. Le sue spoglie sono sotterrate nel fossato che circonda il fortino e trasferite, nel 1929, alla periferia dell’oasi di El-Golèa a oltre 1.000 chilometri a nord di Tamanrasset. Al momento della sua morte, Charles de Foucauld è solo… o quasi. In Francia ci sono 49 iscritti all’Associazione dei fratelli e sorelle del Sacro Cuore di Gesù, che egli è riuscito a fare approvare dalle autorità religiose. «In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?”» (Luca 1,39-43). Padre mio, mi abbandono a Te, fa’ di me quello che vuoi. Qualsiasi cosa Tu faccia di me io ti ringrazio. Charles si alza in volo, dal deserto alla regione montuosa, è leggero e libero, è nelle mani del Padre, ora nessun confine può opporsi all’amore. Gravido dell’Amore non ha più paura. Qualsiasi cosa ora parla di Dio, nell’annientamento si compie la perfetta contemplazione, non c’è nulla che non sia Dio. Tutto ormai è Infinito. Qualsiasi cosa Dio faccia di lui ormai è solo eucarestia, un grazie steso sul mondo. Sono pronto a tutto, accetto tutto. Purché si compia la tua volontà in me, in tutte le tue creature. Non desidero altro, mio Dio. Oltrepassa la soglia di ogni casa, in una perenne visitazione, tutto invita all’ingresso, nessuna porta si chiuderà più, l’amore finalmente non fa più paura. In lui tutto è pronto, nessuna difesa, finalmente libero di lasciarsi plasmare da capo, come il primo uomo, immagine e somiglianza di Dio. Accetta tutto perché ormai è nelle mani del Padre. Quel padre che ha sempre cercato. E non c’è nessuna opposizione: la volontà di Dio e di Charles sono una cosa sola, nessun confine. E nessun desiderio, perché i desideri hanno senso solo davanti a una mancanza. Charles è completamente svelato al mondo, ora è chiaro: è sempre stato un desiderio palpitante nel cuore di Dio, come ogni uomo. Affido l’anima mia alle tue mani, Te la dono, mio Dio, con tutto l’amore che ho nel cuore, perché ti amo, L’anima sussulta di gioia. Come Maria, dopo aver incontrato l’angelo, così Charles diventa Annuncio, ora che non è più parola, ora che non è più cammino, ora che non è più respiro, ora che non è più può finalmente essere Tutto e danzare tra le mani di Dio e incarnarsi dove l’amore si compie. Perché Ti amo. Sussurra senza fine, al mondo. Ed è un bisogno del mio amore di far dono di me di pormi nelle tue mani senza misura, con infinita fiducia, perché Tu sei mio Padre. Benedetto tu fra tutti gli uomini; benedetto tu, frutto del grembo di un’Europa lacerata e confusa, figlio del grembo di una Chiesa sempre troppo collusa con il potere; benedetto tu frutto del grembo del deserto, partorito sotto il cielo di Nazareth, allattato da un crocifisso di Parigi. Benedetto tu, figlio delle nostre miserie, segno tangibile che l’amore è più forte della morte. Benedetto tu che hai cercato per tutta la vita un padre e che ora lo hai trovato; benedetto tu che ti sei lasciato partorire dal cielo una seconda volta; benedetto tu che non hai lasciato l’orfano in balia del risentimento. Benedetto tu, mio fratello universale, mio amico, mio Padre.