Albenga. Formae Lucis, così l'arte racconta la fede
Il Crocifisso della chiesa della Carità di Alassio
E' stata inaugurata ad Albenga la mostra “Regnavit a ligno Deus”, la prima delle iniziative dell’Ufficio diocesano Beni culturali per proseguire il percorso di Formae Lucis, un progetto di divulgazione, promozione e tutela del patrimonio artistico realizzato e custodito nelle comunità del territorio. Erano presenti all’inaugurazione il vescovo Guglielmo Borghetti, Castore Sirimarco, direttore Ufficio Beni Culturali, Mauro Marchiano, direttore del Museo Diocesano, Francesca De Cupis, storico dell’arte presso la Soprintendenza di Imperia e Savona e Fulvio Cervini, docente di Storia dell’arte medievale presso l’Università degli Studi di Firenze.
Fino al 15 settembre saranno esposti al Museo Diocesano un capolavoro dell’arte quattrocentesca, il Compianto sul Cristo morto di Lucinasco, una “sacra rappresentazione” composta da otto statue di legno policrome, e il Crocifisso della chiesa della Carità di Alassio, un’opera di grande intensità, recentemente restaurata, dello stesso maestro del Compianto. Secondo il vescovo Borghetti «l’obiettivo del progetto è quello di raccontare la fede attraverso la bellezza, tutelando e facendo conoscere opere preziose, sconosciute anche a molti residenti. Come affermava il cardinale Martini, i musei diocesani sono i musei dei cresimati, quindi di adulti nella fede che scoprono le proprie radici, attraverso le opere realizzate nei secoli».
«Crediamo – afferma Castore Sirimarco – che la promozione sia la prima forma di tutela e con il progetto Formae Lucis abbiamo iniziato, in vista del 40° anniversario di fondazione del Museo Diocesano un percorso di valorizzazione dei beni custoditi nelle parrocchie, per ricordarli e affidarli ai fedeli del luogo. Non un unico luogo di visita, quindi, ma un’idea nuova di museo, una presenza diffusa e fruita in modo costante». Dalla scultura in legno ai “cartelami”, gli apparati effimeri legati alla Passione e ai Sepolcri, che grande diffusione hanno avuto nella Liguria di Ponente, per arrivare a una vera e propria sacra rappresentazione della Passione, un copione antico riletto con gli occhi di oggi.
L’evento successivo, la mostra diffusa sui cartelami, “Pitture da illuminarsi alla notte”, prenderà il via invece il prossimo 4 giugno e avrà dodici sedi, su tutto il territorio diocesano, da Borgio Verezzi a Civezza. «Tutti gli appuntamenti – precisa Sirimarco – saranno a ingresso libero, con la richiesta di un’offerta libera, il cui ammontare sarà interamente devoluto al restauro e alla conservazione delle opere esposte. Il prezioso contributo della Fondazione De Mari ha permesso questa scelta. La sicurezza delle chiese sedi della mostra è invece garantita dal progetto di messa in sicurezza che la Diocesi sta portando avanti grazie al prezioso contributo della Conferenza Episcopale Italiana, attraverso l’8xmille».