Olimpiadi invernali. Sui pattini con Arianna Fontana, sorella d'Italia
La 27enne azzurra Arianna Fontana, pattinatrice di short track
Tutti in riga seguendo il filo di Arianna. Il 9 febbraio a Pyeongchang la squadra italiana sfilerà nella cerimonia d’apertura dei Giochi olimpici invernali alle spalle dello scricciolo biondo valtellinese, Arianna Fontana da Berbenno. Ventisette anni, specialista dell’autoscontro sul ghiaccio con le lame ai piedi. Lo short track, il pattinaggio velocità su pista corta, è il regno dove ha già raccolto cinque medaglie olimpiche. Le manca l’oro, eppure la Fontana è già nella storia, giacché salendo sul podio a Torino 2006 all’età di 15 anni e 314 giorni è diventata la più giovane medagliata olimpica invernale italiana. Nel suo palmarès anche quattordici medaglie iridate e nove continentali. Dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Quirinale, la consegna del tricolore.
«Emozione a mille. Lo considero un onore e un riconoscimento per quanto fatto per lo sport italiano in questi anni. È come se fosse un nuovo inizio che mi dà carica e forza. In più so che con me ci saranno milioni di italiani. Fin da piccola fantasticavo sul giorno in cui avrei sventolato il tricolore nella cerimonia di apertura». Passiamo alla parte sportiva, ma come sta fisicamente la nostra portabandiera? «Bene, ma non devo essere al 100 per cento ora, il mio obiettivo è arrivare al massimo della forma in febbraio. Sono soddisfatta, ci sono state note sia positive che negative, dalle quali ho imparato molto. Sono sicura che gli errori commessi non ricapiteranno». Intanto la preparazione prosegue: «In questo momento stiamo facendo un bel carico di lavoro visto che siamo lontani dalle gare. Col passare delle settimane gli allenamenti saranno specifici, concentrandoci più sulla qualità che sulla quantità», continua l’azzurra che adora «gareggiare in Corea del Sud. I coreani amano questo sport, si strappano i capelli per i loro beniamini, ma fanno il tifo per tutti. È questa la cosa più bella. Conoscono i sacrifici che si fanno, perciò anche se non ci saranno coreani in pista il tifo non mancherà. Paura per la minaccia della Nord Corea? Sì e no. Spero che vada tutto per il meglio e che ci si possa godere i Giochi senza timori. Non si sa cosa potrà succedere, ma sono sicura che una volta all’interno del villaggio sembrerà di vivere in una bolla. La mia unica attenzione sarà rivolta alle gare». Quelle di febbraio saranno le sfide della sua quarta avventura olimpica.
Un percorso cominciato a Torino 2006. «L’edizione della “beata gioventù”. Avevo ancora 15 anni e volevo solo andare veloce, non capivo cosa succedeva intorno a me. Vancouver 2010 è sono stati i Giochi della “testardaggine. Se chiedete in giro a chi mi conosce bene, vi diranno che sono molto testarda, e quando mi impunto su una cosa la voglio portare a termine. A Vancouver volevo una medaglia individuale e così è stato. Soci 2014 invece le considero le Olimpiadi della “crescita”. Dal Canada alla Russia – continua la Fontana – ho lavorato per essere competitiva su tutte le distanze, avevo fame di vincere, volevo fare bene e centrare tutte le finali: ne ho portate a casa tre su quattro». E ora sotto con Pyeongchang 2018. «Non so cosa mi aspetta così come non ho deciso quando smettere. So soltanto che in Corea del Sud vorrei ancora essere competitiva e giocarmi la medaglia alla pari con le più forti al mondo. In definitiva mi piacerebbe che questi Giochi fossero come una rinascita e non come un traguardo finale». E nei prossimi anni come si vede Arianna? «Non mi dispiacerebbe promuovere e far crescere questo sport partendo dalle basi con i bambini, sono loro il nostro futuro. Oggi, sicuramente molta più gente ci conosce. In tanti mi scrivono appena scoprono questa disciplina, da un lato dicendomi che è davvero affascinante, dall’altro rammaricandosi che non sia trasmessa in tv. Dal mio punto di vista concordo con entrambe le posizioni». Una curiosità prima di salutarla: ha già pensato alle unghie da sfoggiare in Corea del Sud? Arianna sorride e poi confessa: «Sono stata molto pigra ultimamente, ma ogni tanto ci penso. Credo che sia ora di recuperare tutti i miei smalti per fare qualche prova».