Agorà

Convegno. Firenze, Europa e Africa uniti dal teatro

Andrea Fagioli martedì 9 maggio 2023

Un momento dell'incontro organizzato dal Teatro della Pergola di Firenze

Il Goldoni è uno dei teatri storici di Firenze, in Oltrarno, nel quartiere di Santo Spirito. Un tempo faceva parte di un grande complesso conventuale comprendente altri spazi tra cui l’attuale Goldonetta, la sala ora sede della Compagnia di danza Virgilio Sieni che in passato ha ospitato la famosa Bottega teatrale di Vittorio Gassman e il regista polacco Tadeusz Kantor per l’allestimento dello spettacolo Wielopole Wielopole. È dunque un luogo pieno di significato dal quale in questi giorni è ripartita la riflessione su una «Nuova alleanza dei Teatri europei», promossa congiuntamente dal Théâtre de la Ville di Parigi e dal Teatro della Toscana, con lobiettivo, dopo la fine della pandemia, di interrogarsi, inventare e costruire, attraverso la forza della cultura e dellarte, un territorio umano comune, inserito pienamente nel contesto del XXI secolo, riunendo generazioni e spazi culturali e creando nuovi legami tra arte, scienza, salute, ambiente, giustizia ed educazione.

Dal gennaio scorso questa esperienza è stata rafforzata dal nuovo progetto «Attrice e attore europei» con lorganizzazione di momenti di lavoro sulla recitazione tra Italia e Francia, al fine di sperimentare nuove forme di apprendimento al di là delle lingue e dei confini nazionali, che hanno già portato alla messa in scena al Teatro della Pergola di Firenze di Ionesco suite, con attori francesi e italiani, che a breve sarà rappresentato in Romania e a ottobre in Camerun.

«La partnership Teatro della Toscana e Théâtre de la Ville di Parigi con il suo direttore Emmanuel Demarcy-Mota – ha affermato Marco Giorgetti, direttore della Fondazione Teatro della Toscana e della Pergola – è un rapporto forte e coeso e si fonda su una comune visione del teatro del futuro, su una forte internazionalizzazione dellagire artistico, sullimpegno costante nei confronti dei giovani. Il nostro progetto è incentrato sulla volontà di costruire un nuovo modello di teatro aperto alla società e impegnato nelle sfide del presente, con uno sguardo rivolto alle nuove generazioni e che oggi guarda anche allAfrica alla ricerca di nuove forme di cooperazione, che superino gli stereotipi del passato».

Infatti, i rappresentanti di alcuni teatri europei insieme a numerosi colleghi africani (tra cui Dorcy Rugamba, sopravvissuto al genocidio del 1994 in Ruanda) si sono ritrovati appunto a Firenze, nello spazio dell’ex cinema Goldoni attiguo alla Goldonetta e al Teatro Goldoni, per riflettere insieme sui temi del futuro della cultura, includendo la ricerca di una nuova relazione cooperativa con il continente africano, attraverso la tavola rotonda internazionale «Théâtres dEurope et dAfrique: pour une nouvelle approche de la transmission artistique et de la coopération culturelle».

«In tempo di guerre vicine a noi e di estremismi, che ci ricordano come la pace in Europa sia una fragile eredità – ha affermato Emmanuel Demarcy-Mota, direttore del Théâtre de la Ville di Parigi –, è fondamentale dare con tutte le forze dellarte un nuovo slancio allidea europea. La ricerca di una relazione forte e nuova con lAfrica rappresenta una parte importante di questo slancio».

La giornata di incontri e presentazione di iniziative artistiche (seguita da altre due giornate di riflessione e lavoro a Parigi) ha inteso dunque rintracciare nuovi ponti e nuovi sentieri affinché artisti europei e africani possano camminare fianco a fianco nel cuore delle problematiche del XXI secolo e creare nuove forme di collaborazione, solidarietà e condivisione tra le arti, le scienze, la salute, l’ambiente e l’educazione.

«Noi attori africani non facciamo l’accademia – spiega Vincent Mambachaka, della Repubblica Centroafricana, consigliere artistico e referente per lAfrica del Théâtre de la Ville di Parigi –, la nostra scuola è la vita, ma insieme, attraverso il dialogo e lincontro tra giovani africani e giovani europei, con l’apporto anche di alcuni formatori italiani, possiamo far sì che il teatro possa avere un ruolo nella negoziazione della pace e nella soluzione di conflitti».