Un terremoto scuote la Fifa, a poche
ore dal Congresso di venerdì che dovrà eleggere il nuovo
presidente. La polizia svizzera ha eseguito una retata
all'alba, su richiesta della magistratura americana, nell'hotel
di Zurigo in cui si svolgono le riunioni della federazione
calcistica mondiale: arrestati sette dirigenti, tra cui i
vicepresidenti, Jeffrey Webb, ed Eugenio Figueredo. In
contemporanea, la magistratura elevtica ha rivelato che da
marzo indaga su un'altra inchiesta per il sospetto di
"riciclaggio e truffa" in relazione all'assegnazione dei
mondiali di calcio del 2018 e del 2022, in Russia e Qatar.
Perquisita la sede Fifa di Zurigo, sono stati sequestrati
documenti e materiale on-line.
E adesso il presidente della Fifa, Joseph Blatter, il
79enne svizzero che è l'uomo più potente dello sport
mondiale, trema: nè lui nè il segretario generale, Jerome
Valcke, sono coinvolti nell'inchiesta, ha precisato il
portavoce Fifa, Walter De Gregorio, smentendo che la voce che
Blatter fosse indagato. "Siamo parte lesa", ha tuonato la
federazione mondiale, e anzi "l'inchiesta è un bene perchè si
farà pulizia"; e si è difesa sostenendo che l'inchiesta
svizzera è partita proprio sui richiesta della Fifa: "Non è
una giornata piacevole, ma è comunque una buona giornata
perchè le cose si stanno muocvendo e non vediamo l'ora di
avere risposte".
Il voto di venerdì si terrà ugualmente, ma è chiaro che
le speranze di rielezione di Blatter per un quinto mandato
hanno subito un duro colpo. Il suo unico rivale, il principe
Ali Bin Al-Hussein di Giordania, si è limitato a commentare
che si tratta di "un giorno triste per il calcio". La Fifa ha
anche escluso una nuova votazione sull'assegnazione dei
mondiali del 2018 e 2022. "Si terranno regolarmente", ha
assicurato il portavoce.
Le accuse americane vanno dalla corruzione al riciclaggio
di denaro fino all'associazione a delinquere, reati commessi in
un arco di tempo che copre gli ultimi 24 anni, e hanno portato
all'incriminazione di nove dirigenti della Fifa e di cinque
uomini d'affari. L'Fbi ha perquisito la sede di Miami della
Concacaf, la confederazione che governa il calcio in America
centrale e settentrionale e nei Caraibi. Il procuratore
generale, Loretta Lynch, ha spiegato che l'inchiesta riguarda
"due generazioni di funzionari del calcio" che avrebbero
"abusato della loro posizione" per accaparrarsi "milioni di
dollari in tangenti e bustarelle". I sospettati avrebbero
intascato tangenti per oltre 100 milioni di dollari dagli anni
'90 a oggi in cambio di diritti tv, di commercializzazione e
sponsorizzazione legati alle partite in America Latina.