È il Festival della Parolaccia. Il primato è stato già conquistato, non occorre dirne altre. Meglio non strafare. Morandi, pure, farebbe bene ad accontentarsi del risultato, da buon sportivo, come si accontenta sempre dei dati dell’auditel, quali siano, perché possono essere sempre consolatori, se bene interpretati. Il Festival è cominciato con il turpiloquio, e non si sa come finirà. Qualcuno ci dirà anche che dirne tante rientra nella libera espressione dell’artista e in tal caso la Rai rispettosa arretrerà. Hanno iniziato nella prima serata Luca e Paolo, i quali, scarsi in fantasia, hanno dovuto scimmiottare antichi monologhi in cui Benigni, ricorrendo a voci gergali, dialettali e onomatopeici elencava gli infiniti modi per nominare gli organi sessuali maschile e femminile. Potevano essere da meno I Soliti Idioti? Ci hanno provato, ma evidentemente da dietro le quinte, qualcuno – finalmente – si è deciso a far capire dove finisce l’arte e inizia il linguaggio da caserma. Solo una è scappata, spiegano tolleranti in Rai.Dalle girl, poi, un’affannosa ricerca del primo piano, ma non del volto: il primissimo piano delle cosce. L’unico impegno di Belen Rodriguez nella seconda serata (a parte annunciare qualche titolo) è stato quello di segnalare l’audace spacco della gonna. Ponendo in tal modo quesiti esistenziali, amletici: ha o non ha intime protezioni? L’Italia da quando ha risolto tutti i suoi problemi ha finalmente la necessaria serenità per macerarsi in tali questioni. Non pare che tutto questo, parolacce comprese, abbia fatto schizzare l’audience. Il pubblico di twitter lo ha bocciato in diretta, mentre volava per l’aer lieto la parola che inizia con la c ed ha due zeta, e mentre la vestale Belen auspicava colpi di vento per fare il botto.I dati auditel confermano: la media ponderata degli ascolti di ieri è stata pari a 9 milioni 200 mila spettatori con il 39.27 per cento di share. Nel 2011 era stata di 10 milioni 144 mila con il 42.67%. Gli ascolti sono scesi quando nel prime time è andata in onda la partita di Champions League Milan-Arsenali che ha ottenuto il 12,26% di share. Significa che agli spacchi delle vesti e alle parolacce, 3.932.000 telespettatori hanno preferito i quattro gol del Milan.Poteva mancare in tanta tristezza il matrimonio gay? I due giovani de I Soliti Idioti hanno chiesto a un Morandi officiante di unirli in matrimonio. Morandi, colto alla sprovvista, non si tira indietro; legge una formula sbrigativa e li «dichiarati mariti e non lo so!» Poi i due comici intonano una litania con frasi scontate – questo sì – e alla fine uno dei due bacia Morandi appassionatamente. Il cantante, sempre più sorpreso: «Non ho nulla contro i gay, ma preferisco Belen!» Sarà stato il lapsus espresso in quel «e non lo so» o forse la scelta di questo Paride che ha preferito Belen e non Francesco e Fabrizio a far inalberare le associazioni gay italiane che si sono sentite vilipese. Parlano di “Festival dell’Omofobia” e hanno chiesto al presentatore che chieda scusa. Morandi l’ha fatto, e in diretta. Si ricorderà mai che in queste sole tre giornate di Festival c’è già un bel po’ di altra gente a cui chiedere scusa?
Giovanni RuggieroLA CRONACA DELLA SERATA DI GIOVEDI'Gigi D'Alessio-Loredana Bertè e Pierdavide Carone con Lucio Dalla sono i ripescati della terza serata di Sanremo. Visto che si trattava di un televoto il risultato era scontato. Vanno definitivamente a casa IreneFornaciari e i Marlene Kuntz. Un'altra maratona di quasi cinque ore la serata di giovedì- aperta nel segno di Frank Sinatra e di un omaggio di Gianni Morandi a Giancarlo Bigazzi - pensata per celebrare le canzoni italiane che hanno avuto successo nel mondo. Una lunga sequenza di brani storici che ha visto i big del festival esibirsi con artisti stranieri con risultati, ovviamente, diversi. Bello il duetto tra Nina Zilli e Skye dei Morcheeba per Grande grande grande; divertente quello tra Samuele Bersani e Goran Bregovich in Romagna Mia; interessante Dolcenera con Professor Green in Vita spericolata; deludenti Lucio Dalla e Pierdavide Carone in Anema e core; pessimo Shaggy con Chiara Civello in Io che non vivo senza te; ingenua Emma con Gary Go nel Paradiso. Grande Al Jarreau, nonostante i Matia Bazar, in Parla più piano, riuscito a nobilitare il tema del Padrino; brava Noemi a sopravvivere a Sarah Jane Morris in Amarsi un pò; muscolare Francesco Renga con Sergio Dalma nel Mondo; quasi monacale Arisa con Jose Feliciano in Che sarà; emozionanti Gigi D'Alessio eLoredana Bertè che con Macy Gray hanno cantato Almeno tu nell'universo, rendendo omaggio a Mia Martini; affascinante Noa, meno Finardi, in Torna a Surriento.Premiati dalla critica i Marlene Kuntz e Patti Smith in Impressioni di settembre; fracassoni Irene Fornaciari con Brian May (salutato dalla standing ovation del pubblico) e Kerry Ellis in Uno dei tanti. Si sono ascoltate anche altre grandi canzoni, come Because the night, che ha trascinato l'Ariston; La vita è bella; We in this world together, anche un duetto Feliciano-Morandi in C'era un ragazzo in una serata che ha avvicinato Sanremo alla musica internazionale. Superati i guai con la cervicale, Ivana Mrazova è tornata a ballare con scarsi risultati. Rocco Papaleo, sempre più protagonista, si è tolto lo sfizio di cantare e di far ballare, vip compresi, tutto l'Ariston con La foca. D'altra parte spazio per qualcosa di diverso dalla musica ce n'era poco: in questo poco spazio si è inserita l'intervista a Federica Pellegrini con Morandi che si mantiene fedele al suo stile, si emoziona per i verdetti, non è un cerimoniere impeccabile ma è un appassionato complice della musica.