Agorà

Canzoni. Festival di Sanremo: in gara amore, impegno e anche preghiera

Angela Calvini venerdì 22 gennaio 2016

Il rap che canta la disoccupazione e la disillusione dei giovani del Sud, una poesia sulle tragedie del Mediterraneo dedicata a chi fugge dalle guerre, l’amore che fa soffrire ma con la voglia di perdonare, lo sguardo di più di un artista rivolto al Cielo. Ed uno strampalatissimo inno di Elio e le Storie tese contro l’odio imperante. Oggi Carlo Conti, accompagnato dal direttore di Raiuno Giancarlo Leone, ha svelato a Milano i brani dei Campioni in gara al festival, fatti ascoltare in anteprima alla stampa. «Un festival con più varietà di temi e più colori musicali» ha spiegato il direttore artistico della kermesse che si svolgerà all’Ariston dal 9 al 13 febbraio prossimi. Svelati anche altri nuovi superospiti: Elisa, Elton John e Ellie Goulding che si vanno ad aggiumgere a Laura Pausini, Eros Ramazzotti, Renato Zero e i Pooh con Riccardo Fogli

L'IMPEGNO DAL SUD AI MIGRANTI

In prima fila i rapper napoletani. Rocco Hunt, vincitore dei Giovani un paio d’anni fa, con Wake up canta a ritmo di groove ai politici che «questa generazione non vi crede/perché un futuro vero non si vede», mentre Clementino in Quando sono lontano racconta da «musicante, emigrante anima vagante» venuto su dalle periferie la lotta quotidiana di chi non si rassegna al degrado di una città. Colpisce, poi, la delicatezza della poesia, quasi una preghiera, di Irene Fornaciari, Blu, dedicata ai troppi morti nelle acque blu del mediterraneo, con versi che ricordano la foto del piccolo Aylan , «c’è un bambino su una spiaggia/lasciato blu/e una donna in riva al mare/ mentre il sole va giù/che con la mano saluta/i sogni che passano/ e lascia una scia/che non va più via nell’alta marea». Elio e le Storie Tese vogliono Vincere l’odio con una assurda filastrocca (come in fondo è assurdo l'odio) con sette ritornelli diversi e concatenati. Giocano citando anche San Paolo e le persecuzioni dei cristiani, «San Paolo San Paolo, ebreo ellenizzato di Tarso/per fortuna che il Signore ti è apparso/perché tu perseguitavi i cristiani/e giustamente lui ti ha detto stop». Forse è solo uno scherzo, ma forse no.

IL SENSO DELLA VITA

«Prima di dormire io che ho preso tutto da mia nonna faccio una preghiera a Dio» canta serafica Arisa in Guardando il cielo, mentre la lanciatissima Francesca Michielin in Nessun grado di separazione si sente tutt’uno con l’universo. Noemi punta al podio con La borsa di una donna (firmata anche da Marco Masini), dove tra scontrini e vecchie foto c’è anche tanta vita passata, vita che gli Stadio vorrebbero far capire invece a una figlia adolescente, tra affetto e malinconia in Un giorno mi dirai. Malinconico, su un tappeto musicale ala Celentano, pure Neffa diviso Tra sogni e nostalgia.  E mentre i Bluvertigo con Morgan sembrano voler cancellare gli eccessi riscoprendo Semplicemente le gioie della vita quortidiana, da leggere il giornale a portare fuori il cane, Patty Pravo celebra in scioltezza i 50 anni di carriera volando, con classe, verso Cieli immensi.

L’AMORE CONTRASTATO

L’amore non può mancare sul palco dell’Ariston, ma quest’anno sono tutti amori sofferenti con però la speranza di una rappacificazione: così è per la grinta soul di Dolcenera (Ora o mai più"(le cose cambiano), o per gli afflati amoroso apocalittici di Annalisa (Il diluvio universale o misticizzanti di Alessio Bernabei (Noi siamo infinito). E se Valerio Scanu  si affida alla penna di Fabrizio Moro per lamentarsi che «tu non mi hai capito mai» (Finalmente piove), Giovanni Caccamo (vincitore dei Giovani l’anno passato) duetta con Deborah Iurato un tentativo di riconciliazione in Via da qui, con la firma di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Tira e molla amorosi anche per i Dear Jack (Mezzo respiro", i sempreverdi Zero Assoluto (Di me e di te) e Lorenzo Fragola in cerca di conferme con Infinite volte.  In fondo forse ha ragione il veterano Enrico Ruggeri, che rispolvera un rock primi anni 80: la vita passa e se ne va, ma Il primo amore non si scorda mai.