Il mondiale Formula 1 così come lo conosciamo oggi è finito. Non esiste più. Lo hanno deciso le scuderie riunite nella Fota: gli otto team che si oppongono alla rivoluzione di Mosley hanno varato un campionato alternativo per la prossima stagione, e per tutta risposta la Fia, in un comunicato, oltre a minacciare denunce alla Ferrari, per non aver rispettato gli accordi contrattuali, minaccia altre ritorsioni. Insomma, è un pasticcio completo e gli animi si accendono. Tanto che, come dice Flavio Briatore, responsabile della Renault, non si capisce il perché di certe cose: «La Fia doveva annunciare ieri le nuove scuderie che avrebbero partecipato al mondiale 2010, invece non lo ha fatto. Le iscrizioni sono “congelate”. Siamo stupiti che dopo mesi di trattative si sia finiti a questo punto, oltre che molto delusi: negli ultimi mesi siamo stati sempre minacciati da questi nuovi team e nel giorno della scadenza non si è visto niente. Inoltre non si può credere di gestire questo sport a suon di comunicati». Le perplessità aumentano anche di fronte alla testardaggine di Mosley che nota «con disappunto, ma non sorpreso, l’incapacità della Fota di raggiungere un compromesso nell’interesse dello sport ed è chiaro che alcuni elementi interni (riferimento alla Ferrari, ndr) abbiano lavorato contro durante il lungo periodo di trattative e non abbiano affrontato le discussioni in buona fede». Per poi lanciare l’affondo: «Gli avvocati della Fia, dopo aver esaminato il comunicato dei team sulla nascita di una serie alternativa, credono che questa azione della Fota, e della Ferrari in particolare, sia una seria violazione degli obblighi di legge, compresa la violazione delle relazioni contrattuali. La Ferrari è diretta responsabile di questa infrazione e la Federazione aprirà una azione legale senza alcun indugio». In precedenza il comunicato delle scuderie poneva l’accento su un altro aspetto, finora meno conosciuto ma molto importante: «È dal 2006 che la società detentrice dei diritti commerciali ha trattenuto milioni di dollari non distribuendoli ad alcuni team» facendo chiaramente capire che quei soldi, oltre ad essere stati trattenuti indebitamente, sono serviti anche come arma di pressione nei confronti dei team in difficoltà, costrette ad accettare certe norme e certe clausole. Il riferimento a Williams e Force India, che hanno aderito al campionato Fia senza indugi, è la dimostrazione di come queste squadre finora sono esistite perché qualcuno ha pagato i debiti e oggi chiede conto di quanto versato. Insomma, si avanza il dubbio di una F1 gestita sul filo del ricatto e dei mancati pagamenti. E qui la materia diventa ampia oltre che difficilmente controllabile da queste pagine: gli accordi firmati sono noti solo agli interessati, quindi tutto il resto sono solo speculazioni giornalistiche. La Ferrari, però, aveva visto riconosciuto dalla Corte d’Appello di Parigi la validità di una norma contrattuale che la Fia non aveva rispettato: il ricorso di urgenza fu rigettato, ma non il disconoscimento di questa clausola. Insomma, se parte il Mondiale alternativo, il lavoro agli avvocati non mancherà. Ma come far partire una nuova serie in poco tempo? «La decisione è stata presa soltanto giovedì notte - dice Martin Withmarsh della McLaren - nei prossimi giorni cercheremo le soluzioni migliori. Le possibilità non mancano visto che abbiamo avuto l’ok dagli sponsor e dai costruttori». Insomma, si può fare, per dirla alla Obama, ma c’è il problema delle gomme. La Bridgestone ha un accordo di fornitura in esclusiva fino al 2010, e non potrà dare le gomme alla F1 dei costruttori: «Nessun problema, la Michelin (che con la Fia aveva un contenzioso aperto) sarebbe ben lieta di fornire le gomme, dice una fonte ben informata. Risolto il problema delle gomme, presa la decisione di fare un Mondiale alternativo, sarà facile trovare le piste e metterci le macchine. Intanto oggi in scena le prove ufficiali a Silverstone ( Vettel miglior tempo nelle libere): nella Formula caos quasi non te ne accorgi.