Agorà

Famiglia. Con Avati la tv va a nozze

Tiziana Lupi sabato 28 dicembre 2013

Sostiene Lev Tolstoj, nell’in­cipit del suo  Anna Kareni­na, che «tutte le famiglie felici sono simili fra loro». Deve essere per questo che Pupi Avati, è lui stesso a raccontarlo, ha impiegato ben sei anni per convincere la Rai del­la validità del suo progetto: un lungo film in sei puntate («definirlo fiction mi pare rinunciatario» spiega), intito­lato semplicemente  Un matrimonio (Raiuno, da domani in prima serata) e incentrato sulla lunga vicenda comu­ne di due persone che si incontrano, si innamorano, si sposano, mettono al mondo due figli, ne adottano una ter­za e diventano nonni. Una storia, in­somma, come (per fortuna) ne sono tante che, però, la fiction troppo spes­so ignora perché le considera poco in­teressanti: «La storia di mezzo secolo del nostro Paese narrata attraverso un matrimonio che 'regge' è quanto di più in controtendenza si possa pro­porre » osserva Avati. Che ricorda come tutto sia cominciato il giorno del qua­rantesimo anniversario del suo matri­monio (festeggiato il 27 giugno 2004): «Al termine della festa, guardando mia moglie, mi sono chiesto come fosse stato possibile che quella ragazzina della quale mi ero innamorato a pri­ma vista si fosse tradotta nella don­na che mi sarebbe stata accanto in un percorso così lungo». Una don­na che, aggiunge sorridendo, «ave­vo sposato senza conoscere tanto, solo perché era molto carina e im­maginando che sarebbe rimasta sem­pre molto carina». Con il tempo, inve­ce, «è diventata meno carina ma mol­to più importante, abbiamo condiviso una vita, i miei occhi sulla vita sono di­ventati quattro con i suoi.

È meravi­glioso essere con lei che mi ha visto al meglio e al peggio in tutte le età della mia vita». Tutto questo ha generato Un matrimonio che, va detto, non è «solo una storia di rose e fiori in cui tutti i giorni ci sono solo baci, carezze e sor­risi. Include tutto ciò che succede nei matrimoni». Insomma, si parla di una famiglia felice e, ancora prima, di una coppia felice, in cui, come sottolinea Micaela Ramazzotti (che ne è la pro­tagonista insieme a Flavio Parenti), «ci sono le tre parole che, come ha detto papa Francesco, servono a far durare i matrimoni: grazie, scusa e permesso». Dunque,  Un matrimonio  è una lunga storia familiare, in cui Avati 'ritrova' i nonni, gli zii, i cugini. E, soprattutto, «ripensa il matrimonio con grande centralità. Grande rispetto per chi ha sposato la persona sbagliata ma a vol­te, forse, c’è troppa fretta nel separar­si e nel non voler riconsiderare la per­sona che si ha accanto».

La storia di Un matrimonio  è raccontata, come in un lunghissimo flashback, da una del­le figlie della coppia protagonista, An­na Paola. Si parte dal primo incontro tra i suoi genitori, Carlo e Francesca, sulle rive del fiume Reno a Sasso Mar­coni. È il 1948 ed entrambi sono fidanzati con altre perso­ne. Ma al primo sguardo, France­sca capisce che quello è l’uomo della sua vita: «Lo vede e dice: è mio, me lo prendo. E se l’è preso» com­menta la Ramazzotti che, della 'sua' Francesca, dice: «Inizialmente è una giovane ingenua e un po’ imbranata che, però, ha dentro un sogno e una grande vitalità. E diventa la padrona di una famiglia, forte e determinata, con grazia e garbo. Una donna che è sana in un matrimonio sano». E che fa dire al vicedirettore di Rai Fiction Lu­ca Milano: «Con i nostri prodotti par­liamo spesso di sentimenti ma  Un ma­trimonio  ha un’ottica diversa e dimo­stra che anche quelle delle famiglie fe­lici sono storie ricche e degne di esse­re raccontate». Un matrimonio è realizzato da Anto­nio Avati (per Duea Film) per Rai Fic­tion. Nel cast, oltre ai due protagoni­sti, ci sono tra gli altri: Valeria Fabrizi, Andrea Roncato, Antonella Ferrari, Giorgio Borghetti, Katia Ricciarelli, Ro­berto Ciufoli, Gisella Sofio, Mariella Va­lentini, Ettore Bassi e Corrado Tede­schi. C’è anche la partecipazione di Christian De Sica.