Firenze. Faccia a faccia con Dante a Santa Maria del Fiore
Il "Ritratto di Dante Alighieri, la città di Firenze e l’allegoria della Divina Commedia" di Domenico di Michelino
Faccia a faccia con Dante. Finalmente alla sua altezza. Nel centenario della morte del Sommo poeta, Santa Maria del Fiore offre l’opportunità di un incontro ravvicinato con il celebre Ritratto di Dante Alighieri, la città di Firenze e l’allegoria della Divina Commedia, dipinto da Domenico di Michelino nel 1465 per il Duomo di Firenze. Si tratta di una delle opere d’arte più riprodotte in assoluto, pur essendo una delle poche collocate all’interno dell’austera e bellissima cattedrale fiorentina. Compare quasi ogni volta che si parla di Dante e in particolare della Divina Commedia.
Da domani fino al 31 dicembre, grazie a una particolare installazione, sarà possibile salire a ridosso della grande tela per consentire una lettura ravvicinata. Infatti, come spiega il curatore dell’iniziativa, Antonio Natali, già direttore degli Uffizi, «se l’arte è poesia, vedere un’opera così da vicino, con tutto il risalto che merita, è appunto come leggere un testo poetico parola per parola».
La particolare esposizione, denominata «Dante e la luce della Commedia in Santa Maria del Fiore», fa parte di un programma di iniziative volte a celebrare i 700 anni dalla morte dell’Alighieri che vede per la prima volta collaborare tre prestigiose istituzioni fiorentine l’Opera di Santa Maria del Fiore, l’Opera di Santa Croce e la Certosa di Firenze - Comunità di San Leolino.
«Questo patto di collaborazione nel nome di Dante è un segno concreto di fraternità e di speranza per Firenze: abbiamo raccolto l’invito di papa Francesco all’impegno per la conoscenza e la diffusione del messaggio dantesco nella sua pienezza - sottolinea don Alessandro Andreini, vicepresidente dell’Opera di Santa Croce e membro della Comunità di San Leolino -. Insieme vogliamo dare valore a questo centenario con la particolare urgenza di evidenziare la straordinaria dimensione di fede che caratterizza l’esperienza umana e artistica di Dante, senza la quale è impossibile comprendere la Commedia».
L’opera di Domenico di Michelino, di cui Santa Maria del Fiore non intende privarsi nonostante le richieste arrivate quest’anno da tante mostre dedicate al centenario dantesco, è, a detta di Natali, un «monumento dipinto», un ritratto allegorico di Dante, raffigurato in piedi con una corona d’alloro a cingergli la testa. Nella mano sinistra tiene la Commedia aperta sui versi d’esordio e con la destra indica la Porta dell’Inferno. Dietro il poeta, il Purgatorio e il Paradiso. «Ritto in una scenografia simbolica, evocatrice dei luoghi delle tre cantiche - spiega ancora Natali -, Dante volge lo sguardo pensoso verso un’epifania lirica di Firenze, che, chiusa entro mura merlate, accavalla le sue architetture, sovrastate dall’imponente e ormai compiuta cupola brunelleschiana».
Per la storica dell’arte Annamaria Bernacchioni, che a lungo ha studiato questo dipinto e il suo autore: «Domenico di Michelino trasse probabilmente ispirazione dai ritratti precedenti: quello giottesco della Cappella del Bargello, l’altro di Taddeo Gaddi in Santa Croce (distrutto dal Vasari) e gli esemplari tardo trecenteschi della scomparsa Aula minor di Palazzo Vecchio e del Palazzo del Proconsolo, fino al ritratto di Andrea del Castagno nella villa Carducci di Legnaia».
«Dante e la luce della Commedia in Santa Maria del Fiore», come accennato, è la terza iniziativa in ordine di tempo del programma per le Celebrazioni dantesche a cura dell’Opera di Santa Maria del Fiore, dell’Opera di Santa Croce e della Comunità di San Leolino.
Dopo la mostra «…con altra voce ritornerò poeta. Il Ritratto di Dante del Bronzino alla Certosa di Firenze» e la lezione di Massimo Cacciari su «Dante tra ragione, politica e profezia» tenutesi nel 2020, il programma prevede nei prossimi mesi altre iniziative tra cui una lezione del cardinale Gianfranco Ravasi, il 28 maggio nella Basilica di Santa Croce, sul tema «All’etterno dal tempo (Paradiso, XXXI 38): la teologia di Dante».