La storia. Fabio Gallo, dal calcio al cammino di Santiago
In attesa di scoprire dove lo condurrà la vita – e un po'
anche per tentare di capirlo - l'ex centrocampista Fabio Gallo (Brescia,
Atalanta, Torino) ha imboccato il sentiero dei pellegrini: da Sarria a al
Santuario di Compostela, 120 km in otto giorni. L'ultimo tratto del Cammino,
percorso rigorosamente in solitario.
“Era da un po' che ci pensavo, poi una ventina di giorni fa ho sentito come un
richiamo irresistibile. Ho prenotato l'aereo e sono partito. Mia moglie non ha
commentato, poi ha compreso. Ne avevo bisogno, anche per riflettere su quello
che mi è successo negli ultimi tempi”. Compreso l'addio al posto di
viceallenatore del Brescia, imposto dall'intolleranza degli ultras che gli
rinfacciavano il suo passato bergamasco. Viste da un sentiero in mezzo alla
campagna, le rivalità e le miserie del nostro calcio rimpiccioliscono fino alla
loro trascurabile dimensione. “Camminando comprendi le vere priorità della tua vita:
resti solo con i tuoi pensieri e ne senti quasi il rumore, immerso come sei nel
silenzio assordante di un paesaggio bellissimo”. Un itinerario di riflessione
personale, che inevitabilmente si amplifica in esperienza spirituale. “Sono
credente. In ritiro seguivo sempre la Messa del sabato, spesso facevo il
chierichetto. Ho avuto anche allenatori molto religiosi, come Lucescu e De
Biasi. Ora non posso dire di essere un assiduo praticante, ma quando sono
arrivato a Santiago mi è venuto spontaneo cercare subito un prete per
confessarmi, visto che oltretutto non lo facevo da tempo. Lungo il Cammino ti
imbatti in tante chiese che ti aiutano a riscoprire la fede”. Luoghi dove i
pensieri volano alti, nonostante la fatica ti imponga di fare i conti con i
limiti fisici. “Camminando anche 25 km al giorno ho scoperto di avere muscoli
che in decenni di allenamenti non ho mai saputo di avere....”. Un bello sforzo,
ma ne valeva la pena. Tanto da decidere di tornare, per completare l'intero
itinerario. Prima però ci sarebbe da ritrovare la smarrita via del calcio: un
presente da consulente assicurativo non può bastare. “Il pallone è la mia vita
– dice Gallo - Ho fatto il supercorso, posso allenare ovunque. Ma la verità è
che tutto dipende dalle amicizie: se non sei nel giro giusto è dura”. Persino
per chi cammina fino a Santiago.